
C’è una famiglia, come tante. Blythe, la moglie, scrittrice mancata, donna con un’infanzia difficile, di vuoti affettivi e tanta solitudine. Fox, il marito, famiglia solida e benestante alle spalle e una carriera ben avviata nel mondo dell’architettura. E poi c’è Violet, la figlia, bimba introversa e taciturna.
“A stento ricordavo la madre che ero stata. Essere madri è così: esiste solo il qui e l’ora. La disperazione o il sollievo del qui e ora”.
Violet, un legame d’amore incondizionato col padre. Un’indifferenza emotiva verso la madre, che sfocia in episodi di ribellione, talvolta selvaggia.
Insomma, solita routine familiare con alti e bassi. O c’è dell’altro? Qualcosa di terribile, inquietante, violento, che per preservare lo stereotipo della famiglia perfetta, è meglio tacere?
Recensione
Difficile classificare “La spinta”. Thriller psicologico, direi, ma con molte altre sfumature.
Una storia cupa, con una forte tensione emotiva, ipnotica, che ti spinge a voler sapere la verità. Con urgenza e con orrore al tempo stesso.
Un libro che personalmente ho trovato molto coraggioso, in quanto getta una luce diversa, meno edulcorata ma forse più veritiera, sulla maternità. Non tutte le donne sono pronte ad essere madri. E non per questo sono mostruosamente sbagliate.
Un romanzo che ci dimostra, con una forza spietata, che il male e la crudeltà si annidano ovunque, anche dove ci pare impossibile, anche se nessuno ci crede.
Autrice
ASHELEY AUDRAIN vive in Canada, a Toronto. Conosce bene il mondo dell’editoria, avendo lavorato a lungo come capo ufficio stampa di Penguin Books Canada . “La Spinta” è il suo romanzo d’esordio, con cui ha conquistato gli editori di tutto il mondo, essendo stato tradotto in 34 paesi. E non solo: i diritti televisivi sono già stati acquistati nientemeno che dai produttori di “C’era una volta a … Hollywood”.
