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Massimo Carlotto, il Re del Noir italiano, debutta nella collana del Giallo Mondadori con un personaggio inedito, il Francese, che regala il titolo ad un romanzo che appare immediatamente pronto per una serialità.

Il “Francese” è Toni Zanchetta, un protettore, o un macrò come a lui piace definirsi, che ha scalato le gerarchie della mala Veneta. Zanchetta è privo di qualsiasi empatia, un uomo che nella sua ascesa ha picchiato, stuprato e ucciso, un manipolatore che ha sfruttato le donne fino a ritagliarsi una sua nicchia, in cui chiamare mademoiselles le prostitute che lavorano per la sua maison, a cui assegna nomi francesi e per le quali crea personaggi che incarnino i desideri erotici della provincia ricca e ignorante.

Ma, quando “Claire” scompare nel nulla, il suo è l’unico nome sulla lista degli indagati e Toni è disposto a giocare ogni carta e tradire chiunque, pur di salvarsi. 

Franca Ardizzone, invece, è un commissario convinto che un uomo come Toni debba stare in galera, indipendentemente dal fatto che sia colpevole o meno di quello specifico crimine e Zanchetta, nella sua lotta per sottrarsi a questo destino, finirà per commettere delitti persino peggiori di quello di cui lo si accusa.

Il lettore è presto chiamato ad abbandonare ogni ideale, ogni sublimazione: nel mondo descritto dall’autore non ci sono eroi senza macchia e la stessa macchina della giustizia è mostrata con tutti i limiti di un sistema inquisitorio in cui prima si decide un colpevole e solo dopo, nel caso, si cercano indizi che confermino l’impianto. Prove, giurie e indagini sono orpelli di cui la magistratura sembra fare a meno, affidandosi piuttosto alla stampa e al sentimento popolare, in una versione appena più moderna del giudizio di Dio.

Il Francese tuttavia, nonostante la situazione disperata in cui si viene a trovare, è un personaggio col quale non si riesce a simpatizzare, chiuso com’è in un deserto emotivo in cui gli altri sussistono unicamente come mezzi per raggiungere obiettivi effimeri. 

Toni Zanchetta compra e vende appartamenti, frequenta i locali alla moda, si concede lussi ed evasioni, attraversa vicende efferate senza trarre da tutto questo alcuna soddisfazione o insegnamento. Il Francese resta, nonostante la propria tragedia, un simulacro d’uomo, un guscio vuoto, un ultracorpo inconsapevole la cui umanità resta tutta da realizzare ed è solo la maestria di Carlotto a far scivolare via leggere le pagine del romanzo, che appassiona e si fa leggere d’un fiato.

Torna alla mente l’affettuoso monito di Cesare Pavese a Fernanda Pivano: senza una vita interiore di studio, di affetti, di interessi non materiali, la vita è priva di significato.

Tra i protagonisti del libro, sono le donne a restare impresse, a delineare con la loro storia, la loro attitudine, universi tridimensionali sempre interessanti. Dalla commissaria Ardissone alle donne che Zanchetta manipola, sono loro a sorprendere con profondità inaspettate, a interrompere a volte la narrazione rassicurante che Zanchetta fa della propria vita con irruzioni di realtà a cui, pure, il Francese sembra impermeabile.

Il quadro che ci restituisce Carlotto è desolante. Raggiunta a qualsiasi prezzo una versione provinciale del successo, ciò che resta da soddisfare sono solo fantasie eterodirette e perversioni ispirate a un immaginario erotico d’accatto. In questo mondo popolato da direttori di banca avidi, imprenditrici annoiate, cocaina ed esponenti della mafia balcanica la figura di Zanchetta, nella sua linearità, appare persino passibile di una redenzione che, pur non compiuta, immaginiamo forse solo rimandata al prossimo romanzo.

Leggi la nostra intervista a Massimo Carlotto

Autore

Massimo Carlotto è uno scrittore, drammaturgo, giornalista, saggista, fumettista e sceneggiatore italiano.

Ritenuto uno dei migliori autori Noir e Hardboiled a livello internazionale, Carlotto ha pubblicato oltre trenta romanzi, numerosi saggi e sceneggiato film e graphic novel. 

Per il suo lavoro ha ricevuto svariati riconoscimenti tra cui il premio Scerbanenco. 

Il Francese è il suo primo romanzo per la collana del Giallo Mondadori.

Massimo Carlotto: Il Francese
Concludendo
Un ispirato, disperante viaggio nelle miserie della provincia più ricca e del simbiotico sottobosco criminale che ne soddisfa le fantasie
Pro
L’ambientazione è tratteggiata perfettamente
Il ritmo è trascinante
Si legge d’un fiato
Contro
Protagonista ostico
L’occasionale ricorso al dialetto meriterebbe una nota a margine
4.5
Disperante
Ordina