
Una qualunque estate americana. Un luglio caldissimo e afoso. Un lago sulle cui rive tante famiglie trascorrono una giornata d riposo in cerca di refrigerio. Fra queste ce n’è una come tante: madre, padre e due figlie, Dee Dee e Lulù.
Lulù, la più piccola, scompare. Le indagini si concentrano su Ted, un uomo che vive in fondo ad una strada al limitare del bosco, in una casa fatiscente con la sola compagnia di una gatta, Olivia, e della figlia, Lauren, che saltuariamente lo viene a trovare.
Ma Ted ha un alibi, non può essere lui il rapitore della bambina del lago. Dee Dee, nella costante ricerca della sorella, dopo undici anni dalla sua scomparsa, trova Ted e la sua verità
Ted è un disadattato, vive in una casa senza specchi e con il compensato alle finestre. E’ una figura ambigua, ha uno strano rapporto con la sua gatta e soprattutto con la figlia.
E qui inizia l’orrore.
Recensione
Un intreccio magnifico e ben congegnato. La storia viene narrata con un ritmo serrato. I personaggi parlano, ognuno ha il suo punto di vista e racconta un pezzo di storia, la sua storia personale, il suo segreto, il suo dolore. E sullo sfondo la figura inquietante di Mammina, la madre di Ted.
La trama si dipana veloce, tutto sembra combaciare e portare all’assassino ma, improvvisamente, tutto cambia. Quello che avevamo immaginato non combacia più. Allora chi è Ted? Realmente in quella casa vivono una gatta e una bambina? Qual è la sua vera natura?
Ce ne rendiamo conto mentre i personaggi si raccontano, mentre narrano anni di orrore e di abusi. Insieme e divisi si proteggono a vicenda e aiutano Ted a sopravvivere. Si percepisce l’orrore di quanto accaduto nel tempo durante le loro narrazioni.
Lulù è funzionale alla trama perché il narrato e il finale sono sorprendenti, inaspettati, incredibili. E di nuovo ritorna la figura riecheggiata di Mammina. Non a caso la Ward usa il termine in senso oscuro, e lo fa aleggiare nell’aria come una presenza malvagia.
E’ un libro che parla di orrore e di come la mente si adatta ad esso e cerca di esorcizzarlo per non morire, per vivere.
Un tema difficile e importante, che ci introduce nei luoghi più oscuri della mente umana, il disturbo dissociativo dell’identità, conosciuto anche come disturbo di personalità multipla; una conseguenza, in genere, di abusi e traumi subiti nell’infanzia e di come la mente riesce ad adattarsi e ad affrontare la paura e la sofferenza. Tante personalità diverse, ognuna con la propria identità, vivono in un solo corpo, ed ognuna di esse ha una sua funzione, quella di proteggere, di aiutare, di allontanare per far sopravvivere la vera ad un orrore più grande. Una patologia spesso trattata nella letteratura gialla o horror; Una Stanza piena di gente o La quinta Sally, due grandi esempi di D. Keyes.
La Ward però tratta il tema in maniera particolare e sorprendente, ne fa un piccolo capolavoro. Riesce a costruire una trama non convenzionale, atipica, che tiene il lettore attaccato al libro. Un finale inaspettato dove il carnefice non è più il carnefice e la vittima non è una sola.
Autrice
Catriona Ward è nata a Washington. Ha studiato inglese a Oxtford e conseguito un Master of Arts in Creative Writing presso la University of East Anglia. La prima donna ad aggiudicarsi per ben due volte l’August Derleth Award per il miglior romanzo horror. La casa in fondo a Needless Street è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
