Carlo Lucarelli: LEON

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L’Iguana, il piú feroce fra i serial killer, è scappato. La notizia è di quelle che fanno davvero paura: ora la sua ossessione potrebbe essere vendicarsi della poliziotta che lo aveva arrestato. Torna Grazia Negro. E con lei Simone, il ragazzo cieco di Almost Blue.

«Credo di aver sentito un rumore. È come quando ti accorgi che qualcuno sta parlando da un po’ ma non hai capito cos’ha detto perché non stavi ascoltando. Da qualche parte, perso nella memoria, ho il ricordo di un suono, sempre più lontano e indistinto, come un sogno dopo il risveglio. Ma c’era, l’ho sentito. C’è qualcuno qui con me».

Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall’anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un’infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L’Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell’università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé. Era stata Grazia a catturarlo. Per questo trasferiscono lei e le bambine in un luogo segreto. E per questo conducono lí anche Simone, il suo ex compagno, il giovane non vedente che l’aveva aiutata nell’indagine. Però non è sufficiente. Ci sono zone buie, in questa storia, che nascondono sorprese molto pericolose. Nessuna fra le persone coinvolte nel caso è al sicuro.

Recensione

Imola. Residenza per ex degenti psichiatrici. I carabinieri trovano due cadaveri, maschio e femmina, immersi nel sangue in una vasca da bagno. In casa, c’è anche una giovanissima infermiera, rannicchiata sotto il lavandino, unica testimone del duplice omicidio. Mentre un altro ospite della residenza, pare scomparso: Alessio Crotti. E lo scomparso, per tutti, è l’assassino. Perché Alessio è LUI, l’Iguana, il Mostro, il serial killer che ruba l’identità delle sue vittime (e non solo in senso metaforico).

Bologna. Ospedale Maggiore. Grazia Negro, “la cacciatrice di mostri” è appena diventata mamma. Ha chiuso con un passato che sente non appartenerle più: la polizia, le indagini, gli omicidi. Ha chiuso anche con il suo compagno, Simone.

Simone, cieco dalla nascita, che dava  “forme e colori” alle voci che sentiva intercettando radio e cellulari, ora ha smesso di ascoltare. Chiuso in casa, solleva pesi. I confini del suo mondo sono quelli del suo corpo. “Vive dentro”. Così ha tentato di dimenticare Grazia, e la sua bella e tonda voce blu.

Fine anni Novanta, durante le lezioni di Criminologia all’università, il mio professore (già lui abbastanza folle: appassionatissimo della sua materia, ma alquanto stravagante nei metodi di insegnamento) ci introdusse all’argomento “La follia in Criminologia” con la lettura di un romanzo di un allora giovanissimo scrittore dell’oscuro, Carlo Lucarelli, dal titolo “Almost Blue”.

Un romanzo che letteralmente mi prese e mi trascinò nei meandri oscuri di una mente, quella dell’Iguana, “bestiale”, eppure umana come la mia. 

Un sentimento ambivalente, insieme di repulsione e fascinazione, che ho provato, con medesima intensità, leggendo “Leon” (che di “Almost Blue” è il seguito).

Torna il Lucarelli di “Almost Blue”, e nessuno è più al sicuro.

Già dalle prime pagine, la mia mente ha avuto un “flashback” pazzesco, perché Alessio è LUI, l’Iguana di “Almost Blue”, il Mostro, il serial killer che ruba l’identità delle sue vittime (e non solo in senso metaforico).

L’Iguana, Grazia e Simone. Di nuovo. Ma il mondo è cambiato, Bologna è cambiata. Non è più la città rock, psichedelica, in mano agli studenti di “Almost Blue”. È una Bologna più silenziosa, meno vivace forse, ma sempre bellissima, la Bologna del 2020, ai tempi del Covid-19. In questa nuova società di maschere e mascherine, fittizie o reali, però, nulla è come sembra e nessuno è veramente al sicuro.

Un romanzo multisensoriale “Leon”, multifaccia, multiforme. Come i Mostri di cui parla. L’Iguana, Ray Cooper, il Topo. Così brutali, crudi, pazzi eppure … così umani. 

Disagio mentale. Follia Criminale. Sangue, tanto sangue.

Campane dell’inferno che suonano, di nuovo, eppure questa volta anche silenzio, solitudine, isolamento. Inquietudine, nel romanzo, e nel lettore. 

È stato un istante. Un istante di amore assoluto. Quando ho capito che non l’amavo più l’ho ucciso.

Fame d’amore (c’è sempre l’amore, perverso, malato, ma amore, in ogni storia criminale). Amore che si trasforma in ossessione, malattia, dolore. E sangue, ancora.

E potrei continuare, perché “Leon” è questo, e molto altro. Un ritmo narrativo serrato, ipnotico, alienante, che ti trascina sull’orlo di quell’abisso, che è fuori, ma soprattutto dentro di noi (su cui molti si sono affacciati, senza volerlo, causa pandemia, negli ultimi due anni).

Un romanzo non per tutti, certo. Ma imperdibile per chi subisce la più oscura delle fascinazioni, quella del male.

Autore

Carlo Lucarelli, emiliano, classe 1960, uomo poliedrico: scrittore, sceneggiatore, autore e conduttore televisivo di successo. “Leon” è l’ultimo della serie di romanzi con protagonista l’ispettrice Grazia Negro, tutti pubblicati da Einaudi.

Carlo Lucarelli: LEON
Concludendo
Torna l'Iguana, il più feroce dei serial-killer. Torna Grazia Negro, la “cacciatrice di mostri". E con lei, Simone, il ragazzo delle “voci". Torna il Lucarelli di “Almost Blue", e nessuno è più al sicuro.
Pro
Lo stile narrativo, quella “lirica criminale" che per me è l'impronta inconfondibile del Lucarelli romanziere.
Il finale. Perché? Non voglio spoilerare, ma io già fantasticavo su un Leon 2, “Il ritorno del topo".
Contro
Nessuno
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