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Percussivo
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Un’assurda, insensata serie di attentati e di omicidi funesta Londra. I responsabili non sono i servizi segreti stranieri né un gruppo terroristico, ma persone comuni che all’improvviso compiono gesti di una violenza inaudita e inspiegabile. L’aria è tossica, minacciosa, carica di rabbia. Il paese è nel caos. Il Primo Ministro crea una nuova polizia speciale, la Sezione, e le affida pieni poteri. Eva B, la donna chiamata a dirigerla, incarica delle indagini i suoi due uomini migliori, il Porco e Dennis Tabbot. Sono agenti a dir poco particolari: enormi, insolitamente agili, del tutto insensibili al dolore, sprovvisti di qualsiasi morale e abilissimi torturatori. Soprattutto sono esperti di una magia feroce e sporca, il voodoo urbano. Da loro ci si aspetta che fermino la lunga scia di sangue. Ma ogni sforzo sembra vanificarsi contro un nemico multiforme e invisibile, sempre un passo avanti. Non basta unire i puntini sulla mappa, bisogna capire chi l’ha disegnata, prima che anche il Regno Unito prenda fuoco come il resto dell’Europa. Combinando elementi horror, grotteschi e surreali, Orso Tosco ha scritto un noir acido e potente, intriso di tematiche new weird, nel quale il confine tra realtà e fantascienza crolla in via definitiva e la deformazione e l’allucinazione sembrano le ultime strade possibili per raccontare la realtà esasperata e sconvolta in cui siamo ormai abituati a vivere.

Recensione

Confesso: mi sono approcciato a questo libro con sospetto.
Sono abbastanza vecchio da ricordare la sbronza Pulp di metà anni novanta, le poche cose notevoli che sono sopravvissute a quell’orgia ma, soprattutto, la montagna di monnezza letteraria che si è lasciata dietro.

Si pubblicava di tutto, allora, purché fosse violento, cattivo, efferato e, fatti salvi pochissimi talenti, il resto era un’orda di autori e autrici che non avevano nulla da dire ma lo dicevano forte.

Sta di fatto che dalle recensioni lette in giro mi aspettavo sesso, droga, violenza gratuita, morti ammazzati, linguaggio sordido e famose male. E basta.

E invece c’è il sesso, c’è la droga, c’è la violenza e ci sono tonnellate di morti ammazzati. Ma non c’è solo questo.

Perché dietro e sopra al testo, c’è una idea.
E c’è un linguaggio capace di supportarla.

London Voodoo ha il passo di un thriller, l’atmosfera di un noir, le premesse di una distopia, una trama da SF, la violenza di un horror, la magia di un urban fantasy e le immagini di un viaggio lisergico ma, il tutto, sostenuto da una voce originale, potente, capace di guidare il lettore attraverso le duecento pagine di questa poderosa cavalcata senza un calo di ritmo, di tono.
Senza che tutto sia troppo.
Ed è cosa rarissima.

Orso Tosco piega il linguaggio del thriller costringendolo in una forma poetica, l’unica in grado di sostenere il peso della narrazione e di provocare nel lettore il mutamento necessario ad assorbirla.

Che è il senso dell’arte.

London Voodoo è soprattutto un libro profondamente, intrinsecamente anarchico.

Lo è nel suo rifiuto di farsi costringere in un genere, lo è ancora di più nel rifiuto del potere, che permea ogni riga anche, e soprattutto, quando a parlare è chi un potere, reazionario, violento, fascista, sembra rappresentarlo.
Come Dennis Talbot, come il Porco.

I due protagonisti sono agenti speciali mostruosi, ex poliziotti deformi, maghi neri dediti al voodoo urbano, creature da horror esploratrici di qualsiasi violenza, abiezione, droga o dolore possa portare loro, e le cose, al punto di rottura. Due stupratori, assassini, torturatori di ragazzini, formati in mille e mille macellerie messicane, eppure soltanto pedine in un gioco più grande di loro.

Gli echi che la lettura richiama sono tanti.
Tornano alla mente Ballard, Burgess, Alan Moore, ovviamente, ma anche Tibor Fischer, Palahniuk, il revivalismo magico della Chaos Magick, l’Hard Boiled di Frank Miller. Persino, in qualche modo, la magia intrisa di brit humour di Charles Stross e il racconto breve La fine del gran casino, di Stephen King ma, nonostante queste eco, London Voodoo è qualcosa di nuovo, lo è in generale e lo è soprattutto in riferimento al panorama italiano, ancora assediato dai troppi commissari intenti a gustare specialità tipiche in province col tasso di mortalità di Bogotà.

Una lettura dal ritmo incalzante, percussivo, che non consente di mollare il libro prima di arrivare al finale.

“Il mondo è per chi ci crede”, dice l’Oracolo, unica figura capace di autodeterminazione in un universo un cui la vita, e la morte, vengono decise altrove.

E in un mondo di sopraffazione, esaurita da tempo qualsiasi illusione ideologica o spirituale, l’unico rifugio sembra essere un nichilismo consapevole, unica alternativa ad una apocalisse al rallentatore.

Quando non si può decidere come vivere, si può forse ancora scegliere come morire.

QUI la nostra intervista a Orso Tosco:

Autore

Orso Tosco è scrittore, poeta e sceneggiatore. Ha vissuto a lungo a Londra, vivendo in una Squat e lavorando alla Tate Modern. Per minimum fax ha pubblicato il romanzo Aspettando i Naufraghi (2018) e, insieme a Cosimo Argentina, Dall’inferno. Due reportage letterari (2021). Per Interno Poesia è uscita la sua raccolta Figure amate (2019). Vive a Ospedaletti, nel far west ligure. 

Orso Tosco: London Voodoo
Concludendo
Un romanzo anarchico, poetico, violento e spiazzante che non molla la presa sul lettore
Pro
Originale
La voce dell'autore convince e sostiene una trama complessa e un immaginario lisergico
Il ritmo non molla un secondo
Contro
Il cross genre e il contenuto fortemente grafico spiazzeranno molti, ma questo non è necessariamente un male
4.7
Percussivo
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