Jonathan Bazzi: Corpi minori

4.3
Ultracontemporaneo
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I corpi minori sono corpi celesti di dimensioni ridotte: asteroidi, meteore, comete, ma in questo romanzo “minori” sono tutti i corpi osservati sotto la lente del desiderio. Desiderio che fa gravitare i personaggi attorno ai sogni e alle ambizioni di una vita, o solo di una stagione. Come accade al protagonista, che all’inizio della storia ha vent’anni, più di un talento ma poca perseveranza. Di una cosa però è sicuro, vuole andarsene da Rozzano, percorrere in senso inverso i tre chilometri e mezzo di via dei Missaglia, lasciarsi alle spalle l’insignificanza e la marginalità e appartenere per sempre alla città, dove spera di trovare anche l’amore, che sin dall’adolescenza insegue senza fortuna, invaghendosi di ragazzi tanto belli quanto sfuggenti. In una Milano ibrida e violenta, grottesca e straripante – che sembra tradire le promesse di quiete e liberazione immaginate da lontano –, il protagonista dovrà fare i conti con le derive del desiderio, provando a capire quale sia il suo posto nell’ordine geografico ed emotivo di questi anni irradiati di cortocircuiti tra reale e virtuale, tra immagine ed esperienza incarnata. Quando inizia una relazione con un ragazzo più giovane di lui e bellissimo, si sente finalmente dentro il cono di luce dorata della felicità: ama, ed è corrisposto. Eppure non basta trovarsi nel luogo che si è sempre sognato, non basta l’amore. Si è inchiodati a se stessi, in carne e ossessioni: per riuscire a occupare il proprio posto nel mondo non si può ignorarlo. Partendo da una attitudine rigorosa, analitica, fenomenologica nei confronti del reale, Bazzi trova sintesi espressive illuminanti e restituisce tutta la potenzialità estetica latente in ogni nostro gesto e manifestazione, disegnando un percorso di formazione ricchissimo e ultracontemporaneo.

Recensione

Tutti i corpi sono minori sotto la lente del desiderio, minore è il corpo desiderante, che corre, innalza, gravita attorno a corpi più grandi e lucenti, fiammeggianti, abbacinanti, il corpo che elegge altri corpi  a stelle e pianeti, fuoco orbitale, la ragione di tutto.

Tutti noi siamo stati Corpi minori

Abbiamo desiderato, amato, pianto, lottato, attorno al centro nevralgico, polo d’attrazione del nostro microcosmo esistenziale.

Esattamente come il protagonista del nuovo libro di Jonathan Bazzi, prosecuzione e approfondimento naturale di Febbre, finalista al Premio Strega 2020 e rivelazione dell’anno 2019.

Siamo nel 2007  in Via Volvinio, solo 13 chilometri dal centro di Milano, in realtà  lontani anni luce dalla vita, dalle luci, dal movimento vivifico e creativo. 

Il tempo nei sobborghi popolari è immobile, vischioso, tutto è fermo e puzza di speranze tradite e fatica.

Unico imperativo: andare via.

Avere vent’anni ed una spiccata propensione a perdersi in desideri multipotenziali, monomanie a cui non si concede neanche un commiato.

Canto, poi Yoga, lingue, no… arte, forse è meglio filosofia… certo anche giornalismo ha il suo perchè. 

“Nato per innamorarmi, nei fatti la mia vera aspirazione professionale” ma intanto i soldi non ci sono e il magnetismo verso il centro propulsore aumenta.

Arriva Pietro, “posso fidarmi di lui”,  innescando una rapida elevazione sociale: Via Pacini, Viale Monza, Via Morgagni, i capitoli ci descrivono la mappa emotiva del corpo minore nel suo viaggio verso l’appagamento del suo desiderio. 

Arrivare al centro: c’è chi riesce col duro lavoro. Io, che ne sono incapace, lo faccio affittando me stesso”

Esami persi, 2009, 2010, programmi da rifare, feste, amici, Pietro, lo yoga, Dylan, sesso antistress, Minnie e gli anni che passano mostrano i denti, chiedono il conto.

“Età ventitré, ventiquattro anni, la fase della vita in cui potresti imbatterti nella storia che aspetti da sempre”

Lavori improvvisati e mal sopportati “sono nato povero con la testa da ricco”, le parole delle filosofe come ancora di salvezza e due bellissimi Devon Rex.

E finalmente l’amore, quello vero, che lascia esposta la polpa, come la carne di Prometeo, in grado di spaccare il guscio. 

Marius, nome gentilmente concesso dal vero compagno di Bazzi, diverrà il centro dell’universo, nuovo Sole intorno al quale ruotare e espandersi.

In questo preciso momento, al culmine della perfezione cosmica, i corpuscoli si cristallizzano, le molecole si congelano e il ventisettenne deve collimare realtà e fantasia, periferia e punto focale, arte e pratica.

Inspiro, ti amo? Espiro, non ti amo più

Si susseguono pensieri latenti, autodistruttivi, ipocrisie, bugie, menomazioni mentali; un processo continuo in cui incarnare boia e carnefice.

Questa è una storia d’inceppamento, di un movimento che parte e si arena, di un corpo che inizia a girare su se stesso quando invece sognava di sfrecciare

Bazzi si supera e ci dona una lettura che rovista nelle cantine dell’animo umano, impasta fatti reali con pensieri filosofici, manipola lettere e mette in fila parole perfette con le quali tutto è possibile.

La ricerca sofista di un’identità unica, demiurgica, apre le porte ai grandi pensieri speculativi e dona profondità escatologica al romanzo, delineando così una nuova modulazione narrativa

Le Frasi sono assolute, totalizzanti, le congiunzioni diventano connessioni strutturali obsolete nel regno lisergico dell’Autore.

La sua penna tocca eccelse vertigini stilistiche, per piombare poi nelle latrine del linguaggio, disegnando, o meglio, ridisegnando, un microcosmo emotivo in cui ogni corpo o corpuscolo può riconoscersi.

Il ritmo è rapido, sostenuto da un’urgenza febbrile di comunicare, di riversare le molecole corporee del proprio vissuto su carta, quasi a volerlo eternante.

Romanzo unico, ambiguamente autobiografico, ricco di metafore e significati meta narrativi. 

Un libro che non si chiude all’ultima pagina.

Autore

Jonathan Bazzi è nato a Milano nel 1985. Cresciuto a Rozzano, estrema periferia sud della città, è laureato in Filosofia con una tesi sulla teologia simbolica in Edith Stein e appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere. Nel 2015 ha iniziato a collaborare con varie testate e magazine pubblicando articoli, racconti e personal essay. Alla fine del 2016 ha deciso di parlare pubblicamente della sua sieropositività con un articolo pubblicato da “Gay.it”.

Jonathan Bazzi: Corpi minori
Concludendo
Corpi minori è un viaggio introspettivo, tra desideri e paure, alla ricerca di un senso e di un posto stabile nel mondo.  Riscatto sociale e amore ideale s’intersecano, creando la parabola perfetta in cui ogni corpo minore può riconoscersi.
Pro
Il linguaggio creato da Bazzi ha una espressività unica 
Emozioni e desideri assumono una connotazione iconica
Milano e la periferia vista attraverso la volontà di riscatto
Contro
Nessuno degno di nota
4.3
Ultracontemporaneo
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