Daniele Furia: Il gioco delle maschere

3.5
Serrato, tenebroso, quasi onirico.

Semo tuti in mascara! Viva el Papà del Gnoco!”

A Verona, il Carnevale è appena cominciato quando, a notte fonda, la Polizia decide di forzare l’appartamento del Dottor Masiero. Da ore, l’uomo non risponde al telefono. La scena che si presenta agli agenti è però molto più terribile di quanto si aspettassero. Masiero giace riverso su una poltrona con indosso un costume tradizionale raffazzonato, ma preciso, del Baccanale veronese.

Poche ore dopo, la vice ispettrice Miriam Sannino viene richiamata in un cascinale diroccato appena fuori città: un altro cadavere, un’altra maschera veronese. Troppe coincidenze per essere un caso, troppa perizia anche per trattarsi di un gruppo di sbandati.

Miriam, insieme alla collega e amica di sempre Patrizia, alla giovane recluta Giusy e al nuovo arrivato Giovanni Tassi, inizia ad indagare, con tutta la pressione di sapere che in Questura nessuno crede che lei sia in grado di chiudere il caso.

Presto, altri macabri ritrovamenti si succedono, come mosse di un gioco implacabile. Chi sta dietro agli omicidi? E qual è il loro segreto oscuro? Lo sa forse il misterioso eremita che, leggendo sulla stampa dei delitti, decide di lasciare precipitosamente il cascinale dove vive, auto-recluso da vent’anni, e tornare subito a Verona?

Miriam dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, e in particolar modo quelli che riguardano il padre, ex poliziotto accusato di corruzione. Solo allora scoprirà quale verità la unisce, pericolosamente, all’assassino delle maschere.

Recensione

Guardò la pioggia che cadeva sul marciapiede sapendo che non avrebbe trovato il coraggio di farlo. Quelle erano solo fantasie. Quando i pensieri iniziavano a volare non c’era più modo di fermarli. E invece doveva smettere di pensare. Era arrivato il momento di agire.

Lo sapete che uno dei Carnevali con le origini più antiche d’Europa, si svolge in Italia, a Verona? Secondo la leggenda, risale addirittura al 1531, anno in cui, a causa di una grave carestia, il prezzo della farina crebbe così tanto che la povera gente, in particolare nel popolare quartiere di San Zeno, rischiava la morte per fame. Fu allora che un nobile e facoltoso veronese riuscì a raccogliere una somma che per quell’anno avrebbe garantito ai diseredati la farina necessaria per gli gnocchi, il semplice piatto che allora era la base dell’alimentazione popolana. In ricordo di quell’episodio, nacque la figura del “Papà de’ Gnoco”, maschera che guida la sfilata (circa una sessantina di carri allegorici e oltre settemila figuranti) che attraversa ogni anno il bel centro storico di Verona il venerdì precedente la quaresima, chiamato appunto Venardì Gnocolar.

Ed è proprio intorno al Baccanale (e alle sue maschere) che l’autore costruisce abilmente il suo thriller.

A Carnevale appena iniziato, Verona è nelle mani di uno spietato assassino, che uccide le sue vittime e poi le ricompone, proprio come fossero maschere. Ma il serial-killer delle maschere cosa vuole, veramente? “Dipingere” una personalissima allegoria del Baccanale, magari alla ricerca del gran palcoscenico dei media? Oppure, c’è un messaggio ben diverso, sotto.

Daniele Furia è bravo a tenere aperte tutte le strade, con una scrittura potente e visionaria, a tratti spaventosa.

E’ bravo anche nel svelare al lettore, pagina dopo pagina (senza assolutamente togliere pathos alla narrazione) quel che realmente muove la mano dell’assassino: il Carnevale viene asservito alla sua personalissima forma di vendetta.

Ogni zona della città ha una propria maschera. E ogni maschera è come un capovolgimento, una ribellione. E infatti, lo abbiamo detto, la festa del Baccanale è nata proprio così, per sedare una rivolta del popolo affamato dalla carestia e dalla pestilenza.

Ma se ogni maschera riprende in senso letterale le potenzialità del rovesciamento sociale da cui la festa del Carnevale deriva, “le maschere non servono a nascondere le vittime. L’assassino le sta usando come un codice, ne ha bisogno per dirci qualcosa. Ma cosa? Forse che quelle non sono maschere, ma le loro vere identità”.

L’autore usa la doppiezza delle maschere per rispecchiare la doppia vita di gran parte dei personaggi, nelle cui vicende il lettore è sempre coinvolto.

Furia trasfigura, in questo Carnevale di morte, anche la bellissima città di Verona, “dove sono in maschera. Tutti quanti in maschera, anche i morti”.

Una Verona diversa: inedita, grigia, ambigua. Una città che, per me, riveste il ruolo di prima attrice del romanzo.

In questa Verona, tetra, fitta di nebbia, i diversi assi narrativi costruiti dall’autore si muovono con estrema coerenza (anche se non mancano clamorosi colpi di scena).

Da un lato, le indagini ufficiali della squadra condotta dalla vice-ispettrice Miriam Sannino; dall’altro, quelle parallele, informali, del tutto fuorilegge, portate avanti dal padre di Miriam (che tutti danno per morto o infame) e dell’ex-compagno di lei, giornalista di nera.

Accanto a questi due filoni di sviluppo principali, Furia ci regala brevi stralci (sapientemente dosati) che rivelano lo sguardo indagatore di qualcuno “fuoricampo”, che si nasconde nell’ombra.

Qualcuno che si svelerà alla fine, nell’immancabile, ultimo, inaspettato, pazzesco colpo di scena.

Anche se vivevano due esistenze separate, lui e Miriam sperimentavano la stessa intima angoscia, che nascondevano al resto del mondo.

Personaggi perfettamente delineati, dialoghi ben costruiti, ritmo sostenuto, trama avvincente.

Ottimo esordio quello di Daniele Furia, capace di coinvolgere il lettore nel serrato conto alla rovescia del Carnevale della sua Verona, fino al Venerdì Gnocolar, culmine della festa e momento del gran finale del thriller. Quando tutto trova la sua spiegazione.

Editore MONDADORI
Pagine 415
Anno di Pubblicazione Febbraio 2022

Autore

Daniele Furia è nato in provincia di Verona nel 1976.

Appassionato di musica jazz, cinema noir e fumetti pulp, ha pubblicato tre album di rock indipendente con il Gruppo Younger Son.

Si occupa di letteratura nelle ore notturne. “Il gioco delle maschere” – pubblicato con Mondadori nel febbraio 2022 – è il suo romanzo d’esordio.

Daniele Furia: Il gioco delle maschere
Concludendo
Thriller serratissimo, perfettamente calato nell’atmosfera goliardica, ma a tinte fosche ed inquietanti, che invade Verona nei giorni del Carnevale, la festa più misteriosa, ambigua, iconica del nostro Paese.
Pro
La perfetta alchimia tra narrazione thriller
tradizioni nazional-popolari del Carnevale
Verona, ambientazione e protagonista al tempo stesso
Contro
Onestamente, non ne trovo. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, l’intreccio che si muove lungo diversi assi narrativi funziona bene dall’inizio alla fine, e non c’è alcun sconfinamento nello “splatter” (che, personalmente, non gradisco mai).
3.5
Serrato, tenebroso, quasi onirico.