
Hong Kong. Tra vie caotiche e luci al neon insonni, svetta la città con i suoi grattacieli. Immensi acquari tecnologici in cui si decide il futuro dell’umanità. È qui, nell’atmosfera viscosa dell’estate tropicale, che una francese, Moïra Chevalier, neoassunta alla Ming Incorporated, dovrà lavorare a una nuova applicazione: DEUS, l’assistente virtuale più umano mai progettato. Ma quando vengono rivenuti i cadaveri stuprati e torturati di alcune ex dipendenti della Ming, agli occhi della giovane donna la M minimalista del colosso tecnologico si svela in tutta la sua ambiguità. In un crescendo di suspense, Moïra dovrà ricredersi: lei che pensava di gestire la propria vita, le proprie scelte, scoprirà che qualcuno lo fa al posto suo, decidendo della sua esistenza e di quella degli altri. Nel nuovo thriller di Bernard Minier il mondo ultramoderno della tecnologia e quello più degradato dell’animo umano s’intrecciano, e il web ha la forma concentrica dei gironi infernali di Dante. Ma questo non è il passato, e non è il futuro. È il nostro presente.
RECENSIONE
A una prima impressione, M. Sul bordo dell’abisso potrebbe sembrare un romanzo ambientato nel futuro e invece l’autore ci spiazza mettendo subito in chiaro che le tecnologie descritte esistono o sono in fase di sviluppo.
Moïra è una giovane donna francese che atterra a Hong Kong per lavorare alla prestigiosa Ming, nell’ambito di un ambizioso progetto per creare DEUS, il chatbot più potente mai esistito. DEUS diventerà l’assistente personale di mezzo mondo, un amico virtuale che ci conosce meglio di noi stessi e che è in grado di guidarci a colpo sicuro nelle nostre scelte.
Il compito di Moïra consiste nel dare a DEUS una vera personalità, delle vere emozioni; deve aiutarlo a umanizzarsi. Man mano che Moïra si inserisce nel nuovo ambiente di lavoro ci troviamo immersi nel mondo dell’intelligenza artificiale, comprese tutte le possibili derive. Quali sono i limiti da non oltrepassare? Siamo davvero disposti a rinunciare alla nostra privacy e al nostro libero arbitrio per seguire gli “amorevoli” consigli di una macchina?
Come se questi interrogativi non fossero abbastanza inquietanti, il lavoro di Moïra si complica quando diventa evidente che qualcuno all’interno della Ming sta ostacolando l’apprendimento di DEUS.
C’è di più. In giro c’è un serial killer spietato che sottopone le sue vittime a torture raccapriccianti, dando sfogo ai suoi istinti più sordidi. Un uomo cattivo dall’animo oscuro, la cui mente crudele è quanto di più lontano si possa immaginare dal comportamento di un chatbot ben educato. Ahimè, Moïra corrisponde perfettamente alla vittima tipo del mostro.
Sullo sfondo una Hong Kong che fa girare la testa. La città è una giostra di contraddizioni: ipertecnologica e sporca, esotica e sproporzionata, lussuosa e oscena. Moïra la attraversa come la pallina di un flipper, con la consapevolezza costante di non potersi fidare di nessuno.
Il finale è adrenalinico con un colpo di scena importante, forse solo un filo forzato.
In questo romanzo tutto suscita un’angoscia che non viene dissipata perfino quando, alla fine, si chiude il libro.
Traduzione: Raffaella Patriarca
Editore: Baldini + Castoldi
Pagine: 592
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Bernard Minier è nato a Béziers e vive a Parigi. I suoi libri, tra cui Il demone bianco (vincitore del Festival Polar de Cognac) e Nel cerchio (Piemme 2014), ne hanno fatto uno dei maestri del thriller francese. Dai romanzi con protagonista Martin Servaz è stata tratta una serie televisiva vincitrice del premio come migliore serie al Festival di La Rochelle 2016. Non spegnere la luce è stato pubblicato in Italia da La Nave di Teseo nel 2017, seguito nel 2018 da Notte (La Nave di Teseo).
