
Una sirena. È ciò che vede galleggiare sul pelo dell’acqua un pescatore accorso nella notte a controllare la sua barca dopo una terribile tempesta a Punta Ligea, dove la costa calabrese si protende verso lo Stretto. Assomiglia alla polena di una nave, tanto è perfetta. Ma quando la sirena lo guarda, appena prima di inabissarsi, lui capisce di essere di fronte al mito che ogni marinaio conosce, quello delle regine dei mari. Sul posto viene chiamata Stella, una sommozzatrice che con l’acqua ha un legame particolare da quando il mare si è preso sua sorella. La sirena è in realtà un’adolescente bellissima, mutilata, i piedi a formare una pinna e un ciondolo adagiato sul petto. L’ispettore incaricato delle indagini vorrebbe coinvolgerla, ma Stella è irremovibile, ha promesso a sé stessa e a sua figlia che avrebbe chiuso per sempre con quella vita. Intendono partire per Roma per ricostruire un’esistenza lontana dai ricordi e dagli incubi del presente. Quando è sul punto di salutare tutti, però, Stella scopre che c’è un legame di sangue tra la sua famiglia e quell’incomprensibile morte. La sirena riguarda in qualche modo il suo passato. E Stella capisce che spetta a lei fare luce sulla vicenda, anche se questo significa rischiare di affogare nel mare dei ricordi.
RECENSIONE
L’autrice ci racconta una storia fatta di leggende, di superstizioni e di riti propiziatori scaccia male.
Le sirene sono una leggenda, ma nei paesi di pescatori questa leggenda diventa quasi un’ossessione. Stella, la protagonista, ha un passato molto particolare, dove gli abbandoni e le perdite sono entrati a far parte della sua vita troppo presto e le hanno lasciato delle paure incontrollabili. Allevata dalla zia, che ha cercato di farla crescere nel migliore dei modi, Stella ora vuole scoprire la verità sul suo passato.
Il ritrovamento del corpo di un’adolescente le risveglierà ricordi frammentati, crederà di impazzire e si convincerà persino di essere coinvolta nella vicenda. Indagherà e scoprirà parti della sua infanzia ormai cancellate dalla sua mente.
Eppure la vita non era una favola, tutt’altro. Per come la vedeva lei, la vita era un gioco crudele in cui si viene gettati e prelevati a forza in una merda
Questo libro affronta temi molto interessanti, riguardanti la psiche umana.
L’autrice è riuscita a coinvolgere il lettore in un dramma, oltre che famigliare anche popolare. Sin dall’antichità, si narra, che l’uomo ha creduto nei sacrifici umani, per poi avere in cambio favori dagli Dei, ed è proprio di questo che parla il libro.
C’è una persona che deve essere fermata altrimenti continuerà a uccidere. Un’indagine che ripercorre il passato, analizza ogni singolo dettaglio cercando indizi tra la popolazione. Cosa succede se tutto riconduce alla tua famiglia? Cosa succede quando hai dubbi pure su chi ti sta accanto e che ti ha cresciuto?
Un libro in cui la pazzia è al centro di una trama ben costruita.
Editore: Piemme
Pagine: 430
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Emanuela Valentini vive e lavora a Roma come editor freelance. Tra le altre cose scrive per Wired Italia. Colleziona libri e macchine per scrivere. Nel 2013 ha messo in rete gratuitamente la fiaba La bambina senza cuore superando in pochi mesi i 160mila download. Nello stesso anno ha vinto il premio Chrysalide Mondadori con il racconto Dantalian. Sempre nel 2013 è uscito Ophelia e le Officine del Tempo, romanzo fanta-storico finalista al Torneo Io Scrittore. Con Delos Books ha pubblicato il serial Red Psychedelia, dedicato a una Cappuccetto Rosso cresciuta in un ambiente più triste e non meno pericoloso del bosco. Nel 2016 ha vinto il Premio Robot con il racconto Diesel Arcadia, la favola di una nave volante nella Parigi del 1925, che a luglio di quest’anno è stato pubblicato in Giappone. Nel 2018 scrive Grotesquerie (Dana).
