Barbara Petronio

Barbara Petronio è nata a Terni nel 1973 e vive a Roma. La sua passione per la scrittura affonda le radici sin dall’infanzia, spostandosi successivamente verso il linguaggio televisivo seriale, terreno a lei fertile per esprimere pienamente le sue storie.

Da poco meno di vent’anni il suo mondo ruota attorno alla scenografia, inserendo nel bagaglio lavorativo importanti riconoscimenti e serie televisive che anche chi non ha visto non può non conoscere…avete presente Distretto di Polizia ?

Ma non solo, ha iniziato proprio con la fortunata serie Distretto di Polizia 3 e 4, poi ha proseguito creando e scrivendo, sempre per Canale 5, RIS Delitti Imperfetti, Cuore contro Cuore, Il clan dei Casalesi e Le mani dentro la città

Per Sky, è coautrice di Romanzo Criminale 1 e 2 serie, e per Fox crime, di Donne Assassine e Il Mostro di Firenze. E’ stata head writer di Suburra, la prima serie originale italiana distribuita dal colosso dello streaming Netflix e curato, come produttrice creativa, la serie Tutta colpa di Freud (Amazon/Mediaset) e la mini serie Alfredino, Una Storia Italiana (Sky) di cui ha anche scritto tutti gli episodi.

Per il cinema ha scritto Mozzarella Stories (esordio alla regia di Edoardo De Angelis), ACAB (esordio alla regia cinematografica di Stefano Sollima) e Indivisibili (regia di Edoardo De Angelis), per il quale ha ricevuto il premio David di Donatello e il Ciak d’Oro come miglior sceneggiatura originale nel 2017.

Barbara Petronio Neve rossa

Da tempo coltivava il sogno di scrivere senza vincoli produttivi, potendo essere libera di spaziare nella mente dei personaggi e nei meandri delle storie più oscure e con Neve Rossa, il suo romanzo d’esordio pubblicato da HarperCollins Italia, ha deciso di mettersi in gioco superando egregiamente ogni aspettativa della critica. Neve rossa è un libro che riesce a dipingere perfettamente il lato oscuro della vita quotidiana e delle relazioni, tenendo il lettore incollato alle pagine, dall’inizio alla fine, grazie a una prosa scenografica e ricca di innumerevoli colpi di scena.

Le atmosfere perturbanti e tenebrose dell’Appennino ricordano Twin Peaks, mentre il ritmo adrenalinico della storia è degno del genere thriller. E il finale? Vi sorprenderà pienamente, lasciandovi a bocca aperta come nelle migliori storie.

“Neve Rossa” lo abbiamo recensito QUI.

Barbara Petronio ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune nostre domande.

  1. La prima parola che si presenta dopo aver letto il tuo libro è, senza alcun dubbio, originalità”. Una trama (finalmente) insolita rispetto al mercato editoriale di genere, collocata in una location a dir poco perfetta. Come mai, tra tutti i luoghi a disposizione del nostro Bel Paese, hai scelto proprio Sestola, la Perla dellAppennino”? 

Innanzitutto grazie per aver apprezzato l’originalità della trama. Era proprio quello che cercavo quando ho avuto l’idea di questa storia e sapere che dei lettori, esperti come voi, hanno apprezzato proprio questo, mi riempie di soddisfazione.

Per quanto riguarda Sestola, mi sono rifatta ai miei ricordi d’infanzia. È un posto talmente affascinante che lì ho passato una delle prime notti insonni della mia vita e non ho mai capito perché! Quando scandagliavo l’Italia alla ricerca di un posto di montagna che trasmettesse sensazioni forti, mi è tornata subito in mente Sestola. 

  1. Nella recensione pubblicata da ThrillerLife, uno degli aggettivi utilizzati per riassumere il tuo libro è stato teatrale”, in quanto risulta pressoché naturale al lettore, immergersi in unappagante sensazione di visione grazie a una narrazione così fluida e scorrevole in grado di tradurre ciò che viene letto con una immedesimazione visiva. Considerata la tua importante esperienza lavorativa, sorge normale chiedersi se e quando avremo il piacere di vederne una trasposizione su pellicola?

Nutro la vostra stessa speranza, non so se film o serie ma certo mi piacerebbe una trasposizione di questa storia. Per adesso posso solo dire che c’è un bell’interesse attorno al romanzo.

3. Come definiresti questa tua esperienza con la narrativa, una parentesi o unapripista?

Un’apripista coi tempi di una parentesi… A parte scherzi, è stata un’esperienza molto bella e appagante, in un clima di libertà creativa totale a cui non sono abituata nel mio lavoro di sceneggiatrice. Ho già in testa l’idea per un secondo romanzo, sempre thriller paranormale, ma l’unica cosa che mi manca è… il tempo! Farò il possibile per ricavarmelo.

  1. Il titolo può contenere significati differenti, tutti in linea con la narrazione. Tu stessa hai dichiarato che il primo significato è da ricercare nello strano fenomeno naturale: il cielo tinto di rosso a causa dei forti venti carichi di sabbia sahariana che conferiscono una colorazione rossastra alla candida neve. Un fenomeno nemmeno così frequente da vedere, per quale ragione hai scelto proprio questo? Ti è capitato di assistervi?

Non l’ho mai visto dal vivo, purtroppo. In realtà ho scoperto l’esistenza di questo particolare fenomeno proprio quando cercavo un titolo al romanzo. Volevo qualcosa che trasmettesse il senso di candore della neve e, allo stesso tempo, una profonda inquietudine. Quando ho scoperto che c’era la neve rossa, mi sono subito detta che era il titolo perfetto. Si incastrava in maniera incredibile con la trama e l’ambientazione.

5. Senza voler entrare troppo nella vicenda e rivelare ciò che i lettori avranno il piacere di scoprire, soffermiamoci un attimo sulla presenza di elementi folkloristici e mistici delle comunità montane, quelle tradizioni dal sapore un po’ orrorifico che albergano in un equilibrio in bilico tra fede e superstizione. Quale legame ti unisce a questo elemento che si fa spazio acquisendo via via una posizione importante nella narrazione?

Un legame molto forte. Sono da sempre affascinata dai lati oscuri delle persone e dall’imponderabile. Mi intriga tutto ciò che è ignoto e ancor più quello che si tramanda nelle tradizioni dei popoli, nelle leggende e negli usi e costumi. Leggo molti saggi a riguardo e li trovo, a volte, più intriganti dei romanzi di genere.

  1. Le donne. Figure femminili estremamente forti e importanti compaiono nella vicenda, a partire da Giordana, protagonista principale insieme al marito Dario, sino alla nonna di Helena, anziana serba che non ha direttamente voce in capitolo ma la sua presenza si fa comunque sentire. Qual è, oggi, nella storia contemporanea italiana, la donna alla quale dedicheresti un tuo libro?

Senza dubbio Ida Magli. È stata forse la più importante antropologa italiana, scomparsa qualche anno fa e, purtroppo, non molto ricordata. Una donna dal pensiero libero e dalla lucida lettura del contemporaneo. Una pioniera nell’analisi del ruolo della donna nella società. Ho letto alcuni suoi libri per un esame all’università e da allora non l’ho più abbandonata. Dovrebbe essere studiata nelle scuole, in particolare dalle bambine. 

  1. Prendiamo ora in considerazione le figure maschili presenti nella vicenda narrata. Uomini, per differenti aspetti, con i quali diviene più difficile instaurare una certa empatia e che presentano, a tratti, alcuni stereotipi poco apprezzabili, a partire dalla figura di Dario, un po’ troppo debole al fascino femminile, sino ad arrivare a Federico, il camionista maschio” italiano. Riassumendo: si evidenzia un po’ di mascolinità tossica. In una scala da 1 a 10, quanto credi che si stia facendo nel nostro Paese a favore dellabbandono di certi comportamenti tossici che hanno creato negli anni una pesante ideologia della mascolinità tradizionale a discapito della figura femminile?

Credo si faccia poco, perché la nostra cultura è ancora profondamente patriarcale. Lo è nelle relazioni, nei luoghi di potere, non solo politico, nella scuola. Lo vedo anche nel mio settore dove le donne ancora faticano ad emergere e trovare le stesse “attenzioni” degli uomini. 

8. Considerata la tua importante esperienza di sceneggiatrice, c’è un film che vorresti consigliare a tutti i nostri lettori? Per quale ragione?

Beh film recenti direi  “Get out” di Jordan Peele e sono molto curiosa di vedere il nuovo “Nope” di prossima uscita. 

Sulle serie thriller consiglio le prime due stagioni di Servant e ora sto vedendo Staircase che mi sembra molto promettente.

  1. Se dovessi indicare tre parole che ti rappresentano, quali sceglieresti?

Riservata, determinata, curiosa.

  1. Se dovessi scegliere tre cose di cui non potresti mai fare a meno, ovviamente escludendo la scrittura, quali sarebbero?

Buon cibo, il tifo per la Roma, la mia famiglia

  1. Prima di salutarci e anzi, proprio per inaugurare un saluto di eccezione, che messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?

Vi auguro di leggere, o vedere, delle storie thriller italiane che vi tolgano il fiato!

ThrillerLife ringrazia Barbara Petronio

a cura di La Lettrice Sovrana