
Nell’ambito del Blog tour di Re Bianco, di cui leggerete a breve la nostra recensione, Thriller Life ha avuto il piacere di curare la data finale, con uno speciale sui personaggi di questo bellissimo romanzo.
Siamo ormai al terzo capitolo, degna chiusura di una saga thriller di prim’ordine, quella che in fin dei conti parla di lei, la Regina Rossa, Antonia Scott.
Nel corso della storia, assisteremo alla sua evoluzione e a una caratterizzazione sempre più marcata della sua anima e della sua sfera emozionale.
Perché Antonia la conosciamo nel suo appartamento, con i suoi tre minuti al giorno, che si concede per andare avanti. La conosciamo chiusa in sé stessa, con solo Marcos a cui pensare, il marito che si trova in un letto di ospedale da troppo tempo. Oltre a quel figlio, Jorge che la attira e spaventa al tempo stesso.
Qui la troviamo diversa, nuova, piena di scimmie nella testa.
Si perché ha lui, Jon Gutiérrez.
Si perché nel frattempo Jon le ha gettato tutte le pastiglie rosse.
Antonia Scott mostra il suo lato umano e vulnerabile più che mai in questo capitolo finale, mostra ciò che nel cuore giaceva probabilmente sepolto da tutto ciò che aleggia nel suo super cervello.
Ma come dicevo, il merito di certo va al suo partner Jon, uno che non è di certo grasso.
Con i suoi capelli ondulati tendenti al rossiccio, la sua barba folta, tendente al grigio. Con quella mascella quadrata grande come un dizionario.
Jon che la capisce, la odia alle volte, ma la ama incondizionatamente tutto il resto del tempo.
Come fa un amico, come fa una persona con la quale Antonia decide di aprirsi, anche se a intermittenza, senza garanzie, ma pur sempre aprirsi.
Jon che è irriverente, sagace al punto giusto e che, in questo terzo libro, convive con una paura folle, paura che vuole nascondere ma che lo paralizza fin troppe volte.
Non vi svelo perché, sarebbe troppo semplice, ma di certo è per qualcosa sotto pelle. Bip bip bip.
Ma un personaggio entra prepotentemente nel testo, uno di quelli che abbiamo sentito nominare, uno di quelli che Antonia già sa che esiste ma che altri giudicano fumo.
Il signor White.
I capelli sono biondi e ondulati, la pelle bianca e delicata. I lineamenti del volto sembrano cesellati nel marmo, e sulla mascella si potrebbero spaccare delle noci. Indossa un abito blu mare a tre pezzi, camicia bianca, senza cravatta, in cui pare sentirsi talmente comodo che potrebbe usarlo come pigiama.
È così che lo descrive nel loro primo incontro.
Noi non giochiamo nella stessa squadra White!
Ma a volte, a volte ci sono persone vicine a noi, con le quali abitualmente trattiamo ma che in fondo non conosciamo appieno, persone che potrebbero nascondere dei segreti, dei rimorsi.
Parlo di Mentor.
Moro, stempiatura pronunciata, baffetti e occhi da bambola, che sembrano più dipinti che reali. Cappotto corto, color cammello. Costoso.
Un uomo che viene subito dipinto dal primo capitolo e che rimane sempre un po’ aleatorio, fino a questo ultimo libro.
Fino ad una visita in un centro di cura, fino a ciò che è stato fatto anni fa.
Attorno a queste figure sicuramente emblematiche, ruotano altri personaggi sempre caldamente caratterizzati.
L’autore ha una straordinaria capacità narrativa. Sa farti entrare nella storia, dentro di loro, come se conoscessimo tutti intimamente.
Altra figura che riappare in questo capitolo è la dottoressa Aguado
Avrà sui 40 anni. Ciglia lunghe, trucco sbavato, piercing al naso, un malizioso languore nello sguardo. Ora con un pizzico di paura. La stessa paura che coinvolge Jon, Antonia… tutti.
Concludo dicendo di non scordarvi di un altro nome: Sandra Fajardo.
Aggiungo anche un consiglio spassionato: leggete questa saga, non ve ne pentirete.