
Quando Eleonora Piazzese telefona per annunciare la morte improvvisa della madre, Lidia capisce, dalla viva voce della sua amica del cuore, che oltre al dolore c’è altro. Eleonora sospetta infatti che la malattia per cui la signora Aurora è morta non abbia niente di naturale. Così, quando Lidia accompagna l’amica dal fidanzato, l’ispettore Mario Fagioli, per chiedergli di investigare, il Gladiatore le consiglia di sporgere subito denuncia. Eleonora però non vuole, ha paura: si tratta pur sempre della sua famiglia. Mario insiste ma non troppo, perché nel frattempo il commissario gli ha passato un’altra rogna: Albina Santalmassi, la giornalista che nel suo seguitissimo programma televisivo si era occupata dell’indagine sulla morte improvvisa dell’amministratore di via Minimi 59, è stata aggredita proprio davanti a quel condominio, e l’indagine va chiusa il prima possibile, come al solito… Lidia però non demorde, vuole che Mario investighi – anche solo in via ufficiosa – sulla madre dell’amica, cosicché il Gladiatore si troverà stretto tra le insistenze del commissario e quelle dell’amante. Tra i fantasmi della signora Aurora e quelli di Eleonora stessa, barcamenandosi tra le bugie e le maldicenze delle vecchiette del famigerato condominio di via Minimi, Mario capirà, ancora una volta, che non c’è niente di rassicurante nelle famiglie, felici o infelici che siano. Specialmente in quelle che abitano nei condomini con portiere…
RECENSIONE
Chiedi al portiere è un giallo breve, scorrevole e permeato di ironia. Il compagno ideale per trascorrere un piacevole giorno di vacanza.
Ambientato a Roma, il palcoscenico e gli attori principali sono gli stessi che hanno animato il precedente romanzo Morte accidentale di un amministratore di condominio.
L’ispettore Fagioli stavolta è impegnato su un duplice fronte: l’aggressione ad una famosa giornalista e una morte che apparentemente non ha nulla di violento e su cui si trova ad indagare suo malgrado, “trait d’union” tra i due eventi il condominio e i suoi inquilini.
Una trama semplice, sorretta da un impianto narrativo lineare che si svolge senza grandi scossoni e colpi di scena.
Ad attrarre ed incuriosire il lettore non è tanto la storia, quanto piuttosto l’abilità stilistica e narrativa dell’autrice che si esplica tutta nella caratterizzazione dei personaggi, nella costruzione dei dialoghi e nella descrizione degli ambienti, in cui spiccano le pagine dedicate al cibo, coprotagonista immancabile di tutti i suoi romanzi.
Con l’ironia che la contraddistingue Giuseppina Torregrossa regala al lettore un affresco di varia umanità, personaggi che non ci è difficile immaginare come reali, in carne e ossa, grazie anche all’appropriato uso del dialetto che vivacizza i dialoghi.
Un romanzo che si legge tutto d’un fiato e non solo con gli occhi, pagine da ascoltare e da cui si sprigionano i profumi tipici di Roma e della sua cucina.
Editore: Marsilio
Pagine: 176
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno.
Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’assaggiatrice e con il monologo teatrale Adele ha vinto nel 2008 il premio opera prima “Donne e teatro” di Roma. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Il conto delle minne (Mondadori 2009), tradotto in dieci lingue, Manna e miele, Ferro e fuoco (Mondadori 2011), Panza e prisenza (Mondadori 2013), La miscela segreta di casa Olivares (Mondadori 2014), ll figlio maschio (Rizzoli 2015), Cortile nostalgia (Rizzoli 2017), Il basilico di Palazzo Galletti (Mondadori 2018), Il sanguinaccio dell’immacolata (Mondadori 2019), Al contrario (Feltrinelli 2021) e Morte accidentale di un amministratore di condominio (Marsilio, 2021). Nel 2015 è stata insignita del Premio Baccante. Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.
