4.5
Appassionante
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Silvia è morta. A Giulia, sua sorella, come ricordo è rimasta soltanto una lunga lettera spiegazzata, che le viene recapitata poco dopo il funerale.

Una lettera che la costringe a tornare a un passato doloroso di cui aveva cercato di cancellare la memoria.

E che le fa dubitare che Silvia si sia suicidata, come sostiene la polizia.

Per questo decide di trasferirsi e accettare un lavoro a Bologna, la città in cui la sorella viveva, con l’obiettivo di scoprire cosa le sia accaduto davvero.

Poco tempo prima di morire Silvia aveva iniziato dei lavori di restauro presso l’Eden, la meravigliosa villa di Gabriele Giordani, professore di Estetica all’università, e Andrea Lorenzi, pittore e mercante d’arte.

Giulia sa chi sono: li ha visti al funerale, due uomini bellissimi, dall’aspetto impeccabile. Ma non sa altro.

Non sa che con loro Silvia stava lavorando in gran segreto su due tele forse realizzate da Caravaggio e detenute illegalmente tra le mura dell’Eden. Come non sa che Silvia si era innamorata perdutamente di Gabriele.

Per ricostruire quello che è successo Giulia è costretta a presentarsi alle soglie di quella villa dalle meravigliose e alte mura bianche, un luogo che sembra non appartenere al mondo reale.

Superato il cancello, però, scoprirà che quello non è certo il paradiso terrestre, anzi.

E l’uomo luciferino e affascinante che lo possiede, Gabriele, è un angelo o un diavolo?

RECENSIONE

Prima di scrivere questa recensione, ho voluto attendere un paio di settimane dal momento in cui ho chiuso l’ultima pagina di Eden.

L’ho letto in tre giorni, rapito dalla scrittura esatta e scorrevole di Sara Bilotti e, quando accade questo, preferisco sempre aspettare che le impressioni sedimentino e si assesti il retrogusto.

Come con un buon vino.

Eden di Sara Bilotti è un romanzo prepotentemente femminile, direi femminino. Questo aspetto è primario, ne determina l’originalità ed è anche quello che ne rende così complessa, per me, la classificazione.

Non che le questioni tassonomiche siano rilevanti, quando la scrittura è efficace, ma la facilità con cui si attaccano etichette rischia di essere fuorviante.

Sicuramente non si tratta di un giallo nel senso classico del termine ed è un sollievo, per chi scrive, trovare personaggi e ruoli che sono a un tempo originali e universali: nessun commissario della provincia italiana, nessuna apertura ad una serialità, ci vengono risparmiati persino i manicaretti della cucina locale.

Evviva!

Inizialmente anche la definizione di thriller mi suonava inesatta, dato che mi pareva mancassero gli elementi di suspence, nonostante una tensione irrisolta percorra tutta la storia per esaurirsi solo nel finale ma, riflettendoci meglio, mi sono dovuto ricredere: questo potrebbe, in effetti, essere un thriller se, alle armi e all’azione, si sostituiscono sentimenti e rapporti.

Se, insomma, si compie lo sforzo considerevole di ridefinire il framing con cui si guarda al mondo in generale e ai sottogeneri del crime in particolare, allontanandosi da un’ottica esclusivamente maschile.

La protagonista non usa i muscoli, non brandisce pistole, non è una donna d'azione. 

Si mette invece in gioco mossa dal desiderio di inseguire, in qualche modo, l’ombra della sorella perduta e, forse, la stessa propria, perse anni prima in una personale isola che non c’è.

Giulia spezza il cerchio che la separa dal mondo, abbandona la sua zona di comfort, si lascia coinvolgere, indaga i sentimenti propri e altrui per comprendere, forse sarebbe meglio dire concepire, infine, la verità.

Una verità che ha molto a che fare col Paradiso Perduto, quello di Milton ma, forse soprattutto, quello dell’infanzia negata di Laura, Andrea, Gabriele, Silvia e Giulia stessa.

L’Eden, così i protagonisti chiamano le case che di volta in volta si trovano ad abitare, rappresenta forse anche lo sforzo titanico di usare l’arte per sollevarsi dalla condizione umana.

E se nel medioevo i cieli erano appannaggio di chi vi veniva rapito dalla grazia divina, l’arte borghese non poteva che rappresentare, di per sé, la scalata al cielo come frutto della propria capacità di apprendere, migliorare, creare.

Una ambizione destinata al fallimento fin dalle sue premesse eppure irresistibile, a cui la protagonista si sottrae solo nel finale con un passo di lato tutt'altro che ovvio.

Nei volti degli abitanti di Eden si accendono riflessi di Byron, Shelley e Keats, nella descrizione del villain si possono trovare tanto riferimenti al Satana di Milton che al Lucifer di Netflix ma forse, chissà, anche a Manfredi, demiurgo del suo destino, segnato dall’amore proibito per la cugina Astarte.

Da uomo avrei forse preferito una qualche deviazione dal canone francamente un po’ stantio del bello e dannato, ma qui appare una scelta consapevole e, quindi, degna di rispetto.

Sara Bilotti riesce a catturare il lettore con una storia in fondo semplice di innocenza perduta, ribellione, vendetta, redenzione, accompagnata però da una messa in scena perfettamente misurata: passaggi “fuori fuoco”, particolari discordanti, personaggi il cui destino resta volutamente indefinito sono distribuiti con sapienza e contribuiscono ad un taglio che sfocia nel terreno dell’eerie, ricordando in alcuni momenti la perfezione formale e la tensione sotterranea che pervade il Mine-Haha di Wedekind.

Concludendo, un dramma avvincente che trascina il lettore in una crime story femminile dal respiro internazionale, al punto che tanto Eden quanto i suoi residenti potrebbero trovarsi in una villa della campagna Bolognese, in una residenza estiva negli Hamptons, in un palazzo di Saint Germain o in un loft affacciato sulle spiagge di Malibu.

Oltre al prossimo romanzo dell’autrice, aspettiamo quindi quanto prima una trasposizione cinematografica, non necessariamente nazionale.

Editore: HarperCollins
Pagine: 384
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Sara Bilotti nasce a Napoli nel 1971, dove vive e lavora. Si dedica per molti anni a studi linguistici e filologici, alla traduzione e all’insegnamento della danza. Nel 2012 esce la sua raccolta di racconti, Nella carne, per Termidoro editore, e nel 2015 la trilogia L’Oltraggio, La Colpa Il Perdono, per Einaudi Stile Libero. A marzo 2018 esce la sua prima traduzione letteraria, pubblicata da Minimum Fax, e a maggio 2018 I giorni dell’ombra per Mondadori.

Sara Bilotti: Eden
Concludendo
Una crime story femminile che trascina il lettore alla ricerca dell'origine del male, dal peccato originale, la perdita dell'innocenza, alla ribellione dell'arte fino alla redenzione della verità.
Pro
Voce originale, curata, esatta
Attento uso della messa in scena e del sottotesto
Una storia fruibile su più livelli
Contro
Lo stereotipo del bello e dannato sottrae luce al protagonista negativo
4.5
Appassionante
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