
Viola, come ogni giorno, ha portato Elia ai giardinetti del quartiere.
Da quando ha avuto l’incidente, poco meno di due anni prima, tutto le è faticoso, quasi insopportabile.
Così come sono insopportabili i continui ritardi di Paolo. Per questo, quando lo vede arrivare da lontano, Viola non aspetta neanche che entri nel parco e se ne va.
Ma proprio in quel momento lui è raggiunto da una telefonata, deve tornare in ufficio, un impianto di cui è responsabile ha preso fuoco.
Elia, che ha solo diciotto mesi, resta solo.
Abbandonato al suo destino. In una porzione di Roma grigia e desolata come una landa. Prima che la coppia si accorga che è scomparso passano secondi, minuti.
Poi, la consapevolezza. Dov’è Elia? Si è solo allontanato?
Qualcuno lo ha preso? Chi può essere stato? C’entrano i Rom del campo vicino?
O riguarda il lavoro di Paolo, che da avvocato ha a che fare con persone influenti …
RECENSIONE
Distrazioni, smarrimento fisico ed emotivo, distanza: una coppia che da tempo ha smarrito se stessa, come suggerisce anche la copertina del romanzo, fortemente evocativa dei suoi contenuti, per una distrazione fatale precipita nell’incubo di ogni genitore: la scomparsa del proprio figlioletto, lasciato da solo al parco.
Le distrazioni hanno il potere di rovesciare la vita e così la ricerca affannosa e drammatica del figlio costringe Viola e Paolo, i due protagonisti, ad un viaggio all’interno di loro stessi e della loro vita di coppia, come quando si compone un puzzle e per ritrovare il tassello mancante è necessario mettere prima ogni tessera al posto giusto.
La vicenda si svolge sullo sfondo di una Roma fredda e umida, in un primo pomeriggio di novembre, quando la luce del giorno lascia presto il posto al buio della sera.
L’arco temporale entro cui si muovono i protagonisti è limitato e serratissimo: sei ore sono poche eppure interminabili per il lettore, che sin da subito si trova immerso nella storia, grazie anche ad una scrittura incisiva, caratterizzata da periodi brevi a scandire il tempo che scorre e l’urgenza della narrazione.
Federica de Paolis, compiendo un grande lavoro di introspezione psicologica, scava nei personaggi scandagliando le profondità della loro anima, mettendone a nudo ogni aspetto e ogni debolezza, offrendo a chi legge la possibilità di immedesimarsi nei protagonisti e di empatizzare con loro fino ad arrivare a sentirne il dolore.
Nel romanzo vengono trattate tematiche importanti che convergono tutte nella ricerca della maternità a tutti i costi da parte di Viola, che diventa l’unico scopo del rapporto di coppia con Paolo, fino a sostituirsi ad esso.
Non riuscivano a capacitarsi che quell’amore così intenso non producesse alcun frutto
per questo i due decidono di intraprendere il percorso della fecondazione assistita, che ci viene mostrato in tutta la sua drammaticità, realisticamente, come un vero e proprio calvario.
In Le distrazioni, l’autrice pone l’accento sulla differenza tra la maternità e la paternità, riuscendo a cogliere alla perfezione, grazie ad una spiccata sensibilità, anche il punto di vista maschile affidato alla voce di Paolo e all’evoluzione positiva del suo personaggio.
Un romanzo intenso e coinvolgente che commuove e fa riflettere sulle relazioni di coppia e sulla profondità della mente umana, i suoi misteri e i meccanismi di protezione che attiva di fronte ad un evento tragico che arriva a sconvolgere la vita.
Editore: HarperCollins Italia
Pagine: 288
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Federica De Paolis è nata a Roma nel 1971. È dialoghista cinematografica e autrice televisiva. Ha insegnato allo IED e insegna alla scuola di scrittura creativa Molly Bloom. Tra i suoi libri precedenti, tradotti in numerose lingue e adattati per il cinema, il romanzo vincitore del Premio DeA Planeta 2020: Le Imperfette. Scrive per La Stampa.
