
Adolescenti a rischio, famiglie disfunzionali, misoginia tossica e deep web si intrecciano nel nuovo thriller di Lisa Jewell che, dopo i successi di Ellie all’improvviso e La famiglia del piano di sopra, torna a narrare delle paure del nostro tempo, penetrando nell’anima dei suoi personaggi per metterne a nudo il lato oscuro.
Saffyre Maddox, diciassette anni, vive in un condominio di Alfred Road, a Londra.
È di fatto sola al mondo.
Tutti quelli che ha amato l’hanno abbandonata, più o meno volontariamente.
Saffyre è bella, e sa di esserlo dal modo in cui gli altri la guardano. Ma non se ne cura. La bellezza non le rende certo lieve la vita.
Roan Fours, il dottore da cui è in cura da tre anni, è l’unica persona che le permette di affrontare in qualche modo il male di vivere, ma anche lui l’ha abbandonata.
La terapia è tecnicamente finita, le ha detto. Ma per Saffyre è la sua vita che è tecnicamente finita senza il dottore.
Per questo si apposta fuori dal suo studio, lo segue da lontano, gira attorno a casa sua quando fa buio, e apprende più di quanto sia lecito sapere.
Anche l’esistenza di Owen Pick è una catastrofe, soprattutto da quando lo hanno sospeso dall’insegnamento perché accusato da alcune studentesse di condotta impropria.
Proprio lui che, nel quartiere benestante di Hampstead, se ne sta sempre solo nella grande casa vuota di sua zia. Lui che a trentatré anni ancora aspetta la donna con la quale perdere la verginità.
Come difendersi da quelle accuse? Cercare nella rete in cui c’è un intero mondo di gente come lui, gli incel, i celibi involontari? E chattare magari con Your Loss, che, stando a quello che scrive, potrebbe davvero diventare suo amico?
A Hampstead vivono la loro inquieta esistenza anche i Fours.
Cate Fours, che è a metà della vita, non è più sicura di niente, nemmeno del suo matrimonio. Roan si occupa dei figli degli altri e la cura della famiglia grava soltanto sulle sue spalle.
Una sera Georgia, la figlia adolescente, le dice che il vicino l’ha seguita dalla metropolitana fino a casa.
C’è da preoccuparsi, visto che nel quartiere si sono verificate delle aggressioni e l’allarme è ormai diffuso in ogni casa. Un allarme che si muta in vero e proprio panico quando, in una gelida notte di San Valentino, Saffyre Maddox svanisce nel nulla…
RECENSIONE
Una giovane ragazza, Saffyre, cercando di far fronte a un trauma infantile, scompare senza lasciare traccia.
Il Dottor Fours, l’uomo che in passato ha cercato di aiutarla, non è quello che sembra.
La famiglia del dottor Fours, della quale Saffyre è diventata ossessionata e Owen, il raccapricciante vicino di casa dall’altra parte della strada, accusato ingiustamente di un crimine, sono tutti collegati alla sua scomparsa.
Tutti i personaggi portati sulla scena sono legati insieme in modi che vanno oltre la norma, da qualcosa che cambierà per sempre le loro vite in modo permanente.
Saffyre ha un potere, che nulla ha a che vedere con l’ignoto o l’oscuro, semplicemente lei riesce ad apparire invisibile agli occhi degli altri, o meglio, gli altri vanno troppo di fretta per soffermarsi ad aprire gli occhi e ad accorgersi di lei, finché quella invisibilità giunge a inglobarla nel vuoto, portandola via dalla vista dei pochi che ancora la vedono.
Il mio superpotere è l’invisibilità
E dunque, che fine ha fatto Saffyre?
Ogni personaggio viene mosso con maestria ruotando attorno a Saffyre, in un girotondo pronto a culminare in un “tutti giù per terra”, associato a un “tutti giù la maschera”.
Ogni protagonista indossa una maschera, costruita per proteggere, occultare e nascondersi da una realtà troppo spesso crudele o un giudizio temuto.
Proteggere quella parte oscura che lentamente si muove dentro ogni individuo fino a diventare un tutt’uno con la sua anima.
Saffyre stessa gode di una doppia personalità, brillante studentessa di giorno e creatura inquieta e selvaggia di notte.
Owen, l’uomo da evitare, nasconde al mondo le sue tendenze incel (celibato involontario), cercando di apparire come un uomo normale.
Cate, la moglie del dottor Fours, interpreta la consorte devota con la testa nella sabbia.
La narrazione è costituita da brevi capitoli con tre parti di sequenza temporali, prima, dopo e ora, che si alternano con i punti di vista dei tre protagonisti principali, Saffyre, Owen e Cate.
Un continuo mettere e togliere la maschera in uno stato di disperazione, accomunati da un unico e profondo desiderio: essere visti e accettati realmente per quello che sono.
Lisa Jewell crea le sue storie e i suoi personaggi in un modo che affascina, conferendo a ognuno di essi una caratterizzazione impeccabile, con un’abbondanza di profondità, difetti e virtù; probabilmente il punto di forza di ogni sua narrazione.
Le emozioni di ogni protagonista risuonano fuori dalle pagine, tutto traspare chiaramente, dalla loro paura al loro odio, fino al puro e semplice desiderio di essere amati.
I personaggi secondari sono inseriti piacevolmente, altro punto di forza che va a migliorare la storia piuttosto che sovraccaricarla.
I conflitti interni ed esterni sono ben definiti, assolutamente credibili e sorti dalla caratterizzazione e dalle circostanze piuttosto che dalla forzatura per esigenze di narrazione.
La prosa è ben scritta, veloce e avvincente, con un ritmo serrato caratteristico del genere thriller e qualche “falsa pista” pronta a sviare l’attenzione del lettore più distratto.
La trama è interessante, intensa e avvincente.
Nella parte finale è presente un incastro piuttosto prevedibile, una piccola caduta assolutamente giustificabile e perdonabile grazie a diversi colpi di scena sparsi tra i vari capitoli.
I temi inclusi sono innumerevoli e tutti di carattere sociale e contemporaneo.
Tanto materiale che ne costituisce un ottimo romanzo di discussione sul quale riflettere e confrontarsi.
C’è autolesionismo; aggressione sessuale; violenza sulle donne; infedeltà; bullismo; disparità di genere; traumi infantili; disparità di classe sociale e mancanza di rispetto e accettazione verso il prossimo.
Per quanto concerne il cuore pulsante del thriller, intesa come struttura narrativa ad alta intensità che va a creare uno stato di eccitazione emotiva connessa al coinvolgimento, tende a scendere un pò di livello nella parte conclusiva, dove il lettore è portato ad attendere altro.
Nel complesso si è rivelato un dramma domestico e psicologico ben realizzato e con una conclusione convincente.
Traduzione: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Editore: Neri Pozza
Pagine: 336
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Lisa Jewell è nata a Londra nel 1968. Il suo primo libro, Ralph’s Party, è stato il romanzo d’esordio più venduto del 1999.
Ha scritto numerosi altri romanzi che sono entrati nella classifica dei bestseller del Sunday Times. I suoi romanzi appartenenti al genere thriller sono stati tradotti e pubblicati in Italia da Neri Pozza.
Io ti ho trovato (2017), Ellie all’improvviso (2018), La famiglia del piano di sopra (2021) e La ragazza invisibile (2022).
Attualmente vive nel nord di Londra con suo marito, le loro figlie adolescenti e il loro splendido cane.
