
Una tempesta di neve sferza la strada la sera in cui Jana, dopo anni di assenza, fa ritorno a Smalånger, nell’angolo più remoto della campagna svedese.
L’incontro con il gemello Bror, che abita ancora nella piccola fattoria di famiglia sprofondato in un gorgo di alcol e depressione, impone alla giovane donna di scavare nella memoria per disseppellire i demoni del passato. Demoni cresciuti silenziosi e indisturbati in seno a una comunità che sa tutto di tutti ma non osa intervenire negli affari degli altri.
E che, a distanza di mesi, si ritrova ancora scossa dall’omicidio di Maria, la femme fatale del paese, morta in circostanze sospette.
Nel riaprirsi di vecchie ferite, nel rincorrersi di misteri che scatenano un turbinio di paure e fantasmi, Jana prova a ricostruire una vita lì dove l’aveva abbandonata e a dipanare la matassa di una stagione oscura.
Sullo scenario incantato del grande Nord, intriso di brutale bellezza, i due fratelli ripercorrono i sentieri della loro infanzia e scendono a patti con una verità difficile da accettare.
RECENSIONE
I bambini trattati come bestie come tali morderanno
Freddo
Gelo
Dentro fuori intorno
Tra le parole spilli di ghiaccio
Tra le righe l’inverno dell’anima.
Nudi
Indifesi
È così che ci vuole Karin Smirnoff
Ed è così che ci sentiremo istante dopo istante.
Lo stile marmoreo, lapidario non ci concede pause o attimi di pace.
No.
Jana c’incatena e ci trascina nel suo inferno e annaspando ci arrenderemo e affonderemo con Lei negli abissi.
Ci troviamo a Örebro, nella campagna svedese più rurale ed incontaminata, circondati da boschi floridi e fiumi gorgoglianti.
È in questo contesto così puro e rassicurante che Jana Kippo e suo fratello gemello Bror crescono lottando contro un padre violento, tra abusi e silenzi, dolore ed omertà.
Possiamo solo pregare disse poi.
Oh quanto pregammo.
Infantili invocazioni d’aiuto.
Meno infantili invocazioni di vendetta.
Non smisi mai di pregare.
Pregavo perché il padre morisse.
Eppure lui tornava da noi ogni venerdì
Ed è qui che dopo anni Jana deve tornare per salvare il fratello dall’autodistruzione e dall’alcol; è qui che riannoderà il suo tremendo passato ad un presente fatto di macerie.
Avrei lavato via l’inquietudine di mio fratello come avevo lavato via la mia.
La discesa negli inferi privati di Jana è costellata da tappe dolorose e da persone che ne hanno lasciato i solchi, come la madre, che scacciava la realtà ricamando versetti della bibbia e bevendo thé, o la sua amica Katarina, artefice di un colpo basso davvero inaspettato.
La profondità e l’angoscia di reminiscenze sepolte… c’erano ricordi che non riuscivo a raggiungere … conducono Jana ad altre tragedie e la porteranno ad indagare sulla morte di Maria, la misteriosa moglie di John.
John, personaggio enigmatico e a tratti inquietante, imprime su tela scorci di vita e come Caronte, traghetterà Jana attraverso la voragine della sua memoria.
… ho paura che tu abbia dipinto qualcosa che sono riuscita a dimenticare. Ogni giorno che passa sono sempre più grata per quel poco che non ricordo
Mio fratello è un romanzo disturbante, sussurrato, carico di tensione emotiva e di brutalità, ma brilla nel buio la tenacia di una speranza mai sopita, di un amore incondizionato per Madre Natura, che accoglie e lenisce le ferite delle creature terrestri.
Karin Smirnoff affonda la penna nelle pieghe della mente e mette a nudo la crudeltà di uomini senza coscienza.
Cancelliamo il brusìo di una prosa accondiscendente e immergiamoci fino in fondo in un costrutto privo di orpelli.
Mio fratello ha un registro verbale in cui ogni termine ha il proprio peso specifico; granitico ed essenziale.
Il dialogato non ha uno spazio a sé, ma si adegua all’economia espressiva, creando un continuum tra pensiero e parlato, scelta che risulta vincente e particolarmente efficace.
Le atmosfere del racconto spaziano dal fanatismo religioso di Hawthorne alle grandi foreste di Jack London, per raggiungere lo stile scarno ed incisivo della narrativa contemporanea tipica della letteratura nordica.
Mossa dalla volontà di conoscere la nuova regina del giallo svedese, che farà rivivere Lisbeth Salander, personaggio emblematico della saga Millennium di Stieg Larsson, mi sono approcciata al romanzo Mio fratello con molta curiosità.
L’impatto è brutale, non adatto al palato di lettori più moderati, ma la cadenza narrativa, i vari plot twist e una storia ricca di risvolti d’attesa fanno di questo romanzo un indiscusso Best Seller.
L’immediato effetto visivo del racconto ci trasmette una costante vertigine sinestetica, connotazione tipica dei thriller nordici, i cui candidi paesaggi contrastano con l’anima nera che vi scorre sotto; non a caso verrà tratta da questa saga una serie Tv.
Mio fratello è il primo libro della saga dedicata a Jana Kippo, personaggio silvestre, rude, fortemente connesso con la sua terra esattamente come Karin Smirnoff, che, tra un libro e un articolo di giornale, gestisce da anni un’azienda di legname.
Jana è una protagonista magnetica, vulnerabile, ma dalla tempra d’acciaio, che si muove tra le pagine del libro con un linguaggio unico, quasi ancestrale, dissociando traumi e speranze, tesa a dare un senso al suo presente. Impossibile non rimanerne affascinati.
Poi come si legge nei thriller si scatenò l’inferno
cit. Jana Kippo
Traduzione: Giulia Pillon
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 336
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Karin Smirnoff è nata nel 1964 e vive a Piteå, in Svezia. Dopo aver lavorato come fotografa e giornalista, ha esordito nel 2018 nella narrativa con Mio fratello, già tradotto in undici Paesi, il primo libro di una trilogia best seller in Svezia, da cui verrà presto tratta una serie tv. A seguito del grande successo dei suoi romanzi, Karin Smirnoff è stata scelta per scrivere il prossimo capitolo della serie Millennium di Stieg Larsson.
