La strana morte di Alessandro Cellini di Riccardo Landini

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La strana morte di Alessandro Cellini di Riccardo Landini. Un nuovo caso per Astore Rossi.

Di ritorno dal funerale del suo carissimo amico Oscar, Astore Rossi trova una scritta inquietante sul muro di fronte alla sua bottega: “So cosa hai fatto”. La vernice rossa rende il messaggio ancora più minaccioso.

Questo sarà solo il primo di una serie di avvertimenti che giungeranno, di lì a poco, al restauratore. Astore non ha idea di chi possa esserne il responsabile né immagina minimamente a cosa si riferisca.

Quando una notte qualcuno lancia un sasso contro una delle sue finestre, infrangendone il vetro, affacciandosi Astore intravede una figura che si allontana nell’oscurità.

Non riesce a credere ai suoi occhi: si tratta di qualcuno che gli ricorda una vicenda dai tratti orrorifici in cui è rimasto coinvolto anni prima.

Possibile che una delle sorelle Spada sia ancora viva?

E che qualcuno sappia quello che è accaduto?

Astore è sconvolto, ma l’incubo in cui sembra essere precipitato non ha fine: pochi giorni dopo Alessandro Cellini, un suo amico di vecchia data, viene ucciso in modo atroce.

C’è un legame tra la sua morte e le minacce che Astore riceve?

È davvero possibile che quel passato che ha voluto dimenticare sia tornato a tormentarlo?

RECENSIONE  

Sin dalle prime pagine di La strana morte di Alessandro Cellini di Riccardo Landini intuisco, è molto chiaro, che questo non è il primo libro che vede Astore Rossi come protagonista.

Le informazioni, dal principio, sono tante e devo dire che l’autore è stato capace di suscitare subito la mia curiosità e ha galvanizzato totalmente la mia attenzione.

Nonostante ci siano altri volumi che ci presentano il protagonista, prima di questo, veniamo introdotti all’artigiano Rossi tramite fasi introspettive in cui l’uomo si tormenta, riflette e ricorda.

Tutto questo senza appesantire la lettura e dipingendoci il carattere, il suo carattere, insieme a stralci del suo passato.

Riccardo Landini ci prepara alla lettura, suggerendoci anche di leggere i capitoli precedenti ma predisponendo una storia totalmente a sé.

Questa fase introspettiva e toccante getta sull’opera un’ombra esaustiva, un’immagine chiara di ciò che circonda il protagonista, almeno in fatto di emozioni e di come lui vede la sua vita in quel momento.

Ci permette così di immedesimarci in lui, di comprenderlo, e provare compassione.

Forse la parola più appropriata è tenerezza, perché Landini rende Astore Rossi umano e non solo un personaggio costruito ad hoc per un noir.

Alcuni autori, nella fase di cui sopra, fanno l’errore di ripetersi e annoiare, rendendo banale il ruolo del personaggio; ma questo non è l’errore commesso da Riccardo Landini.

Quando l’autore parla del vecchio e caro amico scomparso del protagonista, la voglia di leggere il prequel scatta automaticamente.

Il sentimento che scaturisce dai pensieri del Rossi è quasi palpabile e sincero e vuoi saperne di più.

Accade in una puntata precedente e vorremmo leggerla, per avvicinarci a lui.

Le immagini di questo giallo sono belle e assai veritiere.

Mi hanno fatto venire nostalgia della neve, proprio nel periodo di Natale.

Nel complesso, i colori, le sfumature e le ombre gettano la giusta luce sulla storia che, devo ammetterlo, è perfettamente equilibrata.

“Pittoresco” è il termine che definisce alcuni squarci della trama.

A partire dalle azioni dei vicini di casa che fanno capolino nella bottega di Astore Rossi per ficcare il naso perché la volante della polizia era sotto casa o il gestore di un bar, terribilmente annoiato, che si dedica a notizie e pettegolezzi.

Sembrano realtà che viviamo ogni giorno ma condite con il giusto fascino del giallo.

Riccardo Landini ha un modo di comunicare con il lettore che definisco sublime e delicato; senza particolari fronzoli; colloquiale ma ricercato allo stesso tempo.

Frasi come: Mi sentivo stanco persino della mia stanchezza è qualcosa di semplice ma che colpisce e dice tutto in poche parole.

I colori di questo romanzo mi hanno ricordato L’ombra del vento di Zafòn, il suo stile insomma, ma  decisamente italico moderno.

Ma torniamo al protagonista.

Astore Rossi è un personaggio che non conoscevo ma con cui si entra facilmente in sintonia.

Ha la sua particolarità, ma da l’idea di essere uno che potremmo facilmente incontrare al bar, solo che le sue avventure sono improbabili ed è anche per questo che attira la nostra attenzione e curiosità.

Ci si affeziona a lui.

La storia è ben costruita, con il suo giusto sottofondo sentimentale, e risvolti sempre originali. La risoluzione del caso è inaspettata e non priva di una giusta dose di adrenalina.

Insomma, non solo questo libro invoglia la lettura dei volumi precedenti, ma il finale ci regala un cliffhanger che non può che lasciare il fiato sospeso in attesa dell’uscita del prossimo capitolo.

Editore: Newton Compton
Pagine: 224
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Nato in Emilia ma d’origine romagnola, ha alle spalle studi classici e nel cuore una grande passione per Piero Chiara e il cinema italiano degli anni Settanta.

Nel 2009 ha esordito nella narrativa con il romanzo E verrà la morte seconda, a cui è seguita la trilogia Il primo ingannoNon si ingannano i morti e Ingannando si impara.

Nel 2013 ha vinto il premio Giallo Stresa.

La Newton Compton ha pubblicato Il giallo di via San Giorgio, dove per la prima volta è comparso il personaggio di Astore Rossi, Il giallo della villa abbandonata, Il giallo del paese maledetto (precedentemente pubblicato con il titolo Segreti che uccidono) e La strana morte di Alessandro Cellini.

La strana morte di Alessandro Cellini di Riccardo Landini
Concludendo
Un giallo che cattura l'attenzione, avvolto da un alone di nebbia gialla e neve
Pro
Tutto il romanzo è ben scritto
Contro
Nulla
4.5
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