Presto verrai qui di Giorgio Glaviano

3.8
Dinamico
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L’ispettrice di polizia Melina Pizzuto non ha un’intelligenza raffinata, né talenti particolari, ma possiede quella tenace ostinazione che se inizia una cosa la fa arrivare fino in fondo, cascasse il mondo e tutti giù per terra.

A causa di un’indagine non autorizzata sui colleghi viene cacciata da Roma e costretta a tornare alla sua Palermo.

Ormai dalla parte sbagliata dei trent’anni, seppellita in una stanzetta della questura, senza nemmeno un computer che funzioni, passa le giornate prigioniera dei ricordi di un amore finito.

Quando, a causa dell’ennesima presa in giro da parte degli altri poliziotti, un’improbabile vedova si presenta per denunciare la vicina, che le avrebbe insozzato la cappelletta votiva con uno straccio lercio, per l’ispettrice la misura è colma, e medita di mollare.

Quella pezza si rivela però essere una maglietta, e il sudiciume sangue, tanto sangue, forse umano.

Melina per sopravvivere si attacca disperata a quello che lei stessa definisce «un mezzo caso» ma che, tra indizi spaiati, intuizioni fortuite, vicoli ciechi e ipotesi barcollanti, alla fine la porterà a scoprire un delitto scellerato, eppure praticamente perfetto.

Sola e contro tutti, con l’eccezione di Angelica, detta “la Secca”, l’unica collega che per sfinimento riuscirà a convincere ad aiutarla, la caparbia ispettrice dovrà immergersi nel dedalo doloroso del suo passato e di quello antico e oscuro di Palermo per scovare e arrestare l’insospettabile assassino.

RECENSIONE

Glaviano ci porta per mano tra le viuzze di una Palermo in piena estate, investita da folate di scirocco caldo, dove vedi ancora tracce della vecchia Palermo…

quella prima del sacco che aveva sfregiato la città strappando le villette liberty e impiantando palazzoni tutti ugualmente brutti

Poi con la tipica ironia isolana a riprova che le disgrazie arrivano come i parenti dal notaio il giorno dell’apertura del testamento, ironia che ben conosciamo grazie ad autori come Pirandello, Sciascia e per finire Camilleri, solo per citarne alcuni, Giorgio Glaviano ci introduce la protagonista del giallo, l’ispettrice di polizia Carmela Pizzuto detta Melina.

E’ soprannominata ‘la stronza’.

Ha accusato, giustamente e con le prove, i suoi ex colleghi di Roma, da quando è stata trasferita a Palermo gliene combinano di tutti i colori, altro che ‘mobbing’.

Melina raccoglie la denuncia di una vedova disperata per uno straccio lercio e inizia per conto suo un’indagine, seguendo il suo incredibile istinto.

Ed ecco che poco alla volta riallaccia i contatti con una ex-compagna di scuola, che assecondandola le prepara un appuntamento al buio con il suo ex ai tempi del liceo.

Ci sono tutti gli ingredienti per una rinascita della nostra ispettrice.

Si parte da isolata e reietta, si passa per belloccia e, quando seduce ‘Adamo’ (vero nome Manlio), diventa ‘cazzuta’.

Riesce persino a coinvolgere una collega nel suo (sembrerebbe) improbabile  caso, capo e procuratore aggiunto.

Detto in una parola, una grandiosa rivincita, anche su Nino, l’ex-amante e collega che è rimasto a Roma perché coinvolto nella precedente indagine e che incolpa lei se adesso dovrà fare i conti con la giustizia.

Insomma, Melina nel giro di pochi capitoli riesce a ribaltare la sua vita professionale, quella amorosa e trova anche un’amica, che non guasta mai: una vera rivoluzione!

Bel giallo al femminile, con tanta voglia di riscatto e rivalsa, di superare pregiudizi, in una bellissima Sicilia dove ché per un palermitano andare alla polizia è sempre qualcosa che opprime il petto e l’anima …però la vedova ci è andata a denunciare la vicina.

Un morto con un cadavere fatto a pezzi, che tanto ricorda “il metodo mafioso” è in realtà collegato alla vita precedente e segreta di quest’ultimo in Spagna e che, quindi, nulla ha a che fare con la Mafia.

Un buon romanzo che ribalta tutti i vari luoghi comuni sulla Sicilia ed i siciliani, con un finale davvero inaspettato ma ben preparato, dove quasi quasi ti senti vicina al colpevole, che ti viene voglia di simpatizzare anche se, ovviamente, la giustizia deve fare il suo corso.

Mi piace come Glaviano ha mescolato il presente con questa Sicilia con le decine di lingue e dialetti dei nuovi palermitani nigeriani, indiani, cinesi, marocchini che si affaccendavano tra botteghe, figli da crescere, moschee e templi e come trova il modo di introdurre un passato di invasione spagnola con una trama dal finale inedito e ben strutturato.

Editore: Marsilio lucciole
Pagine: 352
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Giorgio Glaviano è nato a Palermo nel 1975.

Lavora come sceneggiatore per il cinema e la tv. Ha pubblicato due saggi sulla serialità americana e i romanzi Sbirritudine (Rizzoli 2015) e Il confine (Marsilio 2019), da cui è stato tratto il film Ai confini del male, con Edoardo Pesce e Massimo Popolizio, diretto da Vincenzo Alfieri e sceneggiato, fra gli altri, dallo stesso Glaviano.

Presto verrai qui di Giorgio Glaviano
Concludendo
Bel giallo con un finale imprevedibile
Pro
Un buon giallo con una trama “normale” ma che diventa imprevedibile con il passare dei capitoli!
Contro
Nulla
3.8
Dinamico
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