Caminito di Maurizio De Giovanni

4.4
Romanzo d’atmosfera
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Caminito. Un Aprile del Commissario Ricciardi

SINOSSI

È il 1939, sono trascorsi cinque anni da quando l’esistenza di Ricciardi è stata improvvisamente sconvolta.

 E ora il vento d’odio che soffia sull’Europa rischia di spazzare via l’idea stessa di civiltà. 

Sull’orlo dell’abisso, l’unico punto fermo è il delitto.

 Fra i cespugli di un boschetto vengono ritrovati i cadaveri di due giovani, stavano facendo l’amore e qualcuno li ha brutalmente uccisi. 

Le ragioni dell’omicidio appaiono subito oscure; dietro il crimine si affaccia il fantasma della politica. 

Con l’aiuto del fidato Maione – in ansia per una questione di famiglia – Ricciardi dovrà a un tempo risolvere il caso e proteggere un caro amico che per amore della libertà rischia grosso.

 Intanto la figlia Marta cresce: ormai, per il Commissario, è giunto il momento di scoprire se ha ereditato la sua dannazione, quella di vedere e sentire i morti.

RECENSIONE

E finalmente ci siamo. Finalmente anche i tuoi amici, quelli che ti hanno voluto bene nel tuo silenzio di questi anni, ti ritroveranno. A me, lo sai, non sei mancato. Perché hai continuato a raccontarmi la tua storia. Bentornato, vecchio amico. Felice di avere altra strada da fare con te”

E di strada ne ha fatta tanta il Commissario Ricciardi, nato per caso in quel caffè Gambrinus, vincitore diun concorso a cui non voleva neanche partecipare…

È lì che De Giovanni, seguito lo sguardo di una bambina, l’ha visto e ha deciso di farlo conoscere a noi lettori.

Dopo cinque anni e diverse serie Tv, l’universo narrativo in cui si muovono tutti i personaggi della serie del Commissario Ricciardi, ha ancora molto da raccontare.

Ricciardi, la cui apparizione sembra sempre uscire da un sogno interrotto, si fa evanescente, presenza silenziosa che cammina sulla vertigine dell’abisso e tutto intorno il mondo sta cambiando …

È Aprile del 1939 a Napoli 

Aprile che riporta alla memoria i desideri, ogni desiderio. 

Anche quello innocente di un antico sapore. 

Nell’aria risuona l’eco di una promessa non mantenuta e le note di un tango ci conducono per un Caminito… quello dei ricordi, del rimpianto e della perdita.

È un vuoto incolmabile quello che ci attende dietro la copertina di Caminito. Un Aprile per il Commissario Ricciardi.

La perdita di Enrica, moglie di Ricciardi, morta nel dare alla luce Marta porta ad un senso di straniamento ed al  rifiuto di una realtà lacerante, che si mescola con l’atmosfera surreale di un Paese sull’orlo del baratro.

Intanto le parole ci trascinano lontano, dentro le note di una canzone, dentro un passato che cerca un riscatto. Nel presente di Laura Lobianco, un nome fittizio come la realtà che cerca di modellare per dimenticare.

Il tango è un pensiero triste che si balla  ”

Questa danza triste e malinconica svelerà mano a mano la sua melodia e risuonerà nel cuore della storia, come un piccolo segreto da conservare.

 Ma chi è Laura?

Dalle atmosfere color seppia dei primi Anni Trenta, ora il cielo si è fatto plumbeo, nonostante Aprile, che promette la primavera, ma Aprile affascinava e mentiva, secondo la propria natura. 

Le prime leggi razziali, l’attività sempre più sotterranea e subdola dei delatori e il volto della città, che pian piano mostra la sua arroganza dietro pareti sventrate per essere riedificate. Il vecchio deve lasciare posto al nuovo

[…] venivano sventrati e rifatti interi quartieri per far sorgere edifici che mutavano alla radice il volto della città, davanti agli occhi meravigliati di chi faticava a orientarsi nei rioni in cui aveva vissuto sin da bambino 

Giovani leve del partito fascista, i figli della lupa, gli avanguardisti, tutti a camminare a passo di marcia, senza sapere neanche perché; intanto i ragazzi fanno ginnastica e non stanno in strada si dirà, per la paura di un regime che non ha ancora mostrato i denti.

Bruno Modo lo sa, lo vede e non ha paura. Ma anche loro lo sanno e non hanno paura. Serviranno i consigli di Ricciardi?

È in questo clima di sospetto e tradimenti che la coppia di giovani innamorati uccisi in un boschetto nei pressi di un quartiere periferico di Napoli, impegnerà il Commissario Ricciardi in un’indagine più che mai trasversale.

Si indaga sui sospetti, si interrogano i delatori, si moltiplicano i dubbi e le acque si fanno torbide.

Ma come sanno tutti gli appassionati delle storie di De Giovanni, non c’è mai un solo mistero nelle avventure del Commissario.

I nodi da sciogliere sono tanti e le esistenze si complicano per tutti gli abitanti della galassia Ricciardi.

A cominciare dalla famiglia di Maione.

Il Caminito personale del brigadiere Raffaele Maione, quella strada dove passeggiare e confidare alla moglie Lucia ogni pensiero, diventa impervio e solo un  aiuto provvidenziale e disperato lo potrà salvare in extremis.

Aiuto che diventerà questione di vita o di morte anche per Bruno Modo, sempre più impegnato a far prevalere il suo antifascismo, piuttosto che una più ragionata riservatezza.

Di nascosto, nella penombra dei vicoli, al buio dei loro uffici, sono tanti gli uomini che temono una catastrofe: scritta in un elenco, in un albero genealogico.

Intanto; cappello, guanti, orologio d’oro ed una generosa spruzzata di profumo alla lavanda, Giulio Colombo si prepara per il suo momento di felicità, quello in cui incontra la nipote Marta. 

Ha perso la figlia Enrica, ha rinunciato al suo Atelier a causa di uno stupido Articolo 8, quello sulla discendenza dai genitori di razza ebraica e alla fine tutto ciò che gli resta è la gioia di un abbraccio, di una manina stretta alla sua.

Per non crollare, per riconoscersi e tenersi stretta la sua dignità.

La breve rincorsa, il salto fra le sue braccia, la lunga inalazione sul suo collo: il profumo del nonno, disse la piccola voce soddisfatta. 

E il mondo ritrova il suo equilibrio.

Caminito. Quella piccola strada dove Ricciardi ed Enrica s’incontravano, attraversa ogni pagina, ogni passo, ogni pensiero. Srotola lenta la sua asperità e conduce il lettore oltre quell’orizzonte, in attesa di una carezza.

Ricciardi è tormentato da mille dubbi, divorato dalla paura che la morte possa guardare in faccia la sua piccola Marta: è portatrice o no di quel “Fatto” che diventa una terribile condanna a vita? 

Vedrà anche lei il momento di trapasso dei morti come il padre e la nonna?  

Marta è una bambina di soli cinque anni, solare e consapevole. Nei suoi occhi una saggezza antica, nella sua voce la verità. 

Fulcro vitale di questa storia, Marta è la luce salvifica in un testo che ha tutto il riverbero di una guerra imminente, di una viltà che non ha limiti né pudore.

I giovani innamorati, uccisi dai loro stessi sogni, avranno la loro giustizia e un’altra madre piangerà le colpe dei padri.

Che meraviglia immergersi in queste pagine, che delizia ritrovare i personaggi conosciuti e amati.

La prosa è danzante, la sintassi è una sinfonia dietro pareti narrative che avvolgono e trasportano il lettore lungo il crinale di una storia che non ha mai dimenticato.

Emotivo e poetico l’intreccio  di Caminito. Un Aprile per il Commissario Ricciardi, ci svela i cambiamenti di un’epoca in subbuglio e la dimensione storica sovrasta ogni suono e tutto risulta lontano … come una melodia triste che si perde negli schizzi di un’onda che s’infrange sullo scoglio.

La penna, fertile di reiterazioni e assonanze, ossigena il testo con mantra semantici, sussurrando con una cadenza quasi ossessiva, la vanità dell’animo umano.

Genitori e figli, morti e viventi, guerra e pace … tutta la dicotomia dell’uomo si fa inchiostro e si fonde come il ferro per diventare l’arma del pensiero.

L’universo tanatologico del Commissario Ricciardi sa incantare anche il lettore più ostico, perché in quel Paese narrativo tutto è al posto giusto; ogni dettaglio, ogni metafora, ogni bottone è esattamente dove deve essere. 

Chapeau

Caminito è un romanzo-mondo, in una città-mondo che vive di pluralità e contraddizioni, di superstizioni e di accoglienza. Ha il sapore di un romanzo antico, ma il linguaggio è più che mai attuale.

Indaga Ricciardi, indaga De Giovanni in Caminito sul senso ultimo della vita, della morte, del mistero.

Avranno trovato una risposta? 

Ma soprattutto … avranno posto la domanda giusta?


Editore: Einaudi - Stile libero Big -
Pagine: 280
Anno pubblicazione: 28/11/2022

AUTORE

Maurizio De Giovanni 

Nato nel 1958 a Napoli, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d’inverno (2017) e Il purgatorio dell’angelo (2018).

Del 2019 è Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il Commissario Ricciardi e l’ultimo episodio esce cinque anni dopo – 2022 – Caminito. Un Aprile per il Commissario Ricciardi.

Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018).

È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). 

Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo.

 Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013.

È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli.

Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira).

Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani

Del 2018 sono Sara al tramonto (Rizzoli) e Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.

Nel 2019 pubblica per Sellerio Dodici rose a Settembre.
Tra le altre pubblicazioni si ricordano: Una lettera per Sara (Rizzoli, 2020), Troppo freddo per settembre (Einaudi, 2020), Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone (Einaudi, 2020), Gli occhi di Sara (Rizzoli, 2021), Una Sirena a Settembre (Einaudi, 2021).

L’equazione del cuore (Mondadori, 2022) Thriller Life l’ha recensito QUI

Della serie dedicata a Sara, Un volo per Sara, 2022, edito Rizzoli , QUI la nostra recensione

Thriller Life ha intervistato Maurizio De Giovanni in occasione dell’uscita di Caminito. QUI

Caminito di Maurizio De Giovanni
Concludendo
Vita e Morte si rincorrono in questa giostra infernale che è la realtà degli Anni Trenta, prima del tracollo definitivo, e tra paure e speranze, spie ed omicidi, il racconto ci riporta sul cammino di Ricciardi, svelando bagliori di rassicurante umanità.
Pro
Ambientazione storica
Vissuto interiore di ogni personaggio, anche il più marginale, sempre ben dettagliato 
Componente mistery
Una varietà di sottotracce rendono la lettura più coinvolgente
Contro
È preferibile aver seguito le vicende del Commissario Ricciardi già nei titoli precedenti per comprendere i vari riferimenti a eventi passati.
4.4
Romanzo d’atmosfera
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