Harlan Coben: Raymond Chandler Award 2022 incontra Thriller Life

Harlan Coben

Harlan Coben

Brillante scrittore, creatore e produttore esecutivo di diverse fiction televisive di Netflix, nasce a Newark nel Gennaio del 1962.

I suoi studi lo portano a Livingstone per il diploma e poi per la laurea in Scienze politiche all’Amherst College, dove entra nella confraternita Psi Upsilon, insieme allo scrittore Dan Brown.

Vive ancora nel New Jersey con la moglie Anne Armstrong-Coben MD, pediatra, e i loro quattro figli.

Harlan è anche un membro della New England Basketball Hall of Fame dai tempi in cui giocava all’Amherst College.

Vincitore dell’Edgar Award, dello Shamus Award e dell’Anthony Awardprimo autore ad averli vinti tutti e tre – i romanzi di Harlan Coben, acclamati dalla critica, sono stati definiti “geniali”- New York Times.

Con oltre 75 milioni di libri stampati in tutto il mondo, Harlan Coben è l’autore numero 1 del New York Times di trentatré romanzi.

Harlan Coben - The stranger

Talento unico nel manipolare la materia letteraria e piegarla alle regole sceniche delle serie TV, Harlan ha stipulato un contratto particolare con Netflix, colosso nell’intrattenimento televisivo: adattare 14 dei suoi romanzi e nel caso trasformarli a seconda delle esigenze.

Ma quanto possono differire i romanzi dalle serie Tv? Quanto in là può spingersi la riscrittura di un personaggio o di un plot twist ?

Il metamorfismo creativo di Harlan Coben, incontrato in occasione del suo invito al Festival Noir di Milano, dove ha ritirato il prestigioso Premio alla carriera Raymond Chandler, si concretizza in questa risposta:

«C’è una bella differenza nel raccontare qualcosa che avviene nella testa di un protagonista e mostrarlo poi visivamente.

Nell’adattare i miei stessi libri per lo schermo io cambio molte cose, gli adattamenti peggiori sono quelli che cercano di essere troppo fedeli alla parola scritta, al romanzo e ovviamente questo è un grave errore, quello di stare troppo attaccati al romanzo.

La differenza poi tra questi due mezzi , scrittura e televisione, sta nella collaborazione.

Quando scrivo faccio tutte le parti in commedia, … le luci, la regia, decido tutto da solo, invece creando una serie tv la collaborazione è tra varie persone: la troupe, il regista, gli attori, per esempio nell’adattamento di The Stranger abbiamo dovuto tener conto dell’attrice che portava le sue differenze o delle idee del regista eccetera … quindi è uno sforzo collettivo quello della serie Tv, inoltre vorrei fare un’altra analogia: scrivere un libro è come essere un tennista, che vince la coppa da solo, invece in televisione io sarei come il capitano di una squadra, ma c’è una squadra.

I personaggi non possono essere mai esattamente uguali all’esterno come uno li ha pensati nella propria testa, non funziona poi per la Tv.

E poi in secondo luogo, ci sono a volte degli attori che sono così magnifici, così bravi che io cambio il personaggio per adattarmi alla loro performance, per adattarmi all’attore e il risultato è assolutamente migliore.

Per esempio adesso sto preparano una serie Tv ambientata in New Jersey dove c’è un personaggio che è completamente diversa fisicamente al personaggio che io avevo in testa, ma lei è così brava che ho cambiato qualcosa di questo personaggio per adattarmi a lei e quindi ottenere un risultato migliore sullo schermo.

Quindi possono accadere tutte e due le cose 

Delle volte sono io stesso sorpreso da quello che avviene poi sulla scena ed è per quello che decido di fare dei cambiamenti, perché gli attori mi danno degli input diversi.»

Ma è poi vero che i thriller ci raccontano qualcosa che non potrà mai accadere, semplici storie spinte oltre il limite del credibile dalla fantasia del loro autore?
Leggendo The Stranger di Harlan Coben ammetto di aver iniziato a nutrire dei dubbi, una vera e propria inquietudine che al termine della lettura temo si sia trasformata in paura.
Il merito di un effetto così dirompente va ascritto al talento di Harlan Coben capace, come già accaduto in altre opere precedenti, di costruire un romanzo estremamente credibile su uno dei temi cruciali della società contemporanea (e ancora di più di quella futura): la privacy e l’impossibilità di preservare la riservatezza online.

Andrea Martina nella sua recensione di The Stranger ha sottolineato l’imprinting sociale che caratterizza i romanzi di Coben ed è proprio questo aspetto che abbiamo sondato con l’autore.

« I miei romanzi sono ancorati al presente

S’ispirano anche a delle cose molto attuali, per esempio questi siti che fanno la ricerca del DNA, oppure le app per gli incontri, oppure il fenomeno Trump, senza entrare troppo in politica, cose d’attualità.

Un grosso cambiamento è anche quello che ci fa andare agli appuntamenti avendo già cercato su Google tutte le informazioni sulla persona che incontriamo, una volta si andava alla cieca.

La mia visione è realistica.

Tutti abbiamo dei segreti, ogni casa contiene qualcosa che non sappiamo, crediamo di sapere come sono gli altri.

È interessante la condizione umana perchè noi pensiamo di essere degli esseri complessi, in maniera tutta speciale, e nello stesso tempo pensiamo di capire gli altri e questa è una bella contraddizione in termini.

A me piace esplorare questo inganno quotidiano che riguarda sia noi stessi che gli altri.

Se non riconosciamo che anche negli altri c’è una complessità, qualcosa di nascosto come c’è in noi, allora c’è un problema; è una questione di negazione di questa realtà.

Gigante della narrativa americana, Harlan Coben sfugge ogni etichettatura.

I suoi romanzi, spesso indicati come Domestic Thriller, hanno in realtà una connotazione ben più ampia per l’autore

Tratto di persone comuni che si trovano in circostanze straordinarie, persone comunissime come lei e me  e questo ci fa partecipare in prima persona, perché tutti noi teniamo alla nostra famiglia e suscita le nostre emozioni.

Quando non ci sono segreti allora non si può raccontare una bella storia

Personalmente non mi preoccupo di quello che è stato fatto nel genere o che cosa succede, io racconto una storia ambientata nel presente, nel nostro oggi, poi sono forse anche un po’ ingenuo per quanto riguarda il mercato, o quello che accade nel genere, non saprei veramente fare un’analisi di questo, inoltre non credo neanche che i miei romanzi appartengano definitivamente al Noir o al Thriller, per esempio Tell no one, era una storia d’amore.

Le domande che pone The Stranger sono molte e non è detto che tutte trovino una risposta al termine della lettura. Molto dipende dal lettore, dalla sua capacità di guardare se stesso ancora prima che ai possibili peccati altri. 

Sono diverse le domande che si pone Andrea durante la sua lettura e una in particolare l’abbiamo rivolta ad Harlan Coben

Parliamo del sogno americano, altro tema ricorrente nel romanzo The Stranger e che sembra andare sempre più in pezzi man mano che la storia progredisce.

È il tuo modo per certificare che quella “grande visione” è in realtà un fallimento?

Lo chiamiamo “American Dream” , ma penso che sia il sogno di tutto il mondo.

Il sogno di trovare l’anima gemella di trovare un partner, di mettere su famiglia, di avere dei figli, una bella casa, una macchina o due, quindi direi che non si riferisce solo all’America, ma a tutto il mondo.

È una visione romantica, è una visione sbilanciata, ed è un sogno che è molto fragile, ed essendo fragile ci si può danneggiare facilmente

I personaggi fanno di tutto per proteggere questo sogno che vogliono realizzare, ma è come una bolla di sapone, molto leggera e fragile. 

Che cosa succede quando scoppia questa bolla? 

E quando questo sogno si avvera può diventare anche un’incubo!

Questo è quello che io scrivo 

E lo scrive molto bene aggiungiamo noi.

Thriller Life ringrazia di cuore Harlan Coben per la disponibilità e l’ufficio stampa Longanesi

a cura di Patty Pici con la collaborazione di Andrea Martina