La maschera di marmo di Jean-Christophe Grangé

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La maschera di marmo

Germania, fine anni Trenta.

I corpi senza vita delle mogli di due gerarchi nazisti vengono ritrovati tra le luci sfavillanti di una Berlino mondana, inconsapevole della guerra imminente. Le indagini sono affidate al brutale e spietato ispettore Franz Beewen.

L’alto ufficiale della Gestapo si mette subito all’opera e segue i primi indizi, che lo conducono nello studio di Simon Kraus, uno psicanalista specializzato nell’interpretazione dei sogni.

Potrebbe essere lui ad avere la chiave per capire chi sia l’assassino.

Le vittime erano sue pazienti, ed erano entrambe tormentate dall’incubo di essere inseguite da un uomo con il volto coperto da una maschera di marmo.

Una figura che per Kraus è la personificazione di paure e traumi, ma che, alla luce dei fatti, potrebbe essere più reale di quanto si immagini.

C’è qualcuno, però, che ostacola Beewen e Kraus nel cammino verso la verità. E non è solo l’assassino. Perché i due stanno cercando risposte proprio là dove il partito nazista nasconde i suoi segreti più torbidi e inconfessabili.

Ma non si fermeranno davanti a nulla.

Anche se questo vorrà dire mettere in dubbio i valori della patria.

RECENSIONE

Una Berlino cupa e soffocante, oppressa dal nazismo e sul baratro del secondo conflitto mondiale; un serial killer dal volto coperto da una maschera di marmo che compare nei sogni delle sue vittime, tutte giovani e bellissime, tutte mogli di ricchi e potenti gerarchi nazisti e, infine, un trio di improbabili investigatori: sono questi gli elementi principali di “La maschera di marmo” di Jean-Christophe Grangé, autore francese noto al grande pubblico per il bestseller “I fiumi di porpora”.

Questa volta Grangé ha scelto di sorprenderci con un thriller storico che mette in luce gli orrori di uno dei totalitarismi più sanguinosi del XX secolo e ci coinvolge in un’indagine poliziesca che rischia di svelare alcuni dei segreti più torbidi del Reich.

I protagonisti indiscussi del romanzo sono i tre investigatori chiamati a risolvere il caso, tre personaggi che non hanno assolutamente nulla in comune tra loro.

Simon Kraus è uno psicanalista specializzato nell’interpretazione dei sogni, che ha in cura le ricche donne della borghesia tedesca angosciate e depresse a causa del regime nazista e che, in cuor loro, nutrono sentimenti antipatriottici.

Simon non è un medico che si dedica con serietà alla sua professione, piuttosto è un approfittatore che cerca di sfruttare ogni situazione a suo vantaggio.

La povertà in cui è nato e la sua bassa statura lo hanno spinto a sviluppare la volontà di primeggiare, ma anche di ottenere quello che vuole a qualunque costo: Simon è un vero e proprio “gigolò nell’anima”.  

Franz Beewen, Hauptsturmführer della Gestapo, è un uomo estremamente violento, abituato a “spaccare facce, braccia, finestre e tutto ciò che era alla portata dei suoi pugni…”.

A parte un piccolo difetto fisico, è la quintessenza della perfezione ariana, è pericoloso poiché cova una rabbia sovrumana e ha un unico obiettivo: andare al fronte e trucidare il maggior numero possibile di francesi responsabili del degrado fisico, ma soprattutto mentale del padre, soldato durante la Grande Guerra e vittima di un attacco con il gas.

Franz si vede affidare il caso delle donne trucidate dall’uomo con la maschera di marmo, ma lui non sa niente di indagini criminali, del resto “la Gestapo era una polizia politica: arrestava le vittime, non i colpevoli. Alla Gestapo non si cercavano i criminali: li si fabbricava da zero. I fascicoli delle indagini venivano tranquillamente prodotti in ufficio, per poi arrestare il criminale di turno, il primo ad accogliere con sorpresa la notizia della propria colpevolezza”.

Minna von Hassel, psichiatra dal fascino esotico, discendente di una delle famiglie più ricche e aristocratiche della Germania, dedita all’alcool e alle droghe, odia il nazismo con tutte le sue forze e cerca di combatterlo con i pochi mezzi a sua disposizione.

Minna è la ‘pecora nera’, la figlia ribelle e bohemienne che, invece di godere della sua ricchezza, ha preferito voltare le spalle alla sua famiglia, “studiare psichiatria e dedicarsi agli emarginati”.

E’ la direttrice dell’ospedale psichiatrico in cui è in cura il papà di Beewen e tratta i pazienti come se fossero suoi figli.

Inizialmente il rapporto tra Simon, Franz e Minna è caratterizzato dalla diffidenza, dalla paura e dal disprezzo, ma ognuno di loro avrà un ruolo fondamentale nella soluzione del caso, ognuno di loro correrà rischi enormi per scoprire la verità e, nel corso del romanzo, imparerà non solo a fare affidamento sugli altri due, ma anche ad affezionarsi a loro.

La maschera di marmo è un romanzo in cui la ricostruzione storica è un elemento di grande rilievo. Ci troviamo letteralmente catapultati nella Berlino del 1939 e abbiamo l’impressione di precipitare in un abisso di orrore, fanatismo e follia.

Grangé non ci risparmia niente: dalla sterilizzazione all’eliminazione di tutte quelle categorie di persone che i nazisti consideravano anomalie della natura; dalle leggi razziali che privavano gli Ebrei dei loro diritti alle torture inflitte ai prigionieri negli uffici della Gestapo; dalla persecuzione degli zingari agli orrori dei campi di prigionia che, nel giro di pochi anni, diventeranno campi di sterminio.

Insieme ai tre protagonisti ci troviamo ad affrontare una vera e propria discesa all’inferno dalla quale riemergeremo solo quando i nostri eroi riusciranno a chiudere definitivamente il caso a Czestochowa, proprio mentre le forze tedesche affrontano l’Armata Rossa nella Battaglia di Stalingrado.

Presto l’autocarro fu solo un punto minuscolo. Un atomo insignificante in un grande deserto bianco. Un elettrone non più in grado di bloccare la sua corsa insensata. Una particella che conteneva, se non la promessa, almeno il sogno di un futuro migliore.

Traduzione: Doriana Comerlati e Giuseppe Maugeri
Editore: Garzanti
Pagine: 720 p.
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Jean-Christophe Grangé è autore di romanzi che hanno ampliato i confini del thriller tradizionale.
Dopo l’esordio negli anni Novanta, giunge alla notorietà grazie al film di Mathieu Kassovitz tratto da I fiumi di porpora (Garzanti 1999) interpretato da Jean Reno e Vincent Cassel, il primo di diversi adattamenti delle sue opere per il cinema e la televisione.
Per Garzanti ha pubblicato anche Il volo delle cicogne (2010), Il concilio di pietra (2001), Amnesia (2012), Il respiro della cenere (2013) e Il rituale del male (2016), primo volume della saga nera che trova la sua conclusione nell’Inganno delle tenebre (2017), La maledizione delle ombre (2019), L’ultima caccia (2020), L’ altare della paura (2021) e, infine, La maschera di marmo (2022).

La maschera di marmo di Jean-Christophe Grangé
Concludendo
Un thriller storico che precipita il lettore nell’abisso di morte e distruzione del nazismo e della seconda guerra mondiale.
Pro
La ricostruzione storica
I personaggi sfaccettati
Contro
L’eccessiva lunghezza
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