
Il samba di Priscilla
Brasile, 2011. Una brillante giornalista in carriera, Priscilla Amorim, indaga su un faccendiere italiano emigrato a Salvador de Bahia e sul suo giro di modelle-escort.
Di lì a poco si troverà precipitata nell’abisso: due reporter italiani scomparsi, una squillo uccisa da un’overdose di eroina e l’esibita influenza mafiosa della famiglia Magellano.
Intanto, a Rio de Janeiro l’avvocato Renato Marconi trama per far riscuotere ai suoi boss – i Pineira, signori della Federcalcio – una milionaria tangente che gli emiri del Qatar hanno promesso in cambio dell’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022.
Quando le brame delle due potentissime casate brasiliane – Magellano e Pineira – entreranno in collisione, lo scontro sarà cieco e senza esclusione di colpi.
Mai scesa a compromessi, solo Priscilla può trovare la via della salvezza.
Saprà imboccarla?
RECENSIONE
Sullo sfondo del Brasile di Rio de Janeiro e Salvador de Bahia, prendendo spunto da fatti realmente accaduti, l’autore accompagna i lettori in un viaggio alla scoperta di questa terra allegra, musicale e colorata, ma anche ricca di contraddizioni, dove la miseria e l’indigenza vanno a braccetto col lusso sfrenato e la ricchezza, mentre la corruzione dilaga a tutti i livelli e in ogni ambito.
Il taglio scelto per il racconto –Il samba di Priscilla – è quello del thriller con sfumature noir e grazie ad uno stile di scrittura incisivo e a capitoli brevi, che scandiscono l’arco temporale serrato entro cui si svolgono i fatti, il ritmo della narrazione si fa subito incalzante, aderendo perfettamente alla struttura narrativa e alla storia.
Sin dall’inizio il lettore si trova coinvolto in una girandola di eventi e personaggi, catapultato in una realtà difficile dove il “buono” e il “cattivo” sono concetti fluidi, non ben definiti, che si mescolano continuamente, scambiandosi di ruolo.
L’autore, con pennellate ricche di sfumature, dipinge un vero e proprio affresco di varia umanità, dove spiccano la figura di Priscilla Amorim, la giornalista protagonista della storia, e quella di Renato Marconi, avvocato al servizio di una delle famiglie più potenti del Brasile, i Pineira, boss della Federcalcio.
I due, accomunati dalle origini povere e dal desiderio di riscatto, sono agli antipodi per l’uso che fanno della loro ambizione e per la strada che decidono di percorrere quando gli eventi li metteranno davanti al bivio della scelta.
Priscilla lavora nel campo della moda, ma se lo sente stretto addosso proprio come un abito di una taglia più piccola, per questo si muove all’interno delle trame e degli intrighi in cui si trova coinvolta, facendosi guidare dal motto affisso sopra la sua scrivania: “Giornalismo è opposizione” perchè “se un giornalista non fa opposizione sta solo spacciando mercanzia da quattro soldi, buona per ogni stagione. Come i generi vari.”, Renato invece, è schiavo dei giochi di potere e sottomesso completamente al loro servizio.
Durante il racconto i tratti distintivi del loro carattere, le debolezze e i punti di forza, emergono con chiarezza e si impongono al lettore suscitandogli i sentimenti più disparati, grazie all’abilità dell’autore nel creare una forte corrente di empatia.
Lo stesso dicasi per tutti gli altri personaggi che “si muovono sulla scena” acompagnando Priscilla e Renato e che incarnano a loro modo la dissolutezza, il potere, la ricchezza di questo paese.
Traspare da ogni rigo l’intima conoscenza di questa terra, dei suoi abitanti, delle sue criticità, da parte dell’autore che è estremamente accurato non soltanto nelle descrizioni ambientali, ma anche in quelle più squisitamente socio culturali.
Una storia di riscatto ma anche una presa di coscienza nell’accogliere un destino ineluttabile, un thriller col ritmo di un poliziesco e la tensione emotiva di un noir, ma anche e soprattutto un libro di denuncia dei giochi di potere e della corruzione che sporcano la bellezza di un paese e della sua gente.
Editore: Borderfiction
Pagine: 379
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Maurilio Barozzi giornalista, saggista e scrittore. Nato nel 1967, i suoi lavori sono apparsi su: “Diario”, “Liberal”, “Nasz Powiat” “Cicloturismo”, “Altrafinanza” , “Tu Style” e “Panorama Travel”. Alcuni scritti pubblicati per “Limes. Rivista italiana di geopolitica” sono stati tradotti in Francia e Canada (per Gallimard) e Polonia.
Il suo saggio “Do jakiej Unii zmierzamy?” (Verso quale Unione Europea?, 2001) è stato materia d’esame al corso di politica dell’Università Jagellonica di Cracovia. Reporter del quotidiano l’Adige di Trento dal 1996, è autore di articoli editoriali e titolare di rubriche di costume.
Dopo “Voci dalla strada” e “TeleBar”, oggi scrive ogni lunedì “La Biblioteca di Babele”. Nel 2014, dal Brasile, ha raccontato la Coppa del Mondo in 35 articoli con la manchette “Caipirinha mundial”. In narrativa ha esordito nel 2003 con il romanzo “Spagna” (Giunti editore).
Poi: “Seme di metallo”, “Muro Dolomitico”, “Caro Brasile”, “El Trinche”, “Maracanã. Sull’onda crespa del Brasile” , “Ciclismo senza confini” e Il samba di Priscilla
