Il cadavere del Canal Grande di Enrico Vanzina

3.5
Avventuroso
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Il cadavere del Canal Grande

Jean de Briac ha un sogno, fare il pittore.

Ma suo padre, un nobile francese assai più interessato al guadagno e alle mucche che all’arte, non voleva sentirne parlare.

Così Jean ha rubato un cavallo dalla scuderia paterna e ha galoppato fino a Venezia, dove è riuscito a farsi prendere a bottega dal pittore che ama di più, il maestro Giambattista Tiepolo.

La vita tra i canali e gli affreschi gli sembra tutto quello che ha sempre desiderato, finché un giorno va a sbattere contro una bellissima ragazza.

Lei lo guarda e prima di svanire tra la folla gli affida un sacchetto di velluto con la preghiera di consegnarlo il prima possibile alla signora Ginevra, la proprietaria della locanda Alle due spade. Jean lo apre: contiene uno smeraldo di dimensioni stupefacenti.

Pochi minuti dopo dal Ponte di Rialto si alzano delle grida, “c’è un cadavere nel Canal Grande”.

È la ragazza del sacchetto… Dopo una notte turbata da un sonno inquieto Jean si reca alla locanda. Incontrerà Ginevra, la donna più sensuale che abbia mai visto, e finirà in un misterioso intrigo che coinvolgerà i potenti di tutta Europa e il più celebre veneziano di sempre: il cavalier Giacomo Casanova.

RECENSIONE

Il cadavere del Canal Grande è un thriller storico ambientato nella suggestiva cornice della  Venezia del ‘700.

La storia è composta da diversi elementi, non solo squisitamente “gialli”, ma anche da tanta avventura, amore e passione.

In realtà, la trama “gialla” appare un po’ debole rispetto a quella avventurosa che richiama alla mente del lettore i film di “cappa e spade”, sullo stile de “I tre moschettieri”.

Inizialmente si fa fatica ad entrare nella narrazione, perché al lettore si chiede di fare un grosso salto temporale all’indietro per calarsi completamente in un’altra epoca, distantissima per usi, costumi e codice morale, ma una volta entrati, grazie all’abilità dell’autore, nel cui stile si riconosce la sapiente mano dello sceneggiatore, è facile lasciarsi catturare e avvolgere dall’atmosfera del tempo e affascinare dai personaggi descritti.

I personaggi tanto ben delineati sono il fiore all’occhiello e il punto di forza di queste pagine:

La locandiera, che usa la sua sensualità con astuzia per ottenere i suoi scopi:

Il mio solo piacere è vedermi vincere. È quella la vera ricchezza… Io non m’innamoro mai di nessuno.

Cesco lo sbirro: ” Cesco non era un uomo di azione, non lo era mai stato. Per esserlo gli mancava il coraggio. Nel corso della sua carriera aveva sempre usato l’astuzia e il cervello, mai il fegato e l’audacia.”

Jean l’artista che si scopre semplicemente “un uomo qualunque”: ” Sono fragile e non ho la tenacia che deve possedere un artista quando decide di trasportare su tela i misteri dell’animo umano“.

Caratterizzazioni che permettono al lettore di farsi un’idea precisa di ognuno e di provare nei loro confronti i sentimenti più disparati.

Accanto ai protagonisti, puramente di fantasia, si muovono sul “set di queste pagine” anche personaggi storici del calibro di Giacomo Casanova, che rivive nel mito del suo fascino leggendario, ma anche nel suo inesorabile declino e il Tiepolo, attraverso il quale l’autore rende omaggio all’arte, definita come “ un sogno a occhi aperti. E chi dedica la vita a tracciare segni sulla tela ha l’anima più esposta agli scossoni della sensibilità

Lo stile di scrittura, ricercato ed elegante, si sposa alla perfezione con l’ atmosfera dell’epoca, le descrizioni puntuali completano il quadro stimolando la sensorialità e l’immaginazione del lettore.

Non mancano i colpi di scena in Il cadavere del Canal grande, tipici di un thriller e il pathos, che caratterizzano però maggiormente la seconda parte del romanzo che, complessivamente, è inquadrabile più come un romanzo d’avventura che un giallo vero e proprio.

Editore: HarperCollins Italia
Pagine: 224
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Enrico Vanzina

Suo padre, Steno, era un regista.

Suo fratello, Carlo, è un regista.

Lui, invece, fa lo sceneggiatore.

Ha scritto circa cento film, alcuni famosissimi.

Ha vinto il Nastro d’argento, la Grolla d’oro, il Premio De Sica e il Premio Flaiano. Ma il cinema e la tv non sono la sua unica occupazione. Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e scrive ogni settimana su «Il Messaggero».

Ha pubblicato diversi libri, tra cui Il gigante sfregiato (Newton Compton, 2013), suo primo romanzo giallo, Le finte bionde, Una famiglia italiana (Mondadori), Colazione da Bulgari (Salerno Editrice), La sera a Roma (Mondadori 2018), Mio fratello Carlo (HarperCollins Italia, 2019).

Il cadavere del Canal Grande di Enrico Vanzina
Concludendo
Un romanzo d’avventura, anche se non mancano gli elementi del thriller, che richiama alla memoria i film di “cappa e spade”.
Pro
Caratterizzazione dei personaggi
Contro
Trama thriller un po’ debole
3.5
Avventuroso
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