
E sempre le foreste
Nessuno vuole Corentin, né il padre, che si è volatilizzato, né le comari, i cui pettegolezzi alimentano la vita del villaggio, né tantomeno la madre, che desidera solo sbarazzarsene. Sballottato di casa in casa, alla fine la madre lo lascia ad Augustine, una delle vecchie del paesino. Nella valle delle Foreste, territorio ostile in cui abita l’anziana bisnonna, Corentin ricomincia a vivere. Quando la continuazione degli studi lo proietta nella grande città si lascia andare senza ritegno alla baldoria permanente. Intorno a lui il mondo brucia. Il caldo non smette di inaridire la terra, i ruscelli della sua infanzia si sono prosciugato da tempo, gli alberi perdono le foglie a giugno. Qualcosa di minaccioso si sta preparando. La notte in cui tutto implode Corentin sopravvive per miracolo, nascosto nelle catacombe della città. Tornato in superficie in un mondo devastato, è solo. Guidato dalla speranza insensata di ritrovare la vecchia Augustine si incammina verso le Foreste. Una ricerca disperata, con l’ossessione di far rinascere un mondo deserto e la certezza che tutto non si ferma mai completamente.
RECENSIONE
Una copertina minimalista, in bianco e nero e piuttosto inquietante fa da apripista ad un romanzo carico di angoscia, che ci mette di fronte ad uno scenario post-apocalittico di inaspettata potenza e plausibilità, dato che il clima, da tempo, ci sta dando numerosi ultimatum.
La nascita di Corentin, per Marie, è stato un vero e proprio dramma, non voleva questo bambino che ha minato la sua libertà e quella esistenza da sogno che si meritava, dopo le sofferenze passate.
Non capì mai perché non l’avesse abbandonato appena nato. Passò la vita a rimpiangere di non averlo fatto… Lei non voleva che fosse felice e si sarebbe messa d’impegno a distruggere l’universo che si era inventato
Dopo averlo depositato come un pacco in giro da amici per anni, decide così di portarlo nelle Foreste, dalla vecchia Augustine, sua nonna, liberandosene per sempre.
Corentin cresce con l’anziana donna che lo spinge a studiare e visitare il mondo, portandolo a trasferirsi in città, dove scopre amici, vita mondana ma anche paure e idee rivoluzionarie.
Cercavano un rifugio, un bozzolo, un riparo da tutto in cui niente e nessuno avrebbe disturbato le loro discussioni infinite, la fusione fra loro, i vapori dell’alcol per non pensare che l’esistenza era meno bella, meno esaltante di quella che avevano sperato
Durante una di queste riunioni sotterranee il mondo in superficie viene schiacciato da un evento apocalittico, uccidendo quasi tutta la popolazione, gli animali, la natura.
Corentin decide di inoltrarsi nelle Foreste per raggiungere Augustine, sperando sia sopravvissuta e qui inizia la sua lotta per la vita nella speranza che il mondo ricominci a vivere con lui.
Romanzo molto particolare per la scrittura lineare e piuttosto fredda che ci consegna un mondo grigio e inanimato dove chi è riuscito a salvarsi ha perso ogni emozione.
Personaggi aridi come la natura circostante ma che sono alla continua ricerca di amore, il motore che muove ogni cosa.
La Collette punta il dito sul problema ambientale che sta diventando sempre più impellente e ci avvisa che il mondo, così come lo conosciamo, potrebbe sparire lasciando comunque sempre un barlume di speranza.
Cercavano di immaginare come fossero fatti i fiori di cui parlava Corentin, i frutti, gli animali, il sole, sicuri che all’ovest lo avrebbero trovati
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
Editore: edizioni e/o
Pagine: 279
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Sandrine Collette è nata nel 1970. Divide il suo tempo tra la scrittura e i cavalli nella regione del Morvan. È autrice di “Des noeuds d’acier”, vincitore del Grand Prix del Litérature policière 2019 e bestseller sin dall’uscita. “Un vent de cendres”, “Six fourmis blanches” e “Les larmes noires sur la terre”, oltre a “Resta la polvere”, vincitore del premio Landerneau 2016, e “Dopo l’onda”, entrambi pubblicati da Edizioni e/o.
