
L’ufficio degli affari occulti
Un bambino corre, a piedi nudi, nella notte. Corre senza meta nelle viuzze buie e strette della Parigi cenciosa che festeggia l’ascesa al trono di Luigi Filippo. Il suo cuore è un tamburo impazzito. La mente, occupata da un solo pensiero: sfuggire agli artigli del Vicario, che è lì da qualche parte, nell’oscurità, pronto a dargli la caccia tutta la notte. In un vicoletto, il bambino scorge un coccio di bottiglia tra le immondizie.
Lo afferra per tagliare il tendone più vicino. Un taglio discreto, giusto per entrare. Una volta dentro, lo accolgono visi da incubo, emersi dal nulla, in un terrificante labirinto di specchi da cui è impossibile uscire…
Dall’altra parte della città, in uno dei quartieri ricchi della capitale, nella residenza di Charles-Marie Dauvergne, deputato alla Camera di fresca nomina, si festeggia il fidanzamento di Lucien Dauvergne con la figlia di un industriale normanno.
Lucien è un giovane frivolo, un dandy elegante e bohémien. Nel corso della serata, sale al piano superiore della casa e scompare letteralmente dalla festa.
Temendo un capriccio del suo incorreggibile rampollo, Madame Dauvergne si avventura anche lei al primo piano, e vede il figlio inginocchiato dinanzi a un grande specchio di Venezia con la cornice dorata. Il giovane si alza, abbozza un saluto, poi avanza con passo risoluto verso la finestra e si getta serenamente nel vuoto.
L’inchiesta su una tragica, illogica morte del figlio di un personaggio illustre suscita sempre non pochi timori nelle alte sfere del potere.
Alla Süreté viene perciò convocato e istruito in tutta fretta Valentin Verne, giovane ispettore della Buon costume, il servizio di protezione della morale.
A Valentin, che sotto la sua apparenza eterea cela una durezza, una determinazione tagliente quanto il filo di una lama, non resta che accettare il nuovo incarico, anche se comporta, per il momento, la rinuncia a venire in aiuto di Damien, un orfano indifeso caduto nelle grinfie del mostro che si fa chiamare il Vicario.
RECENSIONE
Nella Parigi scintillante degli Anni Trenta del secolo XIX, all’ombra della neonata monarchia di Luglio, in un periodo di grandi scoperte scientifiche, invenzioni rivoluzionarie e intrighi politici, il giovane ispettore di polizia Valentin Verne si trova ad affrontare un caso piuttosto controverso: l’inimmaginabile suicidio di Lucien Dauvergne, rampollo di una famiglia molto in vista, proprio durante la sua festa di fidanzamento.
Nonostante la giovane età, Valentin è un investigatore brillante ed esperto, un uomo che non passa inosservato per la bellezza, l’innata eleganza e per lo sguardo grave che cela un carattere determinato e risoluto, ma anche un’anima tormentata.
Gira per le strade di Parigi come un angelo vendicatore, paladino dei più deboli e oppressi: i bambini poveri che vivono nei quartieri malfamati della capitale francese e rischiano di finire nelle grinfie del Vicario, la personificazione dei nostri peggiori incubi, l’emblema del male assoluto.
Dedicandosi all’”affaire Dauvergne”, Valentin è costretto ad abbandonare momentaneamente la sua caccia al mostro per indagare sulla vita del giovane Lucien, un dandy viziato e appassionato di poesia, che sognava un’esistenza bohemienne vivendo della propria penna, e che era entrato a far parte di un gruppo rivoluzionario poco tempo prima della sua morte.
Valentin si troverà coinvolto in riunioni segrete, duelli e agguati. La sua vita sarà spesso in pericolo, ma non sarà mai solo: l’ex capo della Sureté Vidocq e l’affascinante Aglae lo aiuteranno a districare la complessa indagine e a risolvere il caso.
L’ufficio degli affari occulti è un romanzo che si legge voracemente e che trascina il lettore in un vortice di avventura e mistero.
Oltre ad aver congegnato una trama di sicuro interesse, Eric Fouassier ha sviluppato una narrazione in cui la ricostruzione storica è un elemento fondamentale.
Leggendo le pagine del romanzo abbiamo l’impressione di passeggiare per i boulevard della Parigi del 1830, di entrare sia nei vicoli maleodoranti e oscuri dei quartieri malfamati che nei palazzi del centro dove vivono l’alta borghesia e la nobiltà.
Il finale aperto ci fa sperare che, con l’affascinante Valentin, non si tratti di un addio, ma solo di un arrivederci.
Traduzione: Maddalena Togliani
Editore: Neri Pozza
Pagine: 336 p.
Anno pubblicazione: 2022
AUTORE
Éric Fouassier, nato nel 1963, è professore universitario, membro dell’Accademia Nazionale di Farmacia e Cavaliere della Legion d’Onore. Ha scritto diversi romanzi e racconti. L’ufficio degli affari occulti ha vinto il premio Maison de la Presse nel 2021.
