
La presidente
Vita Castellá giace cadavere nella stanza di un lussuoso albergo di Madrid, avvelenata con un caffè al cianuro. È stata la presidente della Comunità Valenciana. Amata e detestata, benefattrice e prepotente, ha dominato la città e la regione in una stagione segnata da una corruzione pervasiva e quasi proverbiale. La rete di potere che da lei si è estesa ha lasciato al suo ritiro una schiera di scheletri in moltissimi armadi. Della sua morte, le autorità, il capo della polizia, il ministro, vogliono far passare una versione ufficiale meno compromettente, un infarto che eviti «un casino di dimensioni stratosferiche». L’inchiesta di polizia è però inevitabile. L’idea brillante è di affidarla a degli investigatori inesperti e malleabili. Come Berta e Marta Miralles, due sorelle giovanissime appena uscite dall’Accademia di Polizia.
RECENSIONE
Creare un personaggio femminile dopo Petra Delicado, che nel corso degli anni ha ammaliato milioni di lettori, non è certo un’impresa facile, ma Alicia Giménez-Bartlett c’è riuscita.
E di donne ne ha create addirittura due: sorelle, giovani, inesperte, diversissime tra loro, ma accomunate da due doti fondamentali: la voglia di farsi valere nel lavoro, di emergere in un mondo prettamente maschile, e una grande tenacia.
Uno dei punti di forza del libro è senza dubbio l’ingenuità e l’inesperienza delle protagoniste.
Pur essendo sorelle sono veramente agli antipodi: Berta, la maggiore, è disillusa dall’amore, vuole puntare tutto sulla carriera, forse per non sentire il peso della solitudine; Marta, invece, è molto più ingenua e cerca di vivere in un mondo fatto di vestiti di Zara, di scarpe e ama giocare a fare la dura, come i poliziotti che ha visto in tv.
Non sono due personaggi subito definiti, vanno conosciute, vanno guardate evolversi.
Insieme a loro si muovono tanti altri personaggi, alcuni quasi caricaturali, altri più saggi.
Tutti, comunque, con una parvenza di realtà che li rende facilmente assimilabili a tutte le persone che possiamo incontrare ogni giorno sulle nostre strade.
Tra loro c’è Boro Badìa, giornalista, addetto stampa di Vita Castellà, omosessuale, deluso dalla fine di una relazione nella quale aveva investito tutto.
Non mancano, come in tutti i romanzi di Alicia Gimenez-Bartlett, anche riferimenti ai problemi sociali.
In questo romanzo – La presidente – trova grande spazio l’omosessualità, la discriminazione che, ancora oggi, nei paesi più tradizionali, molte persone devono subire.
Grande attenzione viene riservata anche alla corruzione dei politici e delle istituzioni anche se, alla fine, ciascuno pagherà per i suoi misfatti.
Anche la città in cui si muovono le ragazze e la loro indagine, Valencia, è totalmente diversa dalla Barcellona di Petra.
Forse manca un po’ di descrizione del luogo, ma di certo la storia non ne risente.
Traduzione: Maria Nicola
Editore: Sellerio
Pagine: 338
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) è la creatrice dei polizieschi con Petra Delicado. I romanzi della serie sono stati tutti pubblicati nella collana «La memoria» e alcuni poi riuniti nella collana «Galleria». Ha anche scritto numerose opere di narrativa non di genere, tra cui: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009, Premio Ostia Mare Roma 2004), Vita sentimentale di un camionista (2004, 2010), Segreta Penelope (2006), Giorni d’amore e inganno (2008, 2011), Dove nessuno ti troverà (2011, 2014), Exit (2012, 2019) e Uomini nudi (2016, Premio Planeta 2015). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.
