Il trattamento del silenzio di Gian Andrea Cerone

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Il trattamento del silenzio

C’è più ombra che luce a Milano nel mese di novembre. Non sono giorni facili per le donne e gli uomini della UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, che saranno travolti da otto incredibili giornate intrise di violenza e sangue.

Cosa lega i cadaveri, orribilmente seviziati, di due noti collezionisti d’arte alla sparizione di un libro antico che custodisce un ancestrale segreto?

Quale insano istinto scatena proprio ora la follia di un maniaco tra i corridoi universitari alla ricerca di giovani prede femminili?

Le vicende personali del pacato commissario Mandelli e quelle del bell’ispettore Casalegno si intrecciano alle trame serrate della caccia a cui partecipano tutti i protagonisti della squadra, aiutati per l’occasione da un’affascinante ed energica poliziotta valtellinese e da un solido e saggio maggiore dei carabinieri proveniente dalla Costiera Amalfitana, in un’alluvione di furore assassino in cui il Male sembra sommergere gli stessi investigatori.

RECENSIONE

Un’attesa che non ha deluso, a partire dalla scelta del titolo “Il trattamento del silenzio”, interessante.

Il sequel di Le notti senza sonno ci ripresenta la squadra capitanata dal Commissario Mandelli, L’Unità di Analisi dei Crimini Violenti.

Il libro si apre con una scena apocalittica degna di Hannibal Lecter, un omicidio definito dagli esperti Stone 22, il massimo grado che classifica la cattiveria umana; sono questi i crimini indagati da Mandelli & CO; l’aberrazione umana, gli psicopatici, i predatori…

Filo conduttore di tutta la storia è, ovviamente, la caccia ad un serial killer. Una partita che avrà vari risvolti e, come sempre nei casi dedicati agli psicopatici, l’omicidio avrà una sua origine. Il male ha sempre un inizio.

Cerone sceglie ancora, e ovviamente, Milano con la sua periferia. Una Milano autunnale, grigia, battuta da una pioggia incessante che accompagnerà la vicenda fino al suo epilogo.

Ancora una volta il TEMPO.

Come nel libro precedente il tempo è fondamentale.

Anche ne Il Trattamento del silenzio la trama si srotola in un periodo ben definito: cinque giorni.

In questo lasso temporale non ci sono solo indagini e colpi di scena, ma si dipanano anche situazioni e indagini parallele e personali. Tuttavia, mi chiedo: cinque giorni sono veramente pochi per trovare un serial killer, sicuramente Milano non è New York, oppure ci troviamo di fronte una squadra che fa rimpiangere l’FBI.

La trama non è nuova, ma l’omicidio seriale è sicuramente d’effetto; a questo si aggiunge anche un’indagine parallela che Mandelli ed un componente della sua squadra conducono in veste semi-ufficiale insieme ai colleghi dell’Arma.

Una vicenda che troppo spesso occupa le prime pagine di nera: party-sesso-droga-politica.

Cerone ripresenta tutto il team al completo cui si aggiunge un nuovo acquisto, più o meno simpatico, meno per i miei gusti, ma è opinione personale.

Mandelli, il commissario, in piena crisi esistenziale, momentaneamente lontano dal suo ufficio. Ha preso un periodo sabbatico per rigenerarsi, dedicandosi agli studi umanistici, sua grande passione. Una cura che non funziona.

Una terapia, come il protocollo richiederebbe, probabilmente sarebbe stata più efficace per analizzare il suo io dopo tutto il male con cui si deve spesso confrontarsi il cacciatore di serial killer. E Mandelli sente il peso di tutto questo male.

Casalegno, dongiovanni indefesso, messo un po’ in disparte, spalla della nuova arrivata. Forse una nuova coppia, che il lettore avrà modo di conoscere e che sarà sicuramente ripresentata, prevedibile, un po’ un cliché.

La task force di Mandelli, L’Unità di Analisi del Crimine Violento, non è cambiata, sono tutti amici, compagni, amanti. Staticità dovuta alla solitudine o alla vicinanza che accompagna questi uomini e queste donne?

Non ci sono varianti, ad eccezione di Mandelli. Sembra non abbiano una vita propria fuori dalla questura, si va a casa solo per dormine. Sparita la figlia di Casalegno, “nota personale” del primo libro, eppur simpatica e intrigante come tutti gli adolescenti.

Queste sono le mie osservazioni, quello che forse avrei voluto leggere.

Ma Cerone sa scrivere e scrive bene.

Oltre 500 pagine che si leggono velocemente perché sono comunque coinvolgenti. Una prosa leggera, scorrevole che sostiene una trama costruita ad arte anche se non nuova. Mi sarei aspettata un po’ di più dai personaggi, un pizzico di mordente, un maggiore antagonismo…. All’interno di un gruppo c’è sempre.

Anche il simpaticissimo Santosuso ha perso un il suo brio. Sembrano tutti adagiati nella loro zona confort, Mandelli mamma-chioccia, Casalegno dongiovanni, la bella poliziotta (eroina di giorno, diva la notte), la ritrovata ex-atleta Marica e Zilli il nerd, gli opposti si incontrano. Forse troppo.

Il FINALE è degno, inaspettato, eccellente.

A tal proposito voglio citare una frase del commissario Mandelli: “Magari, come nella maggior parte dei delitti, tutto si riduce a una mera questione di sentimenti. Ripartiamo da lì, dai soliti ingredienti da romanzo giallo: amore, odio, rancore, vendetta…” (G.A. Cerone, “Le notti senza sonno”)

A voi la lettura.

Merita.

Il resto sono solo considerazioni personali. Quando si legge un buon libro si desidera sempre di più dall’autore. In Cerone ci sono tutte le premesse.

Editore: Guanda
Pagine: 592
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Gian Andrea Cerone è uno scrittore savonese, milanese d’adozione.

Ha una lunga esperienza nell’ambito della comunicazione, dell’editoria tradizionale, televisiva e digitale.

Tra i numerosi incarichi svolti, è stato responsabile delle relazioni istituzionali presso il ministero dello Sviluppo Economico e presso EXPO 2015.

Nel 2018 ha fondato la piattaforma editoriale di podcast Storielibere.

Ha esordito nella narrativa con Le notti senza sonno (Guanda 2022), il primo romanzo della serie che vede in azione la squadra investigativa dell’Unità di Analisi del Crimine Violento di Milano.

Il trattamento del silenzio è il sequel.

Il trattamento del silenzio di Gian Andrea Cerone
Concludendo
Un buon libro. Sicuramente Cerone spicca in un panorama difficile e vasto. Sa catturare l’attenzione del lettore, non ci sono descrizioni inutili, tutto è ben dosato e ponderato. Vista tale capacità potrebbe osare di più. Giudizio un po’ scolastico, ma il compito lo sa svolgere. Grazie per averci regalato un altro buon libro.
Pro
Ottima la scelta del titolo. Ha un suo perché, e il lettore avrà modo di capire e apprezzare.
Finale inaspettato e ben congegnato.
Contro
Personaggi un po’ confinati dentro al loro ruolo, poca evoluzione.
Si poteva omettere, a mio avviso, il prologo. Il racconto non ne aveva bisogno in quanto tutto ben articolato.
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