I lunghi coltelli di Irvine Welsh

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Maniacale
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I lunghi coltelli

Ray Lennox, ispettore che conosciamo dai tempi di Crime, è in una fase cruciale: le cose con Trudi vanno bene e pare che finalmente convoleranno a nozze, ha chiuso con la cocaina e sul lavoro si prospetta addirittura una promozione.

Ma le ombre del passato lo perseguitano: Lennox ha sbattuto in galera il famigerato serial killer a cui aveva dato a lungo la caccia, però sa che il mostro non ha vuotato il sacco fino in fondo; e poi ci sono gli incubi angoscianti su quella notte nel tunnel, tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino. Riuscirà a voltare pagina?

Nel frattempo l’ispettore è alle prese con una nuova, intricata indagine: Edimburgo è sconvolta dall’omicidio di Ritchie Gulliver, membro del parlamento britannico, il cui cadavere mutilato è stato rinvenuto in un magazzino di Leith.

Chi lo conosceva bene non si stupisce: vizioso, razzista, corrotto, Gulliver nella sua vita aveva pestato i piedi a molti.

Mentre Lennox cerca di vederci chiaro, i morti si susseguono, sempre con lo stesso modus operandi, sempre nelle alte sfere; inoltre, il killer sembra agire con l’aiuto di qualcuno e perseguire un suo macabro disegno di giustizia.

Finché un giorno sparisce Fraser, il nipote di Lennox, e la faccenda si fa maledettamente personale…

Ambientato tra Londra e Edimburgo, questo thriller possiede tutti gli ingredienti che hanno portato al successo Irvine Welsh: spregiudicatezza, inventiva linguistica, humour nero al servizio di una trama avvincente e implacabile, che trascina il lettore alla resa dei conti finale.

RECENSIONE

Ai tempi di Trainspotting restai (negativamente) colpita da questo autore irriverente e crudo al punto da diventare sconvolgente e non lessi più nulla di lui fino ad oggi, fino al suo I lunghi coltelli.

Lui resta sempre crudo, spietato e preciso soprattutto nell’esposizione di certi particolari raccapriccianti, che mi sarei risparmiata volentieri, ma devo proprio riconoscergli tanta qualità.

E’ sicuramente uno stile cui potremmo non essere abituati e la sensazione è proprio quella che ricordo ancora dei tempi di Trainspotting.

Mentre però allora fui felice di abbandonarne la lettura, oggi arrivo alla fine del suo libro e quasi mi dispiace che il momento della resa dei conti sia arrivato.

L’autore scava molto: scava nella psiche, scava nella primordialità dei rapporti di gruppo (lavorativi e non), scava nel marciume della politica e della corruzione.

Ogni direzione è affrontata andando a puntare la lente di ingrandimento nel profondo.

I suoi personaggi hanno uno spessore considerevole, proprio per questa sua ricerca (quasi maniacale) dei dettagli.

Dovessi “avventurarmi” nel mondo delle tipologie di “taglio degli attributi” avrei di certo una infarinatura precisa del modus operandi…

Visto cosa succede a farsi trasportare da lui?

Si diventa macabri anche nelle recensioni!

Nel suo libro ci sono indagini nelle indagini e non è per nulla scontato il punto di arrivo, né tantomeno l’individuazione del “colpevole”.

Addirittura ci sono dei punti in cui sbiadisce l’obiettivo del lettore: cosa stiamo davvero cercando?

Cosa ci interessa di più sapere?

La mia risposta, che ovviamente non darò in questa sede, non è sempre così chiara.

L’unica certezza è che è meglio affidarsi a lui con fiducia, perché le elucubrazioni che il lettore può fare saranno di sicuro parziali.

Ci manca la sua dettagliata precisione nella ricostruzione del tessuto sociale e politico per poter ragionare “ad armi pari”.

Io non mi ci sono nemmeno messa, ho optato immediatamente per la fiducia e posso dire che la curiosità è andata sempre aumentando.

Ho dovuto avanzare calpestando alcuni miei limiti, ma nel romanzo avviene la stessa cosa: il protagonista più volte si ritrova faccia a faccia con le sue paure più grandi ma non ha scelta… deve avanzare, la posta in gioco è troppo alta.

Per incorniciare il tutto, l’autore va a toccare uno dei temi più caldi del nostro tempo: l’affermazione di genere e lo fa andando direttamente al torbido, senza risparmiarci nulla.

Traduzione: Massimo Bocchiola
Editore: Guarda Noir
Pagine: 384
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Irvine Welsh – Scrittore e drammaturgo scozzese. Esploso nel 1993 con Trainspotting, romanzo – e film di culto di Danny Boyle, dopo essere stato «il capofila della chemical generation», Welsh è diventato uno degli autori più amati dal pubblico europeo.

Energia, intelligenza, inventiva linguistica, spregiudicatezza, humour nero, gusto per l’eccesso, oscenità, nichilismo spietato sono alcuni dei molti ingredienti che Welsh ha saputo mescolare e che hanno reso assolutamente unico l’estremismo narrativo dei suoi formidabili romanzi.

Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Tolleranza Zero (1995), Colla (2001), I segreti erotici dei grandi chef (2006), Skagaboys (2012), La vita sessuale delle gemelle siamesi (2014), L’artista del coltello (2016).

I lunghi coltelli di Irvine Welsh
Concludendo
Un thriller ad alta tensione dove l’autore ti mette in testa più di un dubbio e ti convince a portarlo avanti, pur riempiendoti di dettagli che lo smentiscono.
Pro
Estremamente realistico
Precisione nei dettagli
Descrizioni accurate
Contro
Troppi particolari macabri
Linguaggio intriso di parolacce
3.5
Maniacale
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