Patrizia Rinaldi: dalla parte degli scartati

Patrizia Rinaldi - Thriller Life

Patrizia Rinaldi

Patrizia Rinaldi vive e lavora a Napoli.

È laureata in Filosofia e si è specializzata in scrittura teatrale.

Ha partecipato a progetti didattici diretti da Maria Franco presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida.

Cura incontri di lettura e scrittura per ragazzi.

La sua scrittura “raffinata e intensa, suadente e precisa ” convince la platea di lettori e le giurie di critici, arricchendo il suo curriculum di numerosi Premi letterari.

Guaio di notte di Patrizia Rinaldi - Thriller Life

Tra le migliori penne della narrativa crime, per Edizioni e/o ha pubblicato i romanzi di Blanca, da cui è stata tratta la serie tv andata in onda su Rai 1 e disponibile su Netflix.

Ha inoltre vinto il Premio Andersen, il maggior riconoscimento italiano di letteratura per ragazzi.

Nel 2022 collabora alla scrittura di un bellissimo Noir – Youthless Fiori di strada, edito Harper Collins.

Guaio di notte, è il nuovo romanzo di Patrizia Rinaldi, in libreria dal Febbraio 2023, pubblicato da Rizzoli.

Tinte noir si mescolano con il giallo e la commedia, creando una storia che ha il respiro di una narrazione contemporanea, fuori dagli schemi.

Ilaria ha letto recensito Guaio di Notte per Thriller Life QUI

Thriller Life ha avuto il piacere di intervistare Patrizia Rinaldi

1. “A chi ha incontrato il dolore feroce e non ne ha fatto una divinità. A due solitudini, che si vanno a cercare. Agli scarti”. La dedica è forte, molto “noir”. Ci sono persone particolari a cui ha voluto “regalare” questo romanzo?

Dedico questo romanzo, che mi è caro, a chi non ha scelto di vivere all’ombra del dolore, anche se lo ha conosciuto bene.

Rivolgo un pensiero a chi, in vari campi dell’esistenza, è stato scartato.

Anche se tra gli scarti c’è una gerarchia: chi ritiene di essere stato maltrattato in ordinaria amministrazione non dovrebbe dimenticare le persone, che per gioco della sorte, sono nate nelle parti del mondo più offese, chi subisce violenze inaccettabili. 

2. Guaio di notte segna la nascita di un personaggio considerato già da molti, un personaggio che crea dipendenza. Come è nata l’ispirazione che ti ha portato a creare una donna non più giovane, così complessa, affascinante, ironica, battuta dalla vita, eppure ancora piena di voglia di ricominciare, come la Signora?

Grazie per il crea dipendenza.

Mi piacciono le Signore così: sono fuori dalle previsioni di mercato, non scimmiottano giovinezze varie.

Anche se, come in un titolo di Walter Siti, hanno capito che resistere non serve a niente, si concedono lo sberleffo della risata e del potere dell’immaginazione.

Fingono di essere di nuovo in salvo, fino quasi a crederci.

Giocano ancora con la vita. 

3. Particolarissima l’androgina Andrea, una figura dolorosissima e un personaggio che sembra il completamento della Signora. L’esperienza presso il centro minorili di Nisida immagino possa averti offerto spunti. 

L’esperienza a Nisida, grazie alla professoressa Maria Franco che mi ha voluta con lei e con i ragazzi, è stata tra le più fondanti, non solo per il mio mestiere.

Andrea nasce dagli incontri con le ragazze e i ragazzi che ho incontrato nelle scuole, dalla scrittura per adolescenti che mi ha formata.

Di autolesionismo giovanile per tagli soffre il 15 – 20% di minori e di giovani adulti.

Ho sentito l’esigenza di raccontarlo. 

4. Guaio di notte è ambientato principalmente in Toscana. Ma la presenza di Napoli, è costante, grazie alla Signora. Qual è il rapporto con la tua città? E con gli altri autori napoletani (giallisti ce ne sono veramente molti, anche di successo, in questi ultimi anni)?

Sono felice dei risultati editoriali dei miei colleghi e delle mie colleghe napoletani: l’omaggio ad Attilio Veraldi, presente nel romanzo, ricorda la bella tradizione della nostra scuola. 

La Signora è stata scartata dalla società bene, a cui apparteneva, è stata tradita.

La sua città è diventata tana e prigione, ma la donna non perde l’amore per Napoli.

Lo rinnova ogni giorno innanzi tutto nella lingua, poi nei paesaggi di Posillipo che nella sua mente diventano gouache di malinconia, mistero, irrinunciabile bellezza. Infatti la fuga si risolverà in un ritorno.

Io invece non me ne sono mai andata, non riuscirei a vivere lontano da lei, che, come si sa, è femmena terribile e incantatora.  

5. Il genere Noir vive un momento di vitale fermento, soprattutto tra gli scrittori italiani. Cosa attira il lettore verso un determinato titolo piuttosto che un altro? Quale caratteristica speciale hanno la Signora e Andrea per coinvolgere il lettore?

Il Noir italiano di qualità vanta figure di gran pregio, c’è davvero un bel fermento, anche da esportazione.

Il mio gusto mi spinge verso belle scritture, storie che non mi mollino, originalità.

Immagino che capiti anche ad altri.

Non so se la Signora e Andrea abbiano qualcosa di speciale, so che quando ho scritto di loro ne volevo sapere di più.

Forse la curiosità non si può fingere, ma non lo so davvero.

Certi amori per alcuni personaggi capitano e basta. 

6. La tua peculiarità, oltre alla musicalità della tua prosa, è sicuramente la costruzione di personaggi in cui è facile immedesimarsi. Come si raggiunge questo obiettivo narrativo? Empatia e immedesimazione legano e fidelizzano il lettore; ideare nuove creature letterarie diventa una necessità o un azzardo?

Mi piace tanto il fascino del processo conoscitivo di qualcuna o qualcuno che deve ancora cominciare a esistere.

Per me i personaggi costituiscono l’inizio dell’avventura. 

7. Quando finisci un libro così inteso come Guaio di notte, come lo lasci andare? Mi spiego meglio: sei gelosa o meno di come ogni singolo lettore possa “trasformare” il tuo racconto e adattarlo alla sua esperienza?

Non sono gelosa. All’uscita del romanzo ho paura e contentezza.

In poche parole, friggo, soprattutto se la storia appena finita è importante per me, proprio come è successo con Guaio di notte.

Ho paura di non essere stata abbastanza convincente, mi chiedo se il risultato somigli alle intenzioni e cose del genere.

Riuscire a intrattenere con dignità è la meta ambita e, anzi, quando mi arrivano i primi commenti dei lettori, soprattutto se mischiati alle loro esperienze, mi calmo; mi pare che l’ansia da prestazione possa finalmente levarsi di torno.

Il romanzo non è più solo mio.

8. Il noir affonda le proprie radici nel sociale e nelle trasformazioni del tessuto urbano e storico. Come riesci a coniugare un mondo fatto di pensieri e fantasia, con le vicissitudini quotidiane che ti circondano? Quanto è importante rimanere sempre informati?

È molto importante, è un dovere informarmi e documentarmi.

Eppure la scrittura mi allontana dal presente preciso, se ne va per i fatti suoi a cercare l’inesplorato, a volte modifica i ricordi e le percezioni che credevo stabili. 

9. Domanda d’obbligo, nuovi progetti all’orizzonte? Editoriali o TV? Senza spoilerare nulla, rivedremo presto la Signora e Andrea (di cui siamo già orfani) ?

La Signora e Andrea nascono seriali, mi sembra che di loro abbia scritto ancora poco rispetto a quello che ho in testa e in altre parti vitali.

Naturalmente però la parola e quindi le decisioni sono nelle mani dei lettori e delle lettrici. 

10. Passando alle domande più leggere, vuoi raccontarti a noi con tre aggettivi che ti contraddistinguono? 

Non sono aggettivi, sono soprannomi che non mi sono data io, ma chi mi mi conosce bene: Pigna, Piperno, Helen Dolcestoria. 

11. Se dovessi scegliere tre cose di cui non potresti mai fare a meno, ovviamente escludendo la scrittura, quali sarebbero?

I libri degli altri, le piante e gli animali, qualsiasi forma d’amore. 

12. Prima di salutarci quale messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?

Vi auguro di avere sempre una bella storia a portata di occhi, che all’occorrenza vi procuri altri mondi. 

Grazie mille per la disponibilità e la gentilezza Patrizia Rinaldi

a cura di Ilaria Bernini e Patty Pici