Donne senza pietà di Roman McDougald

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Donne senza pietà

L’infelice Linda si trova in una situazione quanto meno spinosa: è innamorata di Kirk e lui sembra ricambiare, apparentemente da anni, ma rimane sposato con Rita, una cara amica di Linda stessa.

Rita, infatti, è malata di leucemia e i due non attendono altro che la sua fine.

Contro ogni aspettativa, però, dopo tre anni di sofferenze non è ancora morta, tanto che alcuni sospettano abbia poteri magici.

L’agonia di Rita ha mandato in depressione Kirk, che non la ama e vorrebbe scappare con Linda, ma si sente legato alla sua sorte e non ha il coraggio di lasciarla in quello stato.

La malattia di Rita condiziona e vincola drammaticamente le loro vicende personali e di molti altri personaggi, che in un modo o nell’altro amano e odiano la donna.

Fino a quando, esasperata e piena d’angoscia, Linda stessa non decide di avvelenare l’amica…

RECENSIONE

Dopo tre anni di attesa, Linda Travis, riceve una lettera significativa e decide che è ora di riconquistare il suo amato Kirk, perciò lo raggiunge a New York, nello specifico a Forest Lawn, anche se la moglie di lui, Rita, è ancora viva.

Ma come mai?

I medici si sono sbagliati e non soffre di leucemia?

Sin dal primo momento in cui giunge in quella casa, Linda prova un forte disagio.

L’accoglienza che riceve è affettuosa ma al tempo stesso molto misteriosa e ambigua.

Non sono in pochi ad attenderla…

Anzi, un salotto pieno zeppo di personaggi degno di Orgoglio e Pregiudizio.

C’è chi la vuole veder occupare la stanza blu a tutti costi e chi invece desidera che le venga preparata la stanza di cristallo.

Però è proprio l’ammalata Rita la persona principale da accontentare e lei sceglie che la propria ospite occupi la stanza di cristallo.

Ma… cos’è nascosto in quella camera dai mille riflessi che crea immediatamente ansia e paura a Linda?

Chi è colui che il primo giorno entra in piena notte nella sua camera?

Linda riflette e si rende conto che in effetti c’è qualcosa che non va; tutti sono ambigui nei loro comportamenti, anche Kirk, che trova cambiato e turbato.

Da quando la moglie ha iniziato ad interessarsi di occultismo e sembra aver rubato l’anima persino al suo fedele cane Flip, Kirk sembra essere entrato in depressione e soffre di manie di persecuzione.

Cosa nascondono ulteriormente quelle mura oltre ad un potente veleno ritrovato da Linda?

Cosa ci può essere di così soprannaturale e legato alla morte?

Soltanto la lettura di tutti i venti capitoli di Donne senza pietà potrà soddisfare ogni curiosità, perché Rita Ormond non può di certo vincere la leucemia e non si può sapere che legame c’è tra lei e quel mondo imperscrutabile.

Con queste premesse, nei primi capitoli, prende vita un romanzo dalle tinte più classiche della tradizione angloamericana tra il 1920 ed il 1940, età d’oro del mistery.

Un capolavoro imperdibile per gli amanti del genere che offre una narrazione scorrevole e di grande tempra.

I dialoghi sono diretti, efficaci e creano quella musicalità preziosa per far immedesimare al meglio chi si dedica alla lettura di quest’opera.

I personaggi di Donne senza pietà sono molteplici e ognuno offre le sue mosse sulla scacchiera.

La protagonista invece più che qualche scaccomatto regala intelligenza, acume ed un’estrema forza femminile anche se poi tutto non va proprio come sembra.

Un romanzo del passato Donne senza pietà che finalmente giunge a noi anche in italiano!

Si potrebbe pensare ad un bel giallo e indubbiamente si ritrova quel “colore” in ogni pagina, ma l’aspettativa viene superata dalla presenza di tinte noir e di mistero, di psicologico, con un pizzico di nebbiolina paranormal e pure un sapore gotico classico delle case vittoriane in cui si celano segreti.

Una saga familiare in cui tutto è diverso da ciò che sembra.

Un perfetto esempio di estetismo e crisi del mito scientifico appartenenti a quell’epoca.

Nel finale si affronta per un breve momento anche l’aspetto del poliziesco, che con irruenza, riporta rigore e lucidità in un gioco di ruoli che si dipana soltanto nell’ultimo tratto del viaggio.

Un libro – Donne senza pietà – veramente consigliato che induce ad un page turning continuo!

Traduzione: Dario Pratesi
Editore: Polillo
Pagine: 256
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Roman McDougald nacque nel 1907 a Concordia Parrish, in Luisiana, da Grace M. e Wallace E. McDougald.

Conosciuto da amici e familiari anche col nome di “Miller”, Roman frequentò l’università di Tulane e durante la Seconda guerra mondihttps://en.wikipedia.org/wiki/Roman_McDougaldale venne convocato dall’esercito degli Stati Uniti, nel quale si arruolò il 10 novembre 1942 e prestò servizio nel reparto di artiglieria.

A conflitto ancora in corso riuscì a mandare in stampa il suo primo romanzo, The Deaths of Lora Karen (1944), un’opera che riscosse un discreto successo grazie al personaggio di Philip Cabot, un detective privato che McDougald ripropose come protagonista di altri due volumi: The Whistling Legs (1945) e The Blushing Monkey (1953).

Sebbene Cabot sia un detective chiaramente ispirato al modello del chandleriano Philip Marlowe, non disdegna tuttavia di occuparsi di intrighi enigmatici e bizzarri che, in talune circostanze almeno, farebbero pensare più ai polizieschi classici che a quelli d’azione.

E così il suo ultimo romanzo, il già citato The Blushing Monkey, si impernia su un doppio mistero della camera chiusa.

A incentivare e favorire la pubblicazione dei romanzi di McDougald fu Lee Wright, la leggendaria editor americana che all’epoca lavorava per la casa editrice Simon & Schuster e di cui dirigeva l’Inner Sanctum Mystery, ovvero una delle più importanti collane di gialli in America.

Fu lei a lanciare calibri come Anthony Boucher, Cornell Woolrich e Patrick Quentin, i cui primi romanzi apparvero sotto la sua illuminata supervisione.

McDougald rimase fedele all’editor che l’aveva scoperto, e pubblicò gli altri tre libri senza Philip Cabot (dei sei da lui scritti complessivamente) nella stessa collana del suo esordio.

Purgatory Street (1946), Lady Without Mercy (1948)e The Woman Under the Mountain (1950) sono romanzi in cui l’enigma poliziesco si fonde con le atmosfere gotiche e gli intrighi familiari di un genere macabro e inquietante, in un clima angoscioso che ricorda un po’ certi romanzi di Daphne du Maurier o del già citato Cornell Woolrich.

A differenza di questi due autori, comunque, McDougald strizza sempre l’occhio alla logica, non meno di un S.S. Van Dine o di un Roger Scarlett, e le sue soluzioni a casi apparentemente impossibili sono sempre ben motivate e sorprendenti.

Nel dopoguerra, alternando il lavoro di scrittore a quello di bibliotecario, McDougald, secondo alcune fonti, cercò fortuna anche nell’industria cinematografica e televisiva, senza però riuscirvi; sembra infatti che nessuna delle sue collaborazioni sia approdata a un vero e proprio progetto.

Morì il 3 giugno 1960, verosimilmente in Luisiana.

In effetti, malgrado l’importanza della collana di gialli al cui successo contribuì, la figura di Roman “Miller” McDougald continua a rimanere avvolta nel mistero.

Le prime edizioni dei suoi romanzi, di non facile reperibilità, sono diventate oggetto di ricerca da parte di appassionati ed esperti del genere mistery.

Donne senza pietà di Roman McDougald
Concludendo
Un perfetto esempio di giallo vittoriano in cui emergono gli aspetti più importanti dell’epoca.
Pro
Personaggi ben definiti
Dialoghi incalzanti e un worldbuilding ben strutturato
Contro
Un epilogo che richiede al lettore (forse) troppa accondiscendenza
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