
L’errore
Pepe Ruggieri è un criminologo forense che lavora per un Centro Anti-violenza di genere di Ancona.
Il suo mestiere è tutelare le donne vittime dell’aggressività di mariti, fidanzati o ex compagni.
Quarantenne, di origine palestinese, è sposato con Flo McCarthy, una giovane irlandese che lavora per un magazine digitale e frequenta gli ambienti benestanti della città.
La loro tranquilla quotidianità viene sconvolta quando una sera Pepe rientra a casa e non trova la moglie. La cerca ovunque, ma Flo sembra sparita.
Disperato, contatta le amiche, i conoscenti, ma di lei non c’è traccia… Pepe chiede aiuto alle forze dell’ordine e partono le ricerche della donna: è stata vittima di un incidente?
È stata uccisa?
È fuggita?
Nessuno sa o immagina dove sia e cosa le sia successo, tranne la stessa Flo.
Ha fatto la cosa giusta o ha sbagliato irrimediabilmente?
Perché quando si commette un grave errore, la vita non consente di tornare indietro nel tempo e resettare tutto.
Un romanzo sui sentimenti dal ritmo incalzante, in cui nessuno dei protagonisti può considerarsi del tutto dalla parte della ragione o del torto.
RECENSIONE
Questo nuovo thriller di Piernicola Silvis è fuori dai soliti schemi: qui non c’è un ispettore, né una squadra investigativa e neanche un omicidio alla seconda pagina, con tutta l’indagine che segue.
Qui troviamo un marito, Pepe Ruggieri, che lavora per un centro antiviolenza dove aiuta donne di ogni età a rimettersi in sesto dopo essere state stalkerizzate, brutalizzate e picchiate da compagni, mariti o ex-fidanzati.
Sembrerebbe un uomo dal carattere d’oro, peccato però che non abbia tempo, o voglia, di ascoltare o capire la moglie; insomma un po’ come la storia della moglie del calzolaio che gira sempre con le scarpe bucate.
Tutto comincia sempre una certa mattina. Capita a chiunque, senza una logica precisa, nel bene e nel male.
Così comincia il racconto, fatto in prima persona da Pepe, quando quella mattina sembrava una come tutte le altre.
Ma non lo è: sì, perché Pepe si accorge che la moglie Flo è molto distaccata con lui, nervosa, indifferente, ma ci passa sopra, non si ferma a riflettere alla causa del suo malessere:
Se una persona cui dai tutto te stesso fa l’offesa senza motivo, devi prenderlo come un campanello di allarme. E’ il segnale che devi sterzare. Sterzerò, pensai, ma cercai di non abbandonare l’ottimismo.
Ottimismo, abitudine oppure un po’ di menefreghismo; insomma Pepe non è un marito perfetto:
Il fatto che mi piacesse un po’ sbevazzare era cominciato nell’adolescenza, poi ci avevo preso gusto. Era un vizio che avrei potuto interrompere senza problemi… Bere mi piaceva e stop, poi come andava, andava. Però era una condizione che riuscivo a dominare
in altre parole la solita scusa di chi ha una dipendenza.
Quando torna a casa quella sera trova tutti i vestiti, la borsa, i documenti personali, il cellulare e la fede della moglie allineate in camera da letto, ma lei non c’è, è sparita.
Non è ben chiaro se Pepe cerchi la moglie perché le manca la compagna (quindi per abitudine), perché è scappata senza lasciare spiegazioni (ma ci sono, se ti fermi a pensarci) o perché sente lo smacco di non aver capito cosa stesse succedendo!
Di sicuro non perché l’ama, non è mai menzionato l’amore, neanche per sbaglio.
Flo, la moglie di Pepe, vuole un bambino a tutti i costi, ma suo marito no; è diventata un’ossessione per lei al punto di essere disposta a fare qualsiasi cosa pur di averlo, a scendere a compromessi inimmaginabili pur di rimanere incinta.
Non sopporta più suo marito, qualsiasi cosa faccia o dica, la rende nervosa; il suo lavoro non è quello che voleva: in pratica è arrivata alla frutta!
Solo che invece di usare i metodi tradizionali, come chiedere il divorzio e cambiare lavoro, decide di sparire dalla faccia della terra.
Sparire senza lasciare traccia, aiutata da Toni, il suo amante.
Da qui inizia il thriller vero e proprio con una lenta ma inesorabile discesa negli abissi, lastricata da vizi e perversioni di ogni tipo.
Il romanzo è scritto tutto in prima persona, raccontato dai tre protagonisti che si alternano durante i vari capitoli, mentre a fare da sfondo troviamo la bellissima città di Ancona, dove è ambientato il libro, assieme alle stupende spiagge della Riviera del Conero come Sirolo e Numana.
In questo thriller, Silvis inserisce non poche tematiche importanti tutte insieme, a partire dai matrimoni bianchi, cioè quelle coppie che restano sposate, convivono per comodità o mancanza di soldi, ma che in realtà non sono più una coppia da tempo.
C’è anche il problema della depressione, della maternità mancata, la violenza sulle donne e l’abnegazione dei poliziotti che intervengono anche se fuori servizio perché hanno a cuore il loro dovere.
Alcune delle tematiche trattate mi hanno punta sul vivo, in particolare ciò che mi ha infastidito maggiormente è il chiodo fisso di Pepe, dopo che la moglie è scomparsa, che pensa in continuazione
Se le avessi dato un figlio, tutto questo non sarebbe successo!
Sembra assurdo che l’unico pensiero ricorrente di Pepe sia questo, come se si parlasse di un paio di Louboutin e non di un bambino.
Questa voglia ossessiva di genitorialità che viene fuori, non permette di empatizzare né con Pepe, che non si sente pronto a essere padre, né con Flo a cui sembra quasi non interessi con chi lo faccia, ma farlo.
Thriller centrato sull’egocentrismo dei tre protagonisti, che offre uno spaccato della quotidianità di persone comuni: in fondo tutti conosciamo o abbiamo sentito parlare di un Pepe o di una Flo.
Editore: SEM
Pagine: 336
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Piernicola Silvis, foggiano, è primo dirigente della Polizia di Stato.
Nella narrativa ha esordito nel 2006, con il romanzo Un assassino qualunque (Fazi), seguito da L’ultimo indizio (Fazi 2008).
Tra gli altri sui romanzi: Gli anni nascosti (Cairo 2010), Formicae (SEM 2017), La lupa (SEM 2018), Gli illegali (SEM 2019)
