
Il peso del coraggio
In questo nuovo episodio che lo vede protagonista, l’avvocato Gordiani torna nelle aule del tribunale per un processo molto difficile e delicato.
Alessandro Gordiani sta attraversando un momento complicato.
Le cose in famiglia non vanno bene, la moglie è sempre distante e la figlia più grande, iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, è spesso in polemica con lui.
Come avvocato di parte civile, è da poco alle prese con un processo delicato: assiste la famiglia di un bambino che sostiene di essere stato abusato dal suo allenatore di calcio, un medico e stimato professionista, nonché padre di un suo compagno di classe.
Nel corso del processo, il ragazzo, sentito come persona offesa, incorre in una serie di contraddizioni e confonde particolari importanti, al punto che, nonostante gli sforzi di Gordiani, l’accusato, e quasi sicuramente colpevole, viene assolto per insufficienza di prove.
In seguito alla sentenza di assoluzione, che in qualche modo lo qualifica come “bugiardo”, il piccolo cade in una crisi profonda.
Qualche tempo dopo, l’uomo accusato di averlo abusato viene trovato cadavere all’interno del suo appartamento e i sospetti portano dritti al padre del ragazzo.
C’è comunque qualcosa che non torna e Gordiani, con l’aiuto della collega Patrizia, cerca di capire come siano andate realmente le cose lavorando con la sua squadra in vista di un processo che si preannuncia particolarmente difficile e complesso.
RECENSIONE
Ne Il peso del coraggio, Alessandro Gordiani, avvocato penalista, torna a essere protagonista in questo legal thriller di prim’ordine con un caso avvincente, intricato e quanto mai difficile da gestire.
Un marziano, un malato, un mascalzone, un impostore; così si vede il nostro Alessandro. Ma cosa sarà successo?
La vicenda, con Roma sullo sfondo, si apre con un caso ostico, con molte sbavature dove, se la verità per il nostro avvocato è ben chiara, la stessa è nebulosa per il resto della corte.
Un caso di pedofilia. Diego, appena 12 anni, viene molestato, minacciato e spaventato. Decide di raccontarlo, ma si confonde. Mente?
Questo è ciò pensa il tribunale che assolve Emanuele Fontana per mancanza di prove concrete.
Giancarlo ed Emilia sono genitori distrutti dal dolore. Un padre arrabbiato, deluso dalla giustizia che vorrebbe fare qualcosa: Io ti ammazzo!
Fuori da quell’aula Giancarlo perde la ragione e aggredisce Fontana che non sporge denuncia… Perché?
Perché la verità è buia e oscura e lui lo sa bene.
E’ una malattia, una perversione, è un mostro.
Un mostro che si colpevolizza, si accanisce su sé stesso ma solo per un attimo, un momento, perché perdonarsi e convincersi che poi non è così sbagliato è più facile
Ma Gordiani non fa nemmeno in tempo a riprendersi da questo triste epilogo giudiziario che il piccolo Diego tenta di lasciare questo modo e lascia una lettera dove esprime nuovamente la sua verità.
Tutto è filmato in una chiavetta nera.
Una chiavetta che però non è stata trovata.
Ma le cose devono ancora cambiare.
Omicidio. Due colpi di pistola, anzi tre.
Emanuele Fontana è morto.
Un unico indiziato. Giancarlo Loria. Un avvocato difensore. Alessandro Gordiani.
Un aiuto importante. Patrizia.
Sì proprio Patrizia; l’avvocato dello studio che aveva deciso di andarsene, per allontanarsi da lui.
Alessandro difatti è sposato con Chiara, ha due splendide figlie, Ilaria ed Alice, ma le cose non sono così meravigliose come appaiono.
Durante tutta la narrazione avremo modo di saperne di più, di scavare anche nell’animo del nostro protagonista.
Ma torniamo alla vicenda principale.
Abbiamo Giancarlo che ammette di aver sparato due colpi per legittima difesa, da una parte.
Sì, le minacce, ma chi non le avrebbe fatte col proprio figlio privato della sua vita felice e spensierata?
Dall’altra, l’accusa che non crede a una parola.
Ogni lato porterà tesi e prove a favore, ogni lato potrebbe avere torto o ragione.
Giustizia sarà fatta? Chi mente? Dove sta la verità?
Un finale che riaprirà la partita e rimescolerà le carte.
Massimo Tuminelli è davvero il sette di denari.
Un legal thriller originale ed avvicente, scritto con maestria e dovizia di particolari, usando anche tecnicismi senza risultare per questo pesante o poco fluido.
Un avvocato protagonista che verrà presentato e conosciuto anche attraverso le sue vicende personali che continuano ad evolvere titolo dopo titolo.
Rimane comunque una lettura affrontabile in maniera eccelsa anche come autoconclusivo.
Michele Navarra ha creato un personaggio seriale godibile, reale, al quale ci si appassiona immediatamente e senza alcuna difficoltà.
Diritto penale, legge del sangue.
Giusto, sbagliato.
Vero, falso.
Purtroppo, nella vita ci vuole coraggio, a volte si devono fare delle scelte, bisogna venire a patti con la propria coscienza e, soprattutto, bisogna rischiare.
Editore: Fazi
Pagine: 322
Anno: 2023
AUTOREhttp://interviste
Avvocato penalista dal 1992, Michele Navarra, nel corso della sua carriera ha avuto modo di seguire alcune delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, dalla strage di Ustica alle imprese della banda della Uno bianca.
Nei suoi libri ha creato il personaggio seriale dell’avvocato Alessandro Gordiani, presente anche nei romanzi Solo Dio è innocente (2020), Nella tana del serpente (2021) e Una giornata cominciata male (2022, vincitore del Premio Caravaggio nello stesso anno), tutti editi da Fazi Editore.
