
Pornocidio
L’investigatore privato Marco Gonzo ama il whisky e odia i suoi clienti.
Specialmente da quando gli affidano solo casi di sesso malato, depravato, deviato.
Lui vorrebbe soltanto bere in pace, ma il whisky costa e quindi gli tocca lavorare.
Si trasforma così nell’indagatore del sesso, infallibile (o quasi) coi criminali, perdente nella vita, ma con metodo.
In questa serie di dieci avventure porno-hardboiled, una più folle dell’altra, tutto è eccessivo, macchiettistico, surreale.
Gonzo non prende sul serio niente, a cominciare da se stesso.
Ironia e autoironia sono sparse ovunque.
Demolisce convenzioni e luoghi comuni, buonismi e perbenismi.
Combatte l’ingiustizia, quella degli sbirri venduti, dei politici corrotti, dei borghesi insospettabili, dei criminali.
Ci vomita sopra, letteralmente.
Nell’asfissiante panorama di santi ed eroi irreprensibili di certa narrativa contemporanea, la sua blasfemia e la sua scorrettezza hanno l’effetto di una provvidenziale boccata d’ossigeno.
RECENSIONE
Marco Gonzo, se ci sei batti un colpo!!!
Io ti amo alla follia e farei di tutto pur di conoscerti!!!!
Non sono impazzita e ne ho le prove!
Leggete la prefazione a “Pornocidio” e capirete esattamente chi è, anzi chi non sa chi sia Marco Gonzo.
Trattasi di una raccolta di racconti irriverente e quindi merita una recensione altrettanto irriverente!
Voglio avvisarvi prima, ma soprattutto incuriosirvi a tal punto da indurvi a continuare a leggermi!
Marco Gonzo lo farebbe di certo, quindi lo faccio anche io!
Personalmente non amo né l’orrido, né lo splatter.
Questi racconti sguazzano nel marcio e nel fetido fino al midollo.
Ha iniziato a darmi fastidio la “moda” del politically correct imposto.
Più si affonda nella contemporaneità, più si vede il ripetersi di alcuni canoni, che si capisce lontano un miglio che hanno a che vedere col buoncostume piuttosto che con la vicenda di cui si legge.
Pornocidio snobba completamente tutto ciò che è (considerato) politicamente e socialmente corretto.
Si parla di neri, sgualdrine, pornostar, organizzatori di orge, con una naturalezza che è riuscita a colpirmi e non sempre in modo positivo.
Il protagonista è un investigatore privato… alcolizzato…
Così mi sono giocata il jolly dello spoiler, che comunque pure il nostro Gonzo (chi sei???? Fatti trovare!!!!) si è giocato nella prefazione.
Avete mai parlato con uno sciamano dell’Africa nera?
Io no, e sono certa che avrei vissuto meglio se non fossi venuta a conoscenza del suo segreto per “alimentare” il vigore fisico e sessuale.
Non ho avuto cuore di indagare, magari anche solo in rete, se il tutto fosse vero o falso anche perché avrei cominciato a ricevere offerte di ogni tipo su social e mail.
Ormai funziona così: fai una ricerca in rete, anche innocua, e passi i successivi due mesi a pentirtene, perché continuamente vieni bombardato da una marea di spazzatura di cui faresti volentieri a meno.
Sto divagando, ma continuo ad essere convinta che il tutto abbia una ragione d’essere e soprattutto d’essere raccontato.
Come si annuncia nella prefazione, (non so se si è capito quanto fondamentale sia leggerla prima di cimentarsi nei racconti) c’è una sorta di linea di demarcazione verso la metà.
Nei primi racconti, la cui struttura è sempre uguale, in cui i “gorilla” fanno una grama fine, e in cui si prende (poco) amorevolmente in giro il genere giallo con tutte le sue regole e regolate, il filo conduttore è il “sesso malato” in ogni sua sfumatura.
Dalle più conosciute alle più (brutalmente) stravaganti, abbiamo una carrellata di orrori di cui almeno una volta nella vita abbiamo sentito parlare.
Nella seconda parte il filo conduttore è sempre quello, ma l’autore (Marco Gonzo ho bisogno della tua testa per vivere in pace!!!), ci mostra quanto il sesso malato non sia solo proprio di personaggi torbidi della nostra società e soprattutto maschi.
Nella seconda parte il sesso malato viene associato a tutta una serie di ambiti in cui l’immaginario comune non è abituato a trovarci il marcio.
Si spazia dalla cultura classica (di cui per almeno due giorni non vorrò sentir parlare dopo aver letto il racconto dedicato), ai progressi della scienza e della tecnica (se incontrate il Dottor Sesso non ditegli chi sono, vi prego!).
Questa raccolta è quindi equa… e la mia recensione?
Ma quante parole ho scritto senza nemmeno una parolaccia? Cazzo… Troppe…
Non sono all’altezza di Marco Gonzo, che ho ribattezzato quasi subito “Ganzo”, perché, sempre per esigenze lavorative, riesce sempre a saltare addosso a qualcuno, senza neanche chiedere!
Sarebbe sfondato di soldi se non fosse innamorato del whisky ma si sa… nessuno è perfetto…
Editore: Editions Mincione
Pagine: 300
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Marco Gonzo è un nome falso, dietro cui si cela il misterioso inventore dell’omonimo personaggio.
Non avendo voglia di cercarsi un editore, ha affidato le avventure di “Pornocidio” a Tersite Rossi, prima di far perdere le proprie tracce.
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura.
Esordisce nel 2010 con il romanzo È già sera, tutto è finito (Pendragon), appartenente al genere della Narrativa d’Inchiesta e centrato sul tema della cosiddetta trattativa fra Stato e mafia d’inizio anni Novanta (finalista al premio Alessandro Tassoni 2011 e al premio Penna d’Autore 2011).
Nel 2012 esce il suo secondo romanzo con le “edizioni e/o”, il noir distopico “Sinistri”, all’interno della collana “SabotAge” curata da Massimo Carlotto, ambientato in un futuro fin troppo prossimo, intriso di tecnocrazia liberticida e folli tentativi di ribellione.
Nel 2016 esce il suo terzo romanzo, il thriller economico-antropologico I Signori della Cenere (Pendragon), a chiudere la trilogia dell’antieroe avviata con i precedenti due, sullo sfondo della crisi finanziaria d’inizio millennio e delle sue ragioni più profonde, ancestrali.
Nel 2019 esce il suo quarto romanzo, Gleba (Pendragon), appartenente al filone della new italian epic e centrato sulla tematica del lavoro, sfruttato e vendicato, che segna l’ingresso nell’era del post-eroe (vincitore del premio Librinfestival 2019-20 nella categoria “Miglior titolo/redazione”).
Nel 2022 esce la sua opera quinta, Chroma – Storie degeneri (Les Flâneurs Edizioni), una raccolta di racconti che, nel loro sovvertire i generi letterari, graffiano come le spine di una rosa. O gli artigli di un mostro.
Nel 2023 esce la sua opera sesta, Pornocidio (Mincione Edizioni), una serie di dieci avventure porno-hardboiled che demoliscono convenzioni e luoghi comuni, buonismi e perbenismi, e hanno come protagonista l’investigatore privato Marco Gonzo, soprannominato “l’indagatore del sesso”, che ama il whisky e odia i suoi clienti.
Suoi racconti sono inoltre apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie.
Elementi ricorrenti nella narrativa di Tersite Rossi sono la riflessione sul potere e i suoi abusi, l’ineluttabilità della sconfitta di chi prova a sfidarlo, l’incastro fra la Storia con la maiuscola e quella con la minuscola, lo svolgersi inesorabilmente circolare delle vicende umane, il ruolo talvolta cinico, talvolta salvifico, comunque sempre decisivo, della casualità e del fato.
Lo pseudonimo è un omaggio al signor Rossi, l’uomo della strada, e a Tersite, l’antieroe omerico, emblema dell’opposto di ciò che tutti si attendono.
È brutto, debole e codardo in un mondo di belli, forti e coraggiosi.
È il sacco dei rifiuti che stona nella dimora linda della pubblicità.
È il compagno di classe di cui non ci si ricorda mai il nome.
È la fine quando tutti parlano d’inizio.
È l’alba quando tutti pensano al tramonto.
È l’ombra che nessuno vede, perché è arrivata troppo presto.
O troppo tardi.
