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Labirinti

Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario.

Si tratta della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo.

Camille, incaricata di seguire le indagini, ha bisogno di capire di più riguardo a questa improvvisa perdita di memoria, ma lo psichiatra ha molto altro da rivelarle.

Prima di dimenticare tutto, la sua paziente ha condiviso con lui i fatti del suo passato: una storia lunga e complessa, senza dubbio la più straordinaria che Camille ascolterà in tutta la sua carriera.

Le protagoniste sono cinque. Tutte donne. La giornalista, la psichiatra, la rapita, la scrittrice… E la quinta?

La quinta donna è il filo del labirinto, è colei che fornirà le risposte a tutte le domande e, forse, anche una via d’uscita.

La mente geniale dell’autore ha dato vita a un vero e proprio labirinto infernale cosparso di tranelli e vicoli ciechi, in cui il lettore verrà intrappolato insieme ai protagonisti.

RECENSIONE

Un labirinto come quello che Minosse costruì per rinchiudere il Minotauro, un essere per metà umano e per metà toro.

Un labirinto come quello che ritorna costantemente nella storia raccontata da Thilliez.

Un labirinto che può essere il nostro cervello, un posto da cui non si può uscire così facilmente.

Thilliez con Labirinti ha voluto chiudere la trilogia iniziata con il manoscritto, presentando un thriller capace di farci uscire fuori di testa.

Protagoniste di questo nuovo romanzo sono cinque donne, che conosceremo man mano con l’alternarsi dei capitoli.

Raccontate attraverso un pov in prima persona, queste donne hanno tutte un filo comune denominatore, un evento traumatico che ha trasformato le loro vite.

Empatizzare con tutte loro risulta alquanto difficile, soprattutto per quanto riguarda la scrittrice che io non ho trovato così importante all’interno del quadro generale.

Tralasciando il fatto che non posso raccontare molto, altrimenti rischio di fare spoiler seduta stante, posso dire che Thilliez, come sempre, mi ha sorpresa, mi ha portata in un luogo della letteratura che definirei innovativa.

Penso che nel panorama del noir moderno, nessun autore ha raccontato una storia come lo ha fatto lui.

I suoi capitoli sono un’escalation di pazzia intrisa di macabro.

Quello che ho notato in quest’ultimo lavoro, infatti, è stato soprattutto la crudeltà dei vari personaggi, il non avere rimorso dopo aver compiuto un atto malvagio.

Quasi un romanzo interattivo, dove il lettore mette in discussione tutto ciò in cui crede.

Thilliez da vita a personaggi che sostanzialmente rappresentano tutto ciò che la società moderna confina ai margini.

Specialmente in questo nuovo romanzo le protagoniste femminili avranno a che fare con storie private davvero forti da sopportare e sorvolare.

Storie che alla fine si allineeranno fino a formare, o quasi, il quadro completo.

Come spesso accade, Thilliez introduce nel suo lavoro riferimenti artistici, cinematografici o letterari (come in questo caso), che rendono il lavoro ben congegnato, quasi un’arteria importante della storia principale, un nesso logico a cui i personaggi si aggrappano per poter esprimere al meglio ciò che hanno da dire.

Molto spesso quello che traspare è una conoscenza quasi accademica da parte dei personaggi, che nei loro dialoghi danno vita a vere e proprie spiegazioni scientifiche.

Una partita a scacchi tra due personaggi diventa anche un momento importante per parlare delle varie aperture del gioco, ma anche per fare riferimento a una situazione importante che sta avvenendo in quel momento.

Quello che vi consiglio fortemente è di leggere la trilogia nell’ordine che la casa editrice ci ha presentato, per poter provare, almeno in parte, a ricostruire questa storia, a dare un senso logico a qualcosa che quasi non ha senso.

E soprattutto ridurre il tutto a trovare il colpevole non è mai stato l’obiettivo dell’autore.

Quello che Thilliez cerca di fare è giocare, entrare nella testa del lettore e dare uno scopo alla nostra intelligenza.

Quasi tutti gli autori presentano un libro che ha un inizio, una parte centrale è una fine. Lui no. Non esiste inizio, ne fine. È sempre un lasciare tutto al lettore.

Da a noi che leggiamo la possibilità di costruire una linea temporale, di creare il finale che più merita di chiudere la storia. In pratica un autore geniale.

Traduzione: Federica Angelini
Editore: Fazi
Pagine: 400
Anno pubblicazione 2023

AUTORE

Franck Thilliez è un ingegnere e scrittore francese.

Informatico, è appassionato di tecnologie telematiche.

Nel 2004 pubblica il suo primo libro Train d’enfer pour Ange rouge.

Ha vinto i premi Prix des lecteurs Quais du polar 2006 e Prix sncf du Polar franc¸ais 2007 con il libro La Chambre des morts.

Tra le sue pubblicazioni in Italia si ricordano: Foresta nera (Nord, 2008), La stanza dei morti (TEA, 2009), Il manoscritto (Fazi, 2019), C’era due volte (Fazi, 2021) e Puzzle (Fazi, 2022).

Labirinti di Franck Thilliez
Concludendo
Avere a che fare con questo libro ha scatenato in me la voglia costante di leggere. Nessun autore riesce a smuovere qualcosa dentro di me come Thilliez. Anche dopo un paio di giorni che ho finito di leggere Labirinti, continuavo a chiedermi: Ma davvero ho letto un libro del genere? La mente è un complesso affascinante e misterioso, capace di dare vita a scenari e storie sempre più diverse fra di loro. Quella di Thilliez è stupefacente. Smuove nel lettore la capacità di elaborare soluzioni sempre alternative, sempre migliori. E mai nessuna è uguale a quella di un altro che ha letto lo stesso libro. Due lettori non vedranno mai lo stesso quadro complessivo, ed è proprio qui che sta il bello. Solo per questo spronare il lettore a dare sempre di più, Thilliez merita di essere letto.
Pro
Scrittura fluida e mai scontata o banale.
Dialoghi veloci, scorrevoli, ben dosati.
Personaggi principali ben caratterizzati, arricchiti da sfumature emotive marcate, che portano il lettore a empatizzare con loro.
Contro
Escalation di orrore abbastanza difficile da digerire. Alcune scene erano talmente raccapriccianti che ho preferito sorvolare.
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