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Il quarto requisito

Anna ha vent’anni e una bellezza sfacciata che non ha bisogno di ostentare.

Ambiziosa e sicura di sé, adorata e coccolata dai genitori, viene da una famiglia umile e si è trasferita dall’Elba a Trieste per studiare architettura.

Gloria di anni ne ha trenta, segnati da un’infanzia da incubo e da un’adolescenza trascorsa interamente in un carcere minorile.

Aggressiva e manesca, niente sembra farle paura, tranne la solitudine contro la quale gli unici antidoti sono il corpo di Anna e la cocaina.

Risoluta nelle azioni criminali ma emotivamente vulnerabile, Gloria vorrebbe Anna solo per sé. Lei si concede, ma detta modi e tempi.

Con l’esca di un po’ di sesso facile le due agganciano e derubano, il maschio nelle loro mani diventa oggetto e preda.

Durante una rapina in un appartamento, l’anziana vittima muore accidentalmente. Dalla finestra di casa Marcella, moglie vessata e umiliata, vede tutto.

Quando Anna scompare misteriosamente, Gloria capisce che qualcuno o qualcosa si sta mettendo tra di loro. Per Gloria lei è ossigeno, è l’aria che respira, non se la lascerà portare via senza lottare.

Ma l’educazione criminale di Anna è più avanzata di quanto Gloria possa immaginare: Anna delinea, progetta e costruisce il suo futuro come farebbe con un progetto architettonico, partendo dalle fondamenta e curando ogni dettaglio, rispettando alla lettera i tre requisiti vitruviani…

RECENSIONE

Due ragazze apparentemente lontane per carattere e storia familiare, ma che si ritrovano unite da un bisogno mercantilistico d’amore, dalla noia e dalla spregiudicatezza.

Da un lato abbiamo Anna, una studentessa di umili origini che ha lasciato la natia isola d’Elba per studiare a Trieste.

Dall’altro Gloria, una sbandata di dieci anni più grande, sventata e tossicodipendente, che cerca di risolvere con la violenza i problemi della vita.

L’incontro tra le due ragazze, crea un’accoppiata alla Thelma e Louise potenzialmente esplosiva.

Presto il denaro facile, che Gloria utilizza per sedurre la giovane studentessa di architettura, si rivela non solo un collante potente, ma anche una vera e propria droga, che crea dipendenza e fa nascere voracità inaspettate.

Per appagare la loro sete di sballo e di lusso, le due ragazze non esitano a prendere di mira uomini facoltosi, facilmente attratti dall’avvenenza delle due giovani, a cui fanno pagare a caro prezzo la loro lussuria.

La rottura dell’equilibrio avviene quando Marcella, una donna vittima di violenze coniugali, è testimone di una rapina perpetrata da Anna e Gloria ai danni di una signora anziana, e che si conclude con la morte di quest’ultima.

Questo fatto centrale è il primo elemento di debolezza del racconto, perché così come narrata, la morte accidentale dell’anziana non crea una base sufficientemente solida e convincente per supportare l’evoluzione della vicenda.

L’autore sembra rendersi conto di questo fatto, tanto che in un parte successiva fornisce una sommaria spiegazione dell’accaduto, che appare però come un cerotto messo su una gamba rotta.

Il successivo concatenarsi di eventi, non può che lasciare perplesso un lettore accorto, non solo per la fluidità delle tendenze sessuali e dei sentimenti delle protagoniste, ma in generale per l’assenza totale di morale o comunque di un qualunque freno inibitorio nei vari personaggi, che picchiano, violentano e uccidono senza alcuna remora.

Da notarsi che è erroneo indicare che un personaggio si sia sposato a quattordici anni, perché in Italia l’età minima per le nozze civili, sancito dall’articolo 84 del codice civile, è di sedici anni.

Anche ad accettare che il riferimento sia solo alle nozze religiose, per le quali l’età minima per le donne è effettivamente di quattordici anni, oggigiorno è difficile credere che ci siano ancora madri talmente bigotte, da obbligare una figlia a riparare il “disonore” di una gravidanza.

Trovare poi un prete che le dia retta, auguri!

Terminiamo con l’indicare che lo scioglimento della vicenda, seppure potenzialmente suggestivo, si basa nuovamente su personaggi che agiscono senza alcun freno e in testimoni che, misteriosamente, vedono solo una parte della vicenda.

Ancora una volta, elementi che lasciano dubbiosi.

In conclusione, il romanzo è abbastanza piacevole e regala distrazione con una storia che, sebbene piuttosto improbabile, si lascia leggere.

Editore: SEM
Pagine: 200
Anno: 2023

AUTORE

Stefano Soli è nato a Roma nel 1965.

Agente cinematografico e assistente alla regia, diventa poi autore, regista e sceneggiatore, collaborando a numerose fiction e realizzando vari cortometraggi e documentari, tra i quali Furti (Globo d’oro della stampa estera) e le monografie per RAI-SAT, dedicate a Franca Valeri e Gabriele Lavia.

Nel 2005 produce il cortometraggio Giorno 122 presentato al festival di Venezia, successivamente sviluppato in lungometraggio e pubblicato come romanzo nel 2021.

Il quarto requisito, uscito nel 2023, è il suo secondo romanzo.

Il quarto requisito di Stefano Soli
Concludendo
Un thriller abbastanza riuscito ambientato in una Trieste in cui s’incrociano persone, lingue e passioni
Pro
Il libro è scorrevole e la storia abbastanza accattivante
Contro
Lo stile ha ripetuti cali di tono, passando da un linguaggio scorrevole e colloquiale a momenti meno fluidi, con alcune forzature grammaticali e una punteggiatura non sempre corretta.
La storia è distraente e riesce a catturare abbastanza bene il lettore, tuttavia la vicenda ha diversi aspetti improbabili, se non proprio irrealistici, e questo indebolisce notevolmente l’intreccio narrativo.
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