Delitto in riva al mare di Antonio Lanzetta

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Folle

Delitto in riva al mare

A volte dietro la follia si celano oscure verità.

Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno.

Il caso viene affidato al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Le indagini assumono da subito dei contorni a dir poco inquietanti. Lidia e Massimo ricevono infatti una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa.

Senza averla mai vista.

Nessuno, in quel reparto del Santacroce, ha contatti con l’esterno né con i mezzi di informazione. Lidia fa di tutto per avere un colloquio con Matteo. La sfuggente personalità del ragazzo la affascina, ma a irretirla è la storia di cui in passato è stato protagonista.

Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”, sulla quale aleggiano ancora interrogativi destinati a non trovare risposta.

Com’è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo?

Eppure, nelle sue allucinazioni, sembra nascondersi una chiave per individuare l’assassino…

RECENSIONE

“A volte dietro la follia si celano oscure verità”.

Il romanzo di Lanzetta – Un delitto in riva al mare – è un pugno nello stomaco, è un’altalena di emozioni: paura, ansia, coraggio, forza e riscatto.


La morte di Elena rappresenta semplicemente la chiave per aprire un mondo in cui il soprannaturale, le paure e i ricordi dolorosi convivono fianco a fianco con la voglia di riscatto, di normalità e di giustizia.
I protagonisti sono accomunati dall’aver vissuto un’infanzia violenta, ma se Lidia e Massimo – rispettivamente la psicologa forense chiamata come consulente e il commissario incaricato delle indagini – hanno poi trovato delle nuove braccia pronte ad accoglierli e a cementare il loro rapporto fraterno, Matteo è rimasto prigioniero di quelle violenze.


Sono tre reietti, tre bambini ripudiati che hanno cercato e cercano un riscatto a quella sofferenza che nessun bambino dovrebbe mai vivere.


La trama di Un delitto in riva al mare si snoda su due piani narrativi che si intersecano tra loro, andando a creare quel senso di angoscia che accompagnerà il lettore durante questo viaggio: da un lato ci sono le indagini per la morte di Elena, all’apparenza una ragazza modello che studia e pratica sport, ma che – come tutti – nasconde dei segreti e dall’altro la storia di Matteo che entra prepotentemente in questa storia coi suoi disegni frutto dei suoi incubi.


La bravura di Lanzetta consiste nel mandare segnali di fumo al lettore, al fargli credere che ciò che è in realtà non è e viceversa, ma soprattutto nel delineare i suoi personaggi: Elena brillante psicologa forense, Massimo l’ispettore assetato di giustizia e poi… lui, Matteo schiavo dei suoi ricordi, delle medicine e delle pressioni esercitate su di lui dalla psicologa che lo segue al Santacroce.

Matteo, che non sa chi sia…non ha un nome, ha solo i ricordi del periodo trascorso con la madre a Pietralta dove si è consumata la tragedia che lo perseguita e su cui nessuno è riuscito mai a far luce. Matteo che oscilla tra discorsi coi vivi e discorsi coi morti, perché Matteo li vede, li sente e ne subisce il fascino ma anche la paura…perché sa che quello è allo stesso tempo un dono, ma anche una condanna.


“Penso a Matteo, a quella creatura senza nome. Ho letto la sua cartella clinica, la sua storia, abbastanza a fondo per capire che non c’è stato nessuno per lui. Nessun abbraccio, nessun conforto. Niente di diverso da una prigione di mura bianche e sedativi. Nessuno che abbia ascolto il suono strozzato dei suoi pianti, che lo abbia guardato negli occhi per ciò che realmente è.
Un bambino ferito, spezzato, che si nasconde sotto la scorza di un ragazzo sensibile, intelligente, nonostante la mancanza di una vera istruzione. Un bambino che custodisce un segreto troppo grande per lui. Condannato per un crimine inaudito e capace di una violenza che il suo corpo si sforza di trattenere in ogni piccolo gesto.”


Devo essere sincera e dire che in questo romanzo di Lanzetta – Un delitto in riva al mare – ho ritrovato le atmosfere dei primi libri di Bryndza, il tocco del soprannaturale non è stata la solita furbata utilizzata per riempire la trama, ma fa parte della storia… serve ad angosciare il lettore, per portarlo sullo stesso piano di disperazione dei protagonisti.

Il finale è aperto, quindi mi fa ben sperare che ci sia un proseguo e che Massimo e Lidia torneranno con un nuovo caso da risolvere.

Editore: NEWTON COMPTON EDITORI
Pagine: 256
Anno pubblicazione: 2023


AUTORE

Antonio Lanzetta vive a Salerno. Ha iniziato a scrivere romanzi fantasy/young adult, poi ha virato verso il thriller, prima con il racconto breve “Nella pioggia”, finalista al premio Gran Giallo di Cattolica, e poi con Il buio dentro”, tradotto in Francia, Canada e Belgio e nominato dal «Sunday Times» uno dei cinque migliori thriller stranieri dell’anno.

La Newton Compton ha pubblicato “L’uomo senza sonno” e “Delitto in riva al mare”.

Delitto in riva al mare di Antonio Lanzetta
Concludendo
Il libro è scritto molto bene ed è una lettura che piacerà sicuramente agli amanti del genere.
Pro
L'intersezione delle diverse storie
Contro
Finale aperto un po' frettoloso
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Folle