
– Michi, devi venire.
– Che succede?
– Ho aperto per caso la cronologia del pc e ho trovato questo: “si può dare un rene a qualcuno che non ha il tuo sangue?
Da lì in poi, del sangue non ce n’è importato più niente.
Estratto dal Post Instagram di Michela Murgia.
La Queer Family di Michela Murgia e l’ultimo libro di Maurizio De Giovanni è un connubio che non vi aspettate, lo so, invece…
Thriller Life ha incontrato Maurizio De Giovanni a Torino, evento organizzato egregiamente dalla Rizzoli, in occasione del sesto episodio dedicato a Sara e Teresa, protagoniste di Sorelle.

Chiacchierare con Maurizio De Giovanni significa passare il tempo assieme a una folla di personaggi vivi e palpabili e significa toccare i temi più importanti che sottendono l’architettura di tutte le sue storie. Significa immergersi nelle sue pagine con tutto ciò che ne consegue: dalle congetture più nefaste, all’ideologia che ne suggerisce le mosse.
Sara e Teresa sono le protagoniste di questa serie crime iniziata con il primo Sara al tramonto e con loro il concetto di famiglia d’elezione ha trovato un luogo letterario d’eccellenza.
Maurizio De Giovanni: «Gli adolescenti non hanno rapporti con i cugini, tranne alcune eccezioni. Si frequentano poco. Noi stessi non vediamo più i nostri parenti. C’è stata una sostituzione oggettiva dei rapporti sociali, tra le famiglie di sangue a quelle d’elezione, di sentimenti. Quindi oggi le amiche sono molto diverse dalle amiche degli anni ’80.»
«Se leggiamo la meravigliosa intervista di Michela [ Murgia ], lei ha raccontato la storia di una famiglia vera, tra donne, che dieci anni fa non si conoscevano. E SONO UNA FAMIGLIA. Allora io ho dovuto prendere atto di questa cosa. Che c’è un legame, che ha tanto del legame di sangue. Ha istinti, telepatie, necessità e contatti, di cui si deve prendere atto e io di questo sono molto contento.»
«Oggi vedo gente che ha rapporti fortissimi con amici. Rapporti di quotidianità potentissimi con gente non legata da rapporti di sangue. Sembra ovvia questa cosa detta oggi, ma non lo è affatto.»

Quando gli scrittori sanno cogliere il polso dei tempi, sanno leggere tra le righe dei sentimenti che evolvono, cambiano e ridisegnano i confini della nostra società… allora ci troviamo a leggere libri di cui riconosciamo i contorni.
Libri che ci appartengono e rimangono.
Sicuramente stiamo leggendo un libro di Maurizio De Giovanni.
“ Stammi a sentire, Mora: questa non è una sistemazione provvisoria, ma definitiva. Noi due siamo diverse, io ti prenderei a calci almeno dieci volte al giorno, e siamo due colleghe che fanno uno strano mestiere, di quelli che non si possono raccontare in giro; ma siamo anche qualcos’altro. Siamo due sorelle che si sono scelte, che non si sono trovate per caso nello stesso posto e nella stessa famiglia.” – da Sorelle
Sara Morozzi, detta Mora, ex poliziotta dei Servizi Segreti, specializzata nei segreti del corpo e nel linguaggio non verbale, nasce una sera tardi per caso.
Una donna seduta in un’auto attira l’attenzione di De Giovanni: si ferma per accertarsi che sia tutto a posto e si trova davanti una bella e giovane donna dai capelli bianchi.
Il resto è scritto in sei romanzi, neri e intimi più di tutti gli altri.

Sara diventa negli anni uno dei personaggi che Maurizio De Giovanni ama di più, quello che vive in modo viscerale, soffrendo ogni frase, ogni virgola e quello che sfugge molto spesso al suo controllo.
Sobria e morigerata, Sara vive di scelte difficili, tra notti insonni e menzogne da smascherare. È proprio la sofferenza, che unisce più di ogni altro sentimento, la corrente sotterranea di questa serie fortunata.
In Sorelle – Una storia di Sara – tanti sono i nodi che si scioglieranno e tanti sono i flashback che riporteranno alla memoria gli eventi del passato in cui tutto ha avuto un inizio.
In questo romanzo si percepisce forte la circolarità della vita e la giostra crudele delle scelte e delle loro conseguenze; tanto da inglobare nella spirale emotiva ogni singolo lettore.
Maurizio De Giovanni: «Il tempo prevede un prima e un dopo, e il dopo è sempre doloroso. Una storia d’amore non finisce mai contemporaneamente, per uno finisce e per l’altro no. E per chi la storia d’amore non finisce, vive uno strazio.»
Come ogni romanzo Noir che si rispetti, anche i protagonisti di De Giovanni devono affrontare i loro demoni e i tormenti dell’anima.
Ma hanno tutti un destino già preordinato?

«Esistono dei personaggi che tu inventi per fare un lavoro e poi ti scappano di mano. Con Andrea [ Catapano: uno degli analisti più brillanti dell’Unità e ipovedente ] è successo questo. Doveva essere solo un supporto, ma si è evoluto, cosa che non è successa con Pardo [ Davide: ispettore ] che io avevo immaginato più dinamico. Quando ti accorgi di queste cose hai due scelte: o intervieni, però è come fare un bonsai, bello ma contro natura, oppure li lasci andare. Io li ho sempre lasciati andare, TUTTI. Quindi mi sono morti personaggi, ne sono nati altri…»
La grande maestria con cui Maurizio De Giovanni tratteggia i suoi personaggi va oltre la tecnica narrativa, oltre le metriche di una prosa raffinata e suadente, riuscendo a cesellare protagonisti in grado di sfuggire alla sua stessa penna.
Con la consueta prosa a cui ci ha abituati e che rende i suoi libri indimenticabili, così come i suoi personaggi che sono entrati a far parte della nostra quotidianità, De Giovanni ci regala una storia di legami forti, indissolubili e colpi di scena ad alta tensione che, si spera, preludano a nuovi racconti. Nel suo stile semplice e diretto ha saputo creare questo insieme di personaggi così diversi tra loro ma con una grande carica di umanità, uniti dallo stesso passato e dagli stessi dolori, che condividono situazioni al limite della legalità rimanendo ancorati al dovere e al proprio senso di giustizia. Qui la Recensione di Alessandra Boschini per Thriller Life.
Dopotutto ci si misura rapportandosi agli altri, non esiste alternativa. Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto
Ian McEwan
Thriller Life ringrazia Maurizio De Giovanni e la Rizzoli per il bellissimo incontro.
a cura di Barbara Terenghi, Alessandra Boschini e Patty Pici.