Destino zoppo di Arkadij e Boris Strugackij

3.3
Opprimente
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Destino zoppo

In una Mosca sommersa dalla neve, lo scrittore Feliks Sorokin riceve una convocazione dall’Unione degli scrittori sovietici: dovrà sottoporre un suo testo al vaglio di una nuova, prodigiosa macchina che stabilisce il valore oggettivo di un’opera letteraria.

Sorokin si trova di fronte a un dilemma: portare alla commissione un testo mediocre che rientri nei canoni vigenti, o tirare fuori il suo manoscritto inedito, Brutti cigni, l’opera di una vita, rischiando così di finire nelle grinfie dei censori?

Il protagonista di quel romanzo segreto è uno scrittore anche lui, Viktor Banev, che fa ritorno nella sua città natale, ora sferzata da una pioggia incessante; lì conoscerà i mokrecy, inquietanti esseri dai poteri soprannaturali che si mostrano con la faccia bendata e vivono in un lebbrosario al di là del filo spinato.

Invisi alla popolazione adulta, sembrano invece esercitare un’incredibile attrazione sui bambini…

RECENSIONE

Per recensire Destino zoppo dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij ho atteso una giornata dal cielo plumbeo, di pioggia battente, sferzata da un vento gelido, per ricreare ed immergermi nell’atmosfera cupa e opprimente del romanzo.

Il nostro protagonista e narratore, Feliks Sorokin, è uno scrittore sovietico che nutre scarsa simpatia per il regime e che si trova a dover compiere una scelta difficile per un autore: selezionare alcune tra le pagine più rappresentative della sua produzione affinché vengano analizzate da Mistalet, una macchina in grado di valutare il talento letterario.

Il dilemma spinge Sorokin a rileggere “Brutti cigni”, un testo ancora inedito, dal suo punto di vista il migliore che egli abbia mai redatto, il cui protagonista, Viktor Banev, è a sua volta uno scrittore.

Il romanzo dei fratelli Strugackij è costruito come una metanarrazione in cui i capitoli che hanno per protagonista Sorokin si alternano a quelli in cui il personaggio principale è Viktor Banev, lo scrittore famoso, veterano di guerra e forte bevitore che, tornato nella sua città natale, la trova profondamente cambiata, oppressa da una pioggia incessante e dalla presenza dei mokrecy, creature orride e dai poteri inquietanti che generano un senso di ripulsa negli adulti, ma hanno la capacità di affascinare i giovani e spingerli a contestare i loro genitori.

Uno dei capitoli più interessanti del romanzo è quello dedicato ai “bambini prodigio”, in cui Banev viene invitato a tenere una conferenza al ginnasio frequentato da sua figlia Irma.

C’erano una cinquantina di ragazzini e ragazzine, dai dieci ai quattordici anni, e tutti lo fissavano in serena attesa.

Il famoso scrittore cerca di catturare l’attenzione del pubblico e di suscitarne l’ammirazione, parlando dei progressi della scienza, utilizzando un lessico complesso, ma i ragazzi trovano il modo di metterlo in difficoltà, dimostrando di essere particolarmente acuti e intelligenti, di non accontentarsi di definizioni e spiegazioni banali e insignificanti e ribattendo punto su punto ad ogni parola di Banev, fino a gettarlo nel panico.

Destino zoppo è l’ultimo romanzo che i fratelli Strugackij hanno scritto a quattro mani prima della morte, nel 1991, di Arkadij, che ha molto in comune con il personaggio di Sorokin poiché, come lui, parla inglese e giapponese e ha servito nell’esercito come traduttore.

Nel romanzo, i temi affrontati sono molteplici: dalla funzione dello scrittore e della letteratura allo scontro generazionale, dal significato dell’esistenza al rapporto e alle differenze tra presente e futuro.

Viktor Banev, uomo di oggi, alla fine sceglierà il presente poiché il futuro gli appare inumano.

E noi lettori, allora, cosa possiamo augurarci?

Forse, come sostiene Boris Strugackij nella postfazione “…non rimane che sperare che il Futuro non castigherà nessuno, non perdonerà nessuno, ma semplicemente proseguirà per la sua strada”.

Traduttore: Daniela Liberti Editore: Carbonio
Pagine: 400
Anno pubblicazione: 2023

AUTORI

Scampati miracolosamente all’assedio nazista di Leningrado, i fratelli Arkadij (1925-1991) e Boris (1933-2012) Strugackij sono unanimemente considerati i massimi autori di fantascienza russa della seconda metà del Novecento, osannati da uno stuolo di estimatori ed epigoni.

Le loro opere hanno subìto ricorrentemente gli strali della censura, che vi ha colto una critica costante al regime sovietico.

Tra i loro romanzi più noti: È difficile essere un dio (1964) – da cui è stata liberamente tratta la celebre e controversa pellicola Scene di caccia in Bassa Baviera (1968) di Peter Fleischmann; Picnic sul ciglio della strada (1972) – romanzo che ha ispirato, nel 1979, Stalker, tra i film più belli di Andreij Tarkovskij che si avvalse dell’apporto degli stessi Strugackij per la sceneggiatura; Tentativo di fuga. Lo scarabeo nel formicaio (1979-1980), La città condannata (1988-’90) per Carbonio Editore.

Destino zoppo di Arkadij e Boris Strugackij
Concludendo
Un metaromanzo dai temi imprescindibili che è, allo stesso tempo, una distopia dall’ambientazione cupa e opprimente.
Pro
L’atmosfera cupa e opprimente di “Brutti cigni”
L’interesse delle tematiche trattate
Contro
Nulla
3.3
Opprimente
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