La libraia di Stalino di Leonardo Gori

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La libraia di Stalino

Fronte russo, dicembre 1941. Il capitano Arcieri, in missione nel gelo dell’inverno ucraino, si scontra con il vero orrore Dicembre 1941.

Il SIM, il Servizio di informazioni militare, intercetta il messaggio di una spia inglese nascosta in Unione Sovietica, che chiede nuovi codici per poter rivelare un terribile segreto.

Non si conoscono altri dettagli, tranne la posizione da cui trasmette: Stalino, in Ucraina, nei dintorni dell’ospedale militare italiano.

C’è solo una persona di cui il Comandante si fida per una missione così delicata: il capitano Bruno Arcieri, che non esita a partire sotto copertura per la gelida campagna russa alla ricerca della spia.

Con il pretesto di indagare su presunte ruberie di materiali dell’Esercito, Arcieri si trova immerso da subito in un paesaggio spettrale, buio, innevato, e preda di un gelo inesprimibile che ben presto gli toglie il respiro e la speranza.

Le condizioni sanitarie dell’ospedale militare sono spaventose, e tra i corpi dei caduti in attesa di sepoltura iniziano a notarsi anche quelli di vittime civili innocenti.

Così, tra le reticenze dei medici italiani, le avances delle giovani donne ucraine che frequentano i locali dell’ospedale, le conversazioni con una bellissima e colta libraia e con il padre, italiano di Crimea, Arcieri indaga a fatica, atterrito da orrori indicibili, di cui inizia a sospettare i nazisti…

In queste pagine Leonardo Gori dà un’altra densa e ricca pennellata al grandioso affresco della Storia italiana, che ha rappresentato finora attraverso gli occhi e le gesta di Bruno Arcieri, scegliendolo qui come testimone muto e incredulo della più grande tragedia che abbia colpito l’umanità.

RECENSIONE

Siamo nel dicembre del ’41 sul fronte russo: la neve, il freddo e la malinconia verso casa si fanno sentire tra le truppe italiane.

La “normalità” della guerra è interrotta dall’arrivo a Stalino del capitano del SIM Bruno Arcieri, chiamato ad indagare ufficialmente sui furti di materiale destinato ai soldati e ufficiosamente per stanare una spia inglese.

La situazione che si trova davanti Arcieri è molto lontana da ciò che la radio e i cinegiornali descrivono: soldati non equipaggiati in modo sufficiente e adeguato, un’alleanza con la Germania che è reale solo sulla carta, una popolazione affamata e allo sbando e poi… un ospedale che fa suo il giuramento di Ippocrate, ossia quello di curare tutti, siano essi italiani, lituani, russi.

La guerra possedeva una sua logica perversa, corrompeva profondamente la pietà umana, la annichiliva in una esclusiva ricerca di salvezza individuale, della sopravvivenza bestiale.

Una logica perversa che non intacca l’ospedale italiano sotto responsabilità del comandante Pitigrilli: un antifascista, un intellettuale devoto alla causa comunista che non maschera le sue idee, ma anzi le espone senza timori di ritorsioni.

Perché, che Arcieri sia lì per altre faccende è chiaro a tutti, ma tutti coloro che gravitano intorno all’ospedale non hanno paura di lui, perché riconoscono nei suoi occhi una qualità che spesso manca agli uomini, il coraggio.

Arcieri sa di muoversi in un campo minato, sa di smuovere fragili equilibri, ma lo fa in bilico tra ciò che rappresenta e ciò che pensa, perché anche lui ha un segreto: la sua Elena.

Pensava a Elena, reclusa di lusso nel suoi villino liberty di Firenze, per sfuggire alla sconcezza morale delle leggi speciali, che lo facevano vergognare di essere italiano, funzionario dello stato e quindi necessariamente complice del fascismo.

E ancora, Bruno Arcieri è sospeso tra ciò che deve fare perché è un militare e ciò che pensa in un continuum morale tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché sa che il destino di Elena dipende anche e soprattutto da ciò che farà lui.

La moralità di Arcieri è la guida spirituale di questo romanzo, insieme a lui il lettore si interroga, riflette ma non giudica perché sa che la guerra rappresenta una situazione a se stante, perché sa che spesso gli eroi per essere tali devo mascherare le loro intenzioni.

Era come se i tedeschi, all’opposto degli italiani, facessero di tutto per non nasconderla, anzi per rendere più evidente possibile la disumanità della guerra, la sua azione alienante sulla condizione umana. Non avrebbe saputo dire con certezza se i suoi connazionali fossero migliori dei tedeschi. Ma in quel momento pensò che forse fossero addirittura peggiori, perché pur sapendo quel che accadeva nelle zone occupate, volgevano lo sguardo altrove. Lui stesso si rendeva conto di non aver voluto interpretare tra le righe certi rapporti che giungevano a Roma dagli agenti all’estero. Perfino adesso, che aveva raccolto voci su crudeltà inenarrabili, si limitava a covare nel profondo una paura sconfinata per la sorte di Elena.

La libraia di Stalino è un mix tra un romanzo storico e una spy story

Per chi mastica gialli è di facile intuizione la risoluzione del giallo, o meglio la scoperta della spia, ma il gioco di specchi e di doppi che mette in scena Gori – sullo sfondo innevato e gelato di Stalino – stimola il lettore nella continuazione del romanzo, perché gli intrighi e i colpi bassi non mancano.

Ogni lettore può immedesimarsi in uno dei protagonisti, perché ciascuno di essi incarna una qualità: Pitigrilli il coraggio delle idee, Arcieri la devozione alla verità, Igor la determinazione nel voler far conoscere il lato oscuro di questa guerra.

E poi… lei: la bella libraia di Stalino, amante di Pintigrilli; perché si sa che in tutte le spy story debba esserci una donna affascinante che nasconde un segreto.

Sarà lei a nasconderlo, un segreto?

È lei la spia inglese che trasmette con un vecchio codice?

La risposta sarebbe scontata, ma in un intrigo, ciò che sembra, molte volte non è e anche quando è…per arrivarci bisogna inoltrarsi in un labirinto di depistaggi, di false amicizie… bisogna districarsi in mille intrighi per riconoscere la verità che è sempre Una.

Editore: Tea
Pagine: 256
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Leonardo Gori è uno scrittore italiano, autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri, capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta.

Il primo romanzo, Nero di maggio, si svolge nella Firenze nel 1938; seguono Il passaggio, La finale, L’angelo del fango (Premio Scerbanenco 2005), Musica nera, Lo specchio nero e Il fiore d’oro, gli ultimi due scritti con Franco Cardini.

La serie di romanzi è in corso di riedizione in TEA.

Ha scritto anche thriller storici ed è stato co-autore di saggi sul fumetto e forme espressive correlate (illustrazione, cinema, disegno animato).

La libraia di Stalino di Leonardo Gori
Concludendo
Di gialli ambientati durante la II guerra mondiale ne sono stati scritti molti, questo merita di essere letto perché parla di coraggio e di fermezza nel portare avanti le sue idee.
Pro
: L’ambientazione
La descrizione dei personaggi che permette una perfetta immedesimazione da parte del lettore
Contro
Intuizione prematura della spia
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Intrigante
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