
Rosa Teruzzi
Giornalista, scrittrice e caporedattore del programma TV Quarto grado.
Vive a Colico dove ha ristrutturato un casello ferroviario assieme al marito, circondata dalla natura e a due passi dalla meravigliosa Baia di Piona.
La cronaca nera fa parte del suo Dna e le storie che incontra confluiscono poi per osmosi nelle avventure di Iole, Libera e Vittoria; protagoniste della serie di libri iniziata nel 2016 con il primo titolo – La sposa scomparsa – Sonzogno.
Il valzer dei traditori è l’ottavo appuntamento con le miss Marple del Giambellino.

Le indagini che vedono coinvolta Libera in Il valzer dei traditori sono svolte sempre con l’aiuto della madre Iole, una vera hippie che pratica da sempre l’amore libero, con sommo dispiacere della figlia Vittoria, poliziotta tutta d’un pezzo che ha voluto ricalcare le orme di quel padre ucciso in servizio quando lei era solo una bambina.
È un tema importante quello che ci presenta Rosa Teruzzi: persone che vengono condannate sulla base di pochi indizi e che si rivelano poi essere davvero innocenti; in questo giallo viene spiegato per bene la ricostruzione che fanno i due giornalisti e come trovano collegamenti fotografici, oltre a video mai esaminati, che potrebbero portare alla riapertura del caso.
Teruzzi utilizza una scrittura semplice, lineare, con ambientazioni ben delineate ma coinvolgenti, al punto da rendere la città stessa, Milano, protagonista a sua volta del romanzo; lontana anni luce da quella città conosciuta quasi esclusivamente come modaiola e festaiola, ci regala un ritratto intimo, nostalgico che partecipa alle indagini e all’insonnia di Libera. – Barbara Terenghi ha letto e recensito il romanzo di Rosa Teruzzi QUI
Thriller Life ha l’occasione di approfondire la storia direttamente con Rosa Teruzzi, che ha gentilmente. risposto alle nostre domande.
1. Il valzer dei traditori cela tra le sue parole un significato ambivalente, sembra quasi sia nato prima il titolo e poi l’intreccio vero e proprio. Quanto è importante e indicativo il titolo nei tuoi romanzi?
In realtà il titolo è venuto dopo. Il mio editore ha scelto quello di uno dei miei capitoli.
All’inizio io avevo proposto “Il seme del tradimento” sulla base dell’idea centrale del romanzo: le mie investigatrici dilettanti si occupano di un cold case, l’omicidio di una ricettatrice di cui è stato testimone solo il suo pappagallo cinerino.
Un uomo è in carcere ingiustamente per quel delitto, ma ha buoni motivi per non difendersi. Si tratta di un latin lover, un traditore seriale, e chi ha l’inclinazione al tradimento (sentimentale o professionale) spesso si attira tradimento
Anche il mio prossimo romanzo – di cui ho scritto solo il primo capitolo – ha già un titolo prima di nascere, perché la storia è tutta nella mia testa.
2. L’ambientazione dei tuoi romanzi è principalmente Milano; ogni romanzo ha il suo quartiere, in questo siamo nel quartiere Torretta, con tutti i richiami a vie e piazze intitolate ai “Promessi Sposi” di Manzoni. Ci sono frasi disseminate per tutto il libro, quasi a dare il tempo o giustificare l’umore di Libera, come se fosse un personaggio del libro. Finalmente c’è una Milano protagonista, struggente e poetica che nulla a che fare con la moda o i party…
E’ la Milano che amo raccontare, stralunata e malinconica come una canzone di Jannacci.
Per mestiere – sono caporedattore di una trasmissione di cronaca nera – mi è toccato spesso di occuparmi di quell’altra Milano, quella della finanza, della cocaina, dei party caciaroni, degli imprenditori rampanti.
Ma è un mondo che non mi affascina.
I miei cattivi sono persone comuni che a un certo punto deragliano
A Libera, la fioraia-detective dei miei romanzi, interessa capire la genesi di quel momento, più che festeggiare il successo nelle indagini.
La domanda che la perseguita è sempre la stessa: perché- nelle sliding doors delle possibilità – il colpevole di turno sceglie il male?
Per lei Milano è un luogo fisico e dell’anima.
Tutte le sue avventure iniziano dal casello ferroviario in cui vive, nel popolare quartiere del Giambellino, e si diramano in altre zone della città spesso periferiche.
Perché nelle periferie i contrasti sono più evidenti e la linea di confine è quella che interessa uno scrittore.
3. “ […] Sesso, soldi, sangue, ricordò Libera: le famose tre S del giornalismo popolare…” In questo ottavo capitolo delle avventure della “Miss Marple del Giambellino” acquistano sempre più spazio i giornalisti, relegati finora a ‘spalle’ delle protagoniste. Le storie dei due giornalisti si prendono la rivincita e piacciono sempre di più.Potrebbe essere un’idea per un futuro “spin off”?
In realtà, all’inizio della mia vita di scrittrice, io ho pubblicato tre romanzi (e ne ho altri due nel cassetto) di cui Irene Milani detta la Smilza e il suo burbero capocronista il Dog erano protagonisti. Non ho voluto rinunciare a loro anche in quest’altra serie, perché li amo molto.
E La Città, il giornale popolare dei miei libri, assomiglia a La Notte, il quotidiano del pomeriggio in cui ho lavorato otto anni, muovendo i miei primi passi da giornalista.
Per questo credo che il sodalizio tra Cagnaccio e le Miss Marple del Giambellino durerà ancora a lungo
4. Il cognome delle nostre protagoniste è Cairati, un omaggio alla sua ‘madrina letteraria’ Sveva Casati Modignani’. Se potessi scegliere una giovane scrittrice da aiutare ed incoraggiare, chi sceglieresti? O magari lo stai già facendo?
Nonostante la mia età anagrafica, io sono una scrittrice relativamente “giovane”, non ancora abbastanza affermata per diventare un punto di riferimento.
E il mio accesso alla pubblicazione è stato così lungo e accidentato che non credo di poter dare una spinta a qualcuno se non con l’esempio della mia tenacia.
Non sempre, lì fuori c’è l’editore pronto ad accoglierci, ma chi ama scrivere e ha storie che vogliono essere raccontate non si ferma al decimo rifiuto (e neanche al ventesimo, per essere sinceri)
5. La realtà spesso e volentieri supera la fantasia, soprattutto nei crimini. Visto il tuo lavoro di cronista di nera prima e di caporedattore adesso, ti è capitato di prendere spunto da un fatto di cronaca?
Mai.
Ne faccio una questione di principio: non sfrutto mai il materiale che mi passa tra le mani (migliaia di pagine di documenti, video di interrogatori e di confessioni) quando scrivo un romanzo.
Lo faccio per rispetto delle persone coinvolte e per sfidarmi.
Preferisco inventare di sana pianta storie e personaggi e, per fortuna, ho moltissima fantasia. Ma certo, tutto quello che ho visto in questi anni di professione, le modalità di indagine, le tecniche di interrogatorio, i saltafossi degli inquirenti fanno parte della mia “valigetta” di scrittrice.
6. La protagonista principale dei romanzi è Libera, che a dispetto del nome, ha una vita sentimentale tutt’altro che ‘libera’. Insomma tutti noi lettori vorremmo sapere : ma Libera riuscirà mai ad avere un po’ di tranquillità nella sua vita sentimentale?
Eh, vorrei saperlo anch’io
Ma Libera sa essere più imprevedibile di sua madre, a volte. E la sua paura di soffrire per amore rischia di farla soffrire… per amore.
7. Quale personaggio da te creato è quello più autonomo, sempre in cerca di uno spazio tutto suo, anche al di là delle tue intenzioni?
Tutti. In realtà li amo tutti, anche se ho un occhio particolarmente affettuoso nei confronti di Irene, così sensibile e misteriosa, e di Libera, più matura ma riflessiva come lei.
Ma i miei romanzi non sarebbero gli stessi senza la forza e la leggerezza di Iole e Franca, amiche per la pelle ma diversissime, due donne mature solo anagraficamente, ma forse no.
La loro velocità nel decidere e nell’agire è un’ispirazione per un’attendista fifona come me.
8. Thriller, Noir e Gialli si trovano anno dopo anno sempre in vetta alle classifiche dei libri più venduti. Perché ci piace così tanto leggere storie che declinano il Male in tutte le sue forme? Lo stesso possiamo trasporlo anche per la Tv, visto il successo del programma Quarto grado
Temo che il male eserciti da sempre il suo fascino sugli uomini.
Ma voglio essere ottimista.
Voglio credere che siamo attratti dall’ombra perché cerchiamo la luce, o almeno una spiegazione al fatto che manchi.
9. Nel panorama Noir, che sia declinato in forma visiva, come in TV, stampato su carta, come nei libri, oppure condiviso in formato audio per i Podcast, la scelta è immensa. Quali sono i titoli che consigli ai nostri lettori?
La scelta è davvero immensa. Io consiglio a un lettore che si affacci al genere di cercare la sua strada saltabeccando tra i maestri riconosciuti: Chandler, Simenon, Scerbanenco, Durrenmatt, Anne Perry, Jean Claude-Izzo solo per fare dei nomi
Consiglio di scegliere, nel genere, in base alle proprie preferenze: le voci più spietate o quelle più ironiche, i romanzi a sfondo sociale o quelli prettamente “enigmistici”.
E poi, naturalmente, consiglio di tenere uno spazietto anche per letture non di genere
10. Prima di salutarci quale messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?
Auguro a chi non l’ha ancora trovato di incontrare il libro che gli cambi (in meglio) la vita.
E auguro a chi l’ha già trovato di incontrarne un altro e un altro ancora: non è mai troppo tardi per essere di nuovo felici.
grazie mille Rosa Teruzzi per la disponibilità
a cura di Barbara Terenghi e Patty Pici.