Alberto Toso Fei e il fascino misterioso di Venezia

Alberto Toso Fei - Thriller Life -

Alberto Toso Fei

Alberto Toso Fei discende da un’antica famiglia di vetrai, a Murano dal 1351.

Scrittore, saggista e giornalista, ha scritto una serie di titoli tra storia e mito, cronaca e leggenda – tradotti in più lingue e venduti in migliaia di copie –, che hanno creato un nuovo modo di raccontare Venezia e la sua laguna. 

I suoi libri sono come viaggi nel tempo e nella stratificazione della storia: a partire da Leggende veneziane e Misteri di Venezia – nati dal recupero della tradizione orale, con la raccolta delle antiche storie narrate dagli anziani che rischiavano di andare perdute –, passando per Veneziænigma (vincitore del Gambrinus Mazzotti), il graphic novel Orientalia (disegnato da Marco Tagliapietra), fino all’ultimo I graffiti di Venezia (con Desi Marangon), ricerca unica nel suo genere con la mappatura di oltre seimila graffiti storici a cui Toso Fei ha restituito una narrazione.

Alberto Toso Fei ha dato vita a una nuova narrazione di Venezia.

Un performer che ha declinato le sue storie in molteplici forme: storytelling, recital, conferenze, TEDx, incontri streaming e progetti digitali.

Narratore capace di far “entrare” l’ascoltatore dentro le storie, incantandolo con il solo racconto o avvalendosi di filmati, tecnologia immersiva, musica, performance, ha dato vita a forme di spettacolo alternative come “Canal View”, un sistema di navigazione multimediale costruito attorno al libro “I segreti del Canal Grande” (per il quale ha realizzato il primo booktrailer di sempre a 360°) con cui ha raccontato Venezia a Istanbul, Copenaghen, Lisbona, Pechino, Strasburgo, Mosca e Novosibirsk.

Alberto Toso Fei - Il pede destro di Byron -

Il piede destro di Byron segna il suo esordio nella narrativa.

Un libro molto originale con dei risvolti inaspettati, soprattutto quando si mescola al sovrannaturale.

Si sente Venezia e la sua “venezianità”, passatemi questo aggettivo, in ogni sua pagina.

L’inserimento nel racconto di frasi in dialetto veneziano danno un’ulteriore originalità al libro.

L’autore, con la sua grande esperienza, non solo come scrittore, ci tiene attaccati al libro pagina dopo pagina, con sottile umorismo e un sarcasmo tutto veneziano, sembra tenerci per mano, accompagnandoci dentro la storia, dentro il mistero.

Monica Truccolo ha letto e recensito Qui il romanzo di Alberto Toso Fei.

Thriller Life ha avuto il piacere d’intervistare l’autore.

1. Con Alessandro Nicoli hai creato un personaggio, curioso, divertente e un po’ impacciato, un personaggio che si fa amare. Un ex giornalista molto curioso, capace di trovare intrighi e soluzioni. Alessandro Nicoli, avrà la sua serie o è stato un metterti alla prova con uno stile diverso da quello a cui solitamente  ti dedichi?

Direi l’uno e l’altro.

Dopo decenni interi trascorsi a raccogliere, trascrivere, codificare, riscrivere storie provenienti dalla tradizione orale, era arrivato il momento di misurarmi con una storia di “invenzione”.

Intendo dire questo: nel dedicarmi a quelle storie della tradizione che non stavano scritte da nessuna parte sono rimasto filologicamente molto fedele, rispettandone la narrazione e i diversi svolgimenti, pur utilizzando un linguaggio che mi appartiene.

Ho agito seguendo un principio di verità.

Ma sono stato fino a oggi un saggista che si è sostanzialmente occupato di storie fantastiche. Paradossalmente, questo stesso principio di verità è riversato ne “Il piede destro di Byron”: da un lato la Venezia che vi è descritta è quella attuale, “vera” appunto, che tutta la sua bellezza e le sue contraddizioni; dall’altro buona parte dei “misteri” che si intrecciano alla trama sono “veri” storicamente, e questo rende la lettura – dal mio punto di vista – ancora più intrigante.

Siccome poi i misteri veneziani sono pressoché infiniti, credo che vedremo Nicoli anche in futuro.

C’è da sperarlo, almeno.

2. C’è un tratto caratteristico di Nicoli che non sopporti e un altro che invece vorresti fosse anche tuo? Ambedue siete curiosi e amate Venezia e i suoi misteri, questo si evince dal romanzo ma c’è dell’altro?

Alessandro Nicoli è molto simpatico e determinato, ma qua e là – nell’indagine e nella vita – è anche un gran pasticcione, e direi che questa sua caratteristica non mi appartiene.

Certo, gli ho infuso tutte le mie conoscenze su Venezia, ma per esempio voga meglio di me e abita una casa con l’altana, la tipica terrazza veneziana sul tetto; cosa che io non posso permettermi.

3. Oltre a Nicoli, su quale personaggio ti sei concentrato maggiormente per renderlo veritiero e farlo empatizzare con il lettore?

Ho cercato di prestare attenzione a tutti i personaggi, anche quando compaiono per poche pagine: certo, Marina Valier, la sua morosa, ha maggior spessore degli altri, ma anche una “comprimaria” come l’anziana vicina di casa Elvira Scarabellin – età imprecisata tra i 96 e i 112 anni – per quanto compaia poco è comunque efficace e fulminante, all’occorrenza.

4. Con una scrittura piacevole, fluida, e molto scorrevole, ambienti Il piede destro di Byron nei luoghi a te più conosciuti. Grande conoscitore di Venezia, delle sue origini e dei suoi tanti misteri, ripercorri i luoghi che più ami per celebrarli oppure è l’unico modo per rendere la narrazione credibile? Se non fosse  Venezia, quale luogo ti piacerebbe raccontare?

Anche qui direi le due cose: parlare di una Venezia che non riguardi solo Piazza San Marco o il Ponte di Rialto significa raccontare e celebrare la città più autenticamente vissuta da chi ci abita, incluso il sottoscritto, descrivendo le isole della laguna e i luoghi della quotidianità quali espressione di una credibilità profonda (inclusa qualche incursione nella lingua veneziana, che è ancora una resa di verità: è quella che si parla a Venezia, scrivere un romanzo senza che ne fossero presenti le sonorità sarebbe stato tradire la natura più profonda della città).

Alberto Toso Fei -

5. Giornalista, storyteller, saggista, attraversi trasversalmente diverse forme espressive. Il piede destro di Byron segna la tua prima incursione nel mondo del Noir italiano. Cosa ti ha spinto a cimentarti in questo nuovo mondo? 

Sulle ragioni profonde ho risposto più sopra.

Sul fatto che abbia scelto il noirrisponde secondo me in maniera più efficace a quella necessità di rispetto della verità del luogo unitamente alla possibilità di dedicarmi al mistero, che è il mio ambito preferito.

Peraltro poche città si prestano a rendere credibile anche il più arcano degli esoterismi: credo sia parte del suo fascino intramontabile.

6. Tra le righe della tua narrativa quali maestri possiamo rintracciare? Quali sono gli autori che senti più vicini?

È una domanda apparentemente semplice, ma non è facile rispondere: da lettore potrei dire che i crediti sono infiniti, dai maggiori giallisti italiani – in buona parte anche amici – a reminiscenze giovanili come Shiel o Potocki, ma anche giganti come Poe, Conrad o Lovecraft, tutti capaci di indagare il lato più nascosto dell’animo umano e dare un senso all’inesplicabile e al sovrannaturale.

7. Se non fossi mai stata a Venezia, quali sarebbero i luoghi che dovrei assolutamente vedere e quali quelli che dovrei evitare?

Nessun luogo è da evitare, a Venezia!

Dipende dalla fascia oraria: di notte, aggirati ovunque, senza timore; a quel punto anche le zone più centrali, impossibili a godersi per la ressa diurna, acquisteranno una atmosfera diversa.

Per il resto, perditi.

Trovi un portone aperto? Entraci.

Leggi di una chiesa remota, di un’isola lontana, di una piccola Scuola Minore? Procura di andarci.

Venezia è tanto più bella quanto ti ci perdi.

Perché quanto più ti ci perdi, tanto più entri in contatto e ti avvicini a te stessa.

8. Tra le tante forme d’arte in cui ti giostri magnificamente, quale definisce meglio il tuo concetto di creatività e ti soddisfa maggiormente?

Preferisco giocare con gli equilibri: letteratura, recitazione, musica, video… può tutto coesistere e narrare un aspetto di ciò che vuoi raccontare nel complesso.

9. Quali sono i libri che in questo momento si trovano sul tuo comodino? 

In cima alla collina si trovano il graphic novel Odino Buzzi”, omaggio alla narrativa di Buzzati; “Gli animali di Calvino”, di Serenella Iovino; poi, un vecchio classico ripreso dagli scaffali per una rinfrescata: Il Terzo Poliziottodi Flann O’ Brien.

10. Prima di salutarci quale messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?

Di trascorrere la migliore delle estati.

Apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo.

Di non rinunciare mai allo stupore, meglio se legato alla conoscenza.

Grazie mille per la disponibilità  Alberto Toso Fei

a cura di Monica Truccolo e Patty Pici