Delitto alla Baia d’Argento di Antonio Boggio

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Delitto alla Baia d’Argento

Appena fuori Carloforte, in una caletta dalla natura incontaminata, minacciata però dalla costruzione di un albergo di lusso, l’hotel Baia d’Argento, viene trovato il corpo di un uomo.

La scoperta del cadavere trascina il commissario Alvise Terranova in una nuova e appassionante indagine.

RECENSIONE

A un anno dall’uscita di Omicidio a Carloforte, il fortunatissimo romanzo d’esordio di Antonio Boggio, ritroviamo il Commissario Alvise Terranova in una seconda, avvincente indagine.

Delitto alla baia d’Argento si presenta come un romanzo giallo classico, perfetta lettura sotto l’ombrellone, che regala un reale svago e una lettura molto piacevole, grazie al suo stile semplice e pulito.

Nel suo secondo romanzo, l’autore rinnova con l’affascinante ambientazione sull’Isola di San Pietro, fatta di luci, odori, ricordi e puntellata da riferimenti enogastronomici.

Il dialetto locale, il tabarchino, ritorna continuamente nei dialoghi e diventa un vero e proprio protagonista della vicenda.

L’origine della lingua in cui parlano i personaggi del libro è molto interessante, perché mostra la ricchezza degli incroci che per secoli hanno caratterizzato le popolazioni del Mediterraneo.

“Tabarchino” fa riferimento alla città di Tabarca, nell’odierna Tunisia, che fu colonia della Repubblica di Genova fino al 1741.

Scacciati dal Bey di Tunisi, i coloni genovesi trovarono rifugio in Spagna, dove Re Carlo III mise a loro disposizione l’isola di San Paolo, poi ribattezzata “Nuova Tabarca” a partire dal 1770.

Questo fazzoletto di terra, la più piccola isola abitata di Spagna, che oggi annovera solo 68 residenti, si trova nei pressi di Alicante, nella Comunità Valenziana, ed è gemellata proprio con Carloforte.

L’ambientazione, come dicevamo, è un elemento centrale del costrutto narrativo, non solo perché fornisce uno sfondo di colori e suoni, ma anche perché l’essere isolani e isolati crea dei legami particolari tra i personaggi e un ambiente da villaggio in cui ciascuno sa, o pensa di sapere, tutto di tutti.

Questa nuova indagine è l’occasione di approfondire alcuni aspetti del protagonista, del quale il lettore scopre, a poco a poco, l’oscura storia familiare, lasciando così intuire le ragioni delle tante fragilità di Terranova e della sua paura ad abbassare le proprie difese e ad amare.

L’indagine si mostra complessa e con alcuni piccoli colpi di scena, anche se il lettore attento riesce, abbastanza facilmente, a individuare le incongruenze e gli elementi chiave che permetteranno a Terranova di risolvere il mistero.

Infatti, il punto di svolta è abbastanza visibile, anche se l’autore imbroglia poi le carte, dribblando l’ovvio sospettato per puntare su un personaggio relativamente secondario.

Un romanzo molto piacevole, che invita a rilassarsi e a lasciarsi cullare dal sciabordio del mare.

Editore: Piemme
Pagine: 437
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Antonio Boggio, nato nel 1982, è cresciuto a Carloforte, nell’isola di San Pietro, una piccola isola a sud-ovest della Sardegna.

Attualmente vive e lavora a Cagliari.

Alcuni suoi racconti sono apparsi in antologie pubblicate da piccole case editrici: Paranoie (Cenacolo di Ares, 2014), Ogni luogo ha la sua voce (Palabanda edizioni, 2019).

Insieme ad altri autori ha partecipato alla stesura del Repertorio dei matti della città di Cagliari (Marcos Y Marcos, 2016) curata da Paolo Nori.

Omicidio a Carloforte, suo romanzo d’esordio, è stato uno dei successi letterari dell’ano scorso (Piemme, 2022).

Delitto alla Baia d’Argento di Antonio Boggio
Concludendo
Un giallo classico, pieno di suoni e colori, una buona lettura per rilassarsi sotto l’ombrellone
Pro
L’ambientazione, con i colori e i suoni caldi del Mediterraneo, sono un invito a rilassarsi e godersi una bella indagine investigativa.
Contro
Il finale è un po’ un escamotage che toglie al lettore la soddisfazione di aver indovinato l’assassino.
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