Posto sbagliato, momento sbagliato di Gillian McAllister

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Posto sbagliato, momento sbagliato

Fine ottobre. Mezzanotte passata. Jen, affacciata alla finestra, sta aspettando che il figlio diciottenne torni a casa.

Non ha rispettato il coprifuoco.

A un certo punto il ragazzo compare, ma non è solo: si sta avvicinando a qualcuno, e ha qualcosa in mano. Impietrita, Jen assiste a una scena che non si sarebbe mai immaginata: suo figlio accoltella un uomo.

Non riesce a crederlo: Todd, un adolescente spiritoso e felice, ha appena ucciso uno sconosciuto, proprio lì, sulla strada di casa.

Non sa chi sia. Non sa perché. Sa solo che il suo futuro è distrutto. Quella notte si addormenta disperata. Tutto è perduto.

Finché non si sveglia… ed è ieri. E poi si sveglia di nuovo… ed è l’altro ieri.

Ogni mattina al risveglio Jen scopre di essere tornata indietro nel tempo. Può evitare che quell’omicidio avvenga.

Tassello dopo tassello, emergono dei particolari sulla vita di suo figlio di cui era completamente all’oscuro.

La faccenda si fa sempre più inquietante, finché Jen non fa la scoperta peggiore di tutte: suo marito è coinvolto. Da qualche parte, nascosta nel passato, c’è una soluzione, e non ha altra scelta: deve trovarla.

RECENSIONE

Cos’è che piace ai lettori quando scelgono un thriller invece che un altro genere da leggere?

Beh, io non riesco a dare una risposta valida per tutti, ma posso senz’altro dire cosa influenza le mie scelte.

Io scelgo thriller perché posso isolarmi completamente da tutto e da tutti per potermi concentrare su trama, escamotage, ricerca dell’assassino, critica più o meno efferata alle scelte degli autori… insomma tanto… ma tutto al di fuori del romanzo.

È l’occhio esterno che mi piace “esercitare” e infatti ho scelto il libro proprio con questo intento, ma questa volta, già dalle prime pagine, ho capito che c’era qualcosa di “strano”.

Sul morto ammazzato non ci sono dubbi… nemmeno sull’indagine misteriosa.

Gli elementi ci sono tutti fin dalle prime due pagine, ma qualcosa mi diceva che non sarebbe finita come con gli altri thriller e infatti…

Con questo libro l’autrice passa in rassegna tutti quei pensieri e quei dubbi che una volta nella vita capitano a tutti.

Perché lo fa?

Io non lo so, ma sospetto che la sua intenzione sia quella di “abbrancare” il lettore in un vortice che porterà forse alla risoluzione del caso, ma di sicuro, nell’immediato, anche a una totale e completa immersione nel libro.

Nulla è lasciato al caso: la storia è davvero molto ben congegnata, ma all’interno ci sono tutta una serie di piccole grandi riflessioni che riguardano tutti noi.

Cosa sarebbe accaduto se quel giorno invece di scegliere “A” avessi fatto “B”?

Cosa farei ora col (famigerato) “senno di poi” se mi trovassi in una situazione già vissuta?

Rifarei gli stessi errori?

Non è sempre così immediata la risposta.

Il libro racconta di una “vicenda” familiare, e quindi anche con l’ambientazione siamo in un mondo che appartiene a tutti.

Tutto il libro trasuda di intimità che io ho vissuto come un dono da parte della protagonista… anche quando lei stessa si guarda non apprezzandosi per niente.

Lei è una moglie e una madre, e quindi nella sua testa ci sono tutta una serie di dubbi che ne accompagnano l’esistenza e che lei è costretta a passare in rassegna in maniera puntuale.

Siamo nel ventennio tra il 2003 e il 2023…

Ognuno di noi ha qualcosa da raccontare, perché è talmente tutto tanto contemporaneo da stare ancora accadendo!

L’autrice fa di tutto per coinvolgerci in questa storia e ci riesce appieno. Jen ci parla della sua famiglia (co-protagonisti del romanzo), ci parla della sua normalissima (o quasi) vita.

Ci parla dei luoghi in cui ha vissuto ma…ci sono piccoli particolari che ogni tanto iniziano a suonare come campanelli: li sentiamo tutti, ma il volume non è sempre così alto.

Jen spesso è in dubbio su chi o cosa abbia “suonato” e noi insieme a lei.

Questo legame che l’autrice stabilisce con noi lettori è corroborato da un espediente che non ho assolutamente voglia di svelare, ma che secondo me funziona benissimo.

Non si inventa nulla: non è la prima che usa questo metodo narrativo, ma devo dire che il risultato è più che efficace!

In poche parole ecco dimostrato come in un tranquillo weekend qualunque un lettore scelga un thriller per potersi comodamente estraniare e invece trova una storia densa, profonda, in cui il “fatto” ha un suo peso solo se visto da tutte le angolazioni e con tutti quei particolari spazio-temporali che lo descrivono al meglio e che l’autrice (e la protagonista con lei) cura in modo quasi maniacale.

Un consiglio?

Leggerlo con fiducia… non è un libro che delude!

Traduzione: Enrica Budetta
Editore: Fazi
Pagine: 377
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Gillian McAllister è nata a Sutton Coldfield, in Inghilterra, nel 1985. Ha studiato Letteratura inglese e poi Legge.

Prima di dedicarsi interamente alla scrittura, ha lavorato come avvocato.

Oggi vive a Birmingham.

È autrice di sette romanzi bestseller ed è stata finalista al National Book Award.

È anche la creatrice e co-conduttrice del popolare podcast Honest Authors.

Il suo ultimo romanzo, Posto sbagliato, momento sbagliato, thriller dell’anno per «The Sunday Times» e in fase di pubblicazione in trentasette paesi, è stato un successo clamoroso che ha conquistato lettori, librai e scrittori dominando le classifiche di vendita per mesi.

Posto sbagliato, momento sbagliato di Gillian McAllister
Concludendo
Vale la pena arrivare in fondo…cioè all’origine…cioè alla fine, che poi è sempre un inizio…
Pro
Strategia narrativa vincente
Contro
Un paio di dialoghi finali perdono di mordente, perché risolvono troppo facilmente la questione
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