
Watersong
Quando Shoji Arai decide di lasciare Tokyo per seguire la sua fidanzata nella cittadina di Akakawa, non sa ancora che Yoko fa un lavoro alquanto insolito: l’‘ascoltatrice’ in una sala da tè, dove riceve le confidenze di clienti facoltosi con l’obbligo di custodirle con la massima segretezza.
Né Shoji può immaginare che una terribile profezia stia per compiersi: molti anni prima un’indovina gli ha predetto che incontrerà tre donne, tutte e tre con un nome che richiama l’acqua, e che nell’acqua troverà la morte…
Mentre i fantasmi del passato riaffiorano, mescolandosi a sogni e presentimenti, Shoji si rende conto che forse non tutto ciò che Yoko gli ha raccontato di sé è vero.
Conosce davvero la ragazza fragile e silenziosa con cui ha progettato di passare il resto dei suoi giorni?
RECENSIONE
“Suo figlio incontrerà tre donne con un nome che contiene l’elemento dell’acqua. Una di loro potrebbe essere la sua anima gemella.” Avvicinò a sé il palmo del ragazzo. “Ma se non starà attento, l’acqua esonderà. Lui, o qualcuno a lui vicino – forse una di queste donne – potrebbe annegare.”
Si apre così Watersong, romanzo di Clarissa Goenawan, che racconta la storia di Shoji.
È il primo giallo giapponese che leggo e devo dire che mi è piaciuto molto.
La storia viene narrata in tre capitoli, che sono appunto le tre donne con l’elemento acqua nel nome.
Ogni capitolo è intervallato da articoli di giornale che spiegano ciò che è successo o anticipano ciò che succederà.
L’atmosfera è quasi da noir: Shoji trova lavoro come ascoltatore in uno strano “club”: deve ascoltare ciò che i suoi clienti confessano, senza poter dispensare consigli e/o critiche.
Da questo club e da ciò che lui ascolta, inizia la storia vera e propria che si snoda un po’ in tutto il Giappone in una sorta di viaggio continuo tra il passato e il presente.
Le donne che partecipano a questo racconto, non sono semplici co-protagoniste, ma diventano attrici principali quando raccontano la loro storia: ogni storia nasconde un segreto, ogni storia troverà la sua conclusione ed è in questo continuo tornare al passato e proiettarsi al futuro che Shoji racconta la sua.
Nonostante sia lui il protagonista, accanto a queste donne diventa una comparsa: lui è il mezzo che loro hanno per dare voce a ciò che hanno da dire e da raccontare.
Ed è in una sorta di viaggio, o semplicemente la vita vera, che il destino accomunerà tutte le donne non solo con Shoji ma anche tra di loro.
È la narrazione di un percorso già scritto e già destinato in cui gli attori, siano essi principali e secondari, devono solo affidarsi come se fosse una corrente d’acqua.
La parte “gialla” si scioglie piano, si nasconde, ma alla fine si rivela… se dovessi ascriverlo alla categoria dei gialli avrei sicuramente dei dubbi, ma è un romanzo da leggere perché fa riflettere sulla vita e su quanto il destino sia manipolabile da noi e su quanto il destino manipoli noi.
I segreti, i lati che cerchiamo di nascondere, deviano il percorso della nostra vita come un fiume fa col suo percorso: l’acqua è presente all’inizio della vita e in modo simbolico ci accompagna nel corso della vita.
Possiamo cambiare ciò che è stato destinato per noi?
Quanto il cambiamento che cerchiamo di apportare al disegno originario ha conseguenze su di noi e su chi abbiamo accanto?
Possiamo cambiare gli errori fatti nel passato in modo da provare a scrivere un futuro diverso?
Traduzione: Viola Di Grado
Editore: Carbonio Editore
Pagine: 306
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Clarissa Goenawan, classe 1988, è una scrittrice di Singapore nata in Indonesia.
Il suo romanzo d’esordio, Rainbirds (Carbonio, 2021), selezionato per diversi premi, ha vinto il Bath Novel Award 2015.
I suoi racconti hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e sono stati pubblicati in varie riviste letterarie e antologie.
