
Segnali in codice
Roma, anni Settanta. Alessandro Maccari e Cesare Fontanelli sono due ragazzi dell’alta borghesia capitolina, che hanno scelto la militanza nella lotta armata.
Quarant’anni più tardi, le loro vicende si intrecceranno con quelle di Luca Boursier, uno svogliato studente universitario, figlio ribelle del più importante banchiere italiano.
Per una serie di circostanze, il giovane inizia a collaborare con un’agenzia giornalistica di Milano contigua al mondo della politica.
Sotto la guida di un direttore controverso e dell’enigmatica collega Giulia Tembassi, Luca riesce a mettersi in evidenza a livello nazionale dimostrando di possedere il fiuto del reporter investigativo di razza.
Ma pian piano Boursier si avventura in un crescendo di intrighi fino a entrare in possesso di un documento sconvolgente che potrebbe riscrivere gli ultimi decenni della Storia d’Italia e compromettere i vertici della Repubblica.
Dietro una fitta cortina di inganni che tutto distorce e confonde, gli apparati oc culti dello Stato scenderanno in campo per custodire un segreto da proteggere a qualsiasi costo.
Segnali in codice è un viaggio mozzafiato al termine della notte della Repubblica, un’immersione in apnea nei misteri di una stagione ancora tragicamente aperta, che ci ricorda come l’Italia non sia mai stata innocente.
RECENSIONE
Comincia con due righe, una strofa, significativa di Birrario De André, tratta dalla canzone “Bombarolo”, Segnali in codice.
I capitoli sono titolati con nomi di città e date.
Espediente dell’autore di poter immergere il lettore meglio nella vicenda del luogo e dell’anno e di quella determinata città, tra l’altro narrate con acuta intelligenza, in cui si svolgono i fatti.
Siamo nel 1977, già con un’azione violenta.
Da questo momento si comincia a determinare chi sono gli attori principali.
Personaggi ben delineati; alcuni si evolvono nell’arco del romanzo, altri invece irrompono con il loro molle carattere, tipo Luca,
Non puoi uccidere un uomo che hai già ucciso dentro di te
oppure quello misterioso e spigoloso di Giulia.
Sono rappresentati anche dal loro abbigliamento, maniacalmente descrittivo.
I fascisti sanno come farti male e poi non vestono con quattro stracci da poche lire.
Gabriele Barberis trapassa le stoffe ed entra nell’intimo di molti di loro, li manipola, li rende a volte brutali, fino a vendersi per pochi spiccioli.
Ma non fa altro che esaltare quello che tutti abbiamo, chi meglio, chi meno, celato
Essendo un legale-politic, ogni lettore prenderà a cuore il proprio attore promuovendolo come principale.
Purtroppo nella lettura gli inciampi sono molti, a volte catastrofici.
Grazie al lavoro quotidiano dell’autore, fatti citati, realmente accaduti, vengono amalgamati in questa storia, pregna di false notizie e verità celate.
Il raffronto delle realtà culturali e politiche spalmate tra il ‘70 passando per un lungo periodo arrivando fino all’epilogo nel 2017, costituiscono il nocciolo del romanzo, insieme a molti altri argomenti.
Siamo fratelli, fratelli di sangue, fratelli per sempre.
Il mantra del libro. Scoprire i veri falsi dai falsi veri, e farne buon uso in caso di bisogno.
Editore: SEM
Pagine: 288
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Gabriele Barberis Vignola (1965), biellese di nascita, torinese di adozione, milanese per lavoro.
Giornalista e opinionista, da oltre trent’anni segue giorno per giorno la politica italiana. Questo è il suo romanzo d’esordio.
