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Cigno blu

Afghanistan, 2005. Luca Lauri è un agente speciale delle forze armate italiane, camuffato da afghano. Nell’ambiente viene chiamato “agente gabbiano”, il lupo solitario incaricato di creare le condizioni di sicurezza migliori per i colleghi in mimetica: tratta con i capi villaggio, elargisce sogni, promesse e speranze, si preoccupa di verificare le strade e i momenti migliori, fa accordi con capi di stato e signori della guerra.

Il suo è un lavoro difficile ed estremamente pericoloso, ma su di lui calza a pennello.

Cigno blu è anche la storia di una donna afghana impavida, che cerca di sovvertire i poteri in un paese dove i vecchi signori come Ismail Khan “godono a tenere le donne sottomesse”.

Uno degli obiettivi che più le stanno a cuore è impedire che innocenti bambine vengano date in pasto a uomini più grandi, sorte che è toccata anche a lei a soli dodici anni.

Aisha è una donna colta, esuberante, piena di vita e di idee che in un paese come l’Afghanistan non sono ben viste.

In Luca Lauri trova un alleato e un fidato consigliere, ma non solo: per la prima volta Aisha si innamora ed è ricambiata.

Con tenacia e determinazione, riesce a farsi strada in un parlamento prettamente maschile e a farsi amare e rispettare dal popolo.

Ma le antiche faide, le tradizioni e la minaccia sibilante dei talebani in quel paese che sembra voler rimanere ancorato al passato, rischiano di far crollare i sogni e i progetti lungimiranti della giovane donna.

RECENSIONE

L’Afghanistan è la tomba delle donne. Ma non sono tutti agnellini. Ci sono anche delle belve.

Marco Nese ci catapulta nel vero Afghanistan, quello che riesce a far palpitare attraverso le parole.

Mostra una terra popolata da donne guerriere, non solo remissive e confinate ai lavori domestici.

Sono diverse, infatti, le figure femminili che compaiono anche solo brevemente ma in ruoli di potere.

Corruzione e delinquenza dilagano nel paese, anche dopo la cacciata dei talebani.

Quello che si percepisce chiaramente, dalle prime righe del romanzo, è la tensione costante del paese: tutta la vicenda è continui sequestri, colpi di scena, liti, attentati, pene d’amore, gelosie, tradimenti, faide tra clan, etc…

In Afghanistan, il tempo, per come lo intendiamo noi, non esiste: non esistono gli appuntamenti, non esiste la fretta, non esistono i programmi.

Al contrario, l’orologio della vita fa sentire il suo ticchettio in maniera terrificante, scandisce le esistenze degli esseri che poggiano i piedi su quella terra martoriata come un boia smanioso della prossima esecuzione.

La sensazione che trasmette l’opera è che in nessun luogo si abbiano i secondi contati come accade inesorabilmente in Afghanistan.

La morte è talmente all’ordine del giorno, che le persone sono più propense a piangere per la perdita della capra che dava loro il latte, piuttosto che della madre che ha dato loro la vita.

Il ritmo del romanzo è incalzante, non ci sono punti in cui l’attenzione cala.

La bravura di Marco Nese sta proprio nel saper alternare con maestria sequenze narrative, riflessive e dialogiche e interporre brevi ma significative sequenze descrittive, avvalendosi spesso di figure retoriche funzionali, per rendere un’idea in maniera efficace e veloce.

La storia è raccontata da Luca Lauri, l’agente gabbiano, narratore onnisciente, che in qualche occasione si rivolge anche ai lettori.

L’uomo dichiara da subito la sua relazione clandestina con l’incantevole ammaliatrice di folle, la dolce e passionale Aisha.

La capacità che l’autore ha infuso al protagonista di sondare l’animo delle persone, specie delle donne − di Aisha in particolare − rende la lettura ancora più intrigante.

Sembra addentrarsi nelle loro menti, nelle caverne più remote, nei desideri più intimi.

I dialoghi sono sempre pertinenti, arrivano al momento giusto e fanno progredire la storia.

Il tono di voce è ben pensato e cucito impeccabilmente su ogni personaggio, facendo emergere la netta differenza di culture tra le varie etnie (afghani, italiani, americani, spagnoli e via dicendo).

Personalmente, ho adorato i modi civettuoli, ma sempre educati e intelligenti di Aisha e ho constatato, invece, i toni più spicci di un altro personaggio del romanzo, una donna italiana.

Anche il lessico è calibrato in base al ruolo e alla situazione specifica in cui ogni personaggio si trova.

Leggere Cigno Blu significa farsi trasportare in un tortuoso, spesso crudele, ma meravigliosamente vero viaggio attraverso un paese misterioso e martoriato, così diverso dal nostro.

Ho camminato per i villaggi – spogli e desolati-; ho visitato la bottega del sarto – perennemente in ritardo sulle consegne -; sono stata ospite nelle case più lussuose dei signori della guerra, dove ho mangiato carne di pecora alla brace e formaggi squisiti,

Sono sfrecciata con il fuoristrada sulle peggiori strade del mondo, facendo a gara con dei malviventi; ho ammirato l’Hinda Kush e gli sterminati campi di papaveri; sono stata risucchiata dal deserto come il fiume Hari, anziché sfociare in mare; sono stata tentata, corrotta e disgustata dai soldati americani.

E ancora ho provato la fame, la paura, la speranza di un popolo che cerca sicurezza e stabilità a chiunque la prometta.

Con questa lettura si accendono diversi interrogativi (che a volte persino il protagonista si pone): quali erano i veri scopi delle forze armate straniere in Afghanistan? Riuscirà mai un paese così ancorato al passato ad approdare finalmente nell’era moderna?

Sono dell’idea che, quando un romanzo ti lascia con delle domande e la voglia di saperne di più, è un romanzo ben scritto.

Per cui, mi sento di consigliare a chiunque aspiri a conoscere più in profondità un paese magico e contraddittorio come l’Afghanistan e i retroscena che i media non dicono e di leggere avidamente e al più presto questo romanzo.

Nonostante sia un’opera di fantasia, le ambientazioni e le caratterizzazioni sono del tutto realistiche.

Marco Nese, infatti, conosce molto bene quei luoghi, che ha visitato in più occasioni come inviato speciale de “Il Corriere della sera”.

Inoltre, ha potuto attingere ai diari di un agente segreto italiano, tenente colonnello del nono reggimento incursori, accedendo a materiale esclusivo.

Editore: IoScrittore
Pagine: 352
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Marco Nese, giornalista, ha cominciato come redattore del settimanale Epoca, passando poi al Corriere della Sera, dove ha lavorato per trentacinque anni.

È stato collaboratore di Rai1, Rai2 e della tv americana Nbc.

È autore di vari libri, fra cui Nel segno della mafia (Rizzoli); La Piovra 1-2-3-4 (Eri-Mondadori, tradotto in 12 lingue); Far West (Eri-Rai); Gli eletti di Dio (Editori Riuniti).

Cigno blu di Marco Nese
Concludendo
Una storia d’amore struggente e appassionante, legata indissolubilmente alle sorti di un paese magico, ma ancora troppo arretrato.
Pro
Le descrizioni minimali, ma funzionali
I personaggi, tutti ben caratterizzati
L’introspezione del protagonista; conoscere un Afghanistan che i giornali non raccontano.
Conoscere un Afghanistan che i giornali non raccontano.
Contro
Nulla
4.5
Coinvolgente
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