Un uomo senza paura di Francesca La Mantia e Angelo Urgo

4.5
Alla verità
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Un uomo senza paura. D’Artagnan il primo giornalista “suicidato” dalla mafia

D’Artagnan, al secolo Cosimo Cristina, è una promessa del giornalismo siciliano.

Abita a Termini Imerese, una terra alla mercé di una mafia sconosciuta e silenziosa. Cosimo è il primo a scriverne e lo fa con ostinazione.

C’è chi lo detesta e chi lo minaccia.

Lo chiamano DArtagnan per via del pizzetto che porta e per il suo modo di vestirsi estroso e fuori dagli schemi.

Collabora con i più importanti giornali italiani e arriva a fondarne un suo: Prospettive Siciliane.

Poi, il 5 maggio 1960, DArtagnan viene ritrovato morto lungo i binari della ferrovia. Ha solo 25 anni.

Il caso viene subito archiviato come suicidio.

Ma cinque anni dopo, il suo migliore amico, critico d’arte e fratello di un famoso generale dei carabinieri, avverte un grande peso sulla coscienza.

È convinto che Cosimo non sia morto suicida e decide di contattare le uniche persone che crede possano aiutarlo a fare luce sul caso: la fidanzata di Cosimo, Enza, e il Vicequestore di Palermo Angelo Mangano.

Inizia così la ricerca di una verità scomoda, per riabilitare il nome di un giovane impavido che riteneva il giornalismo non solo un privilegio, ma un dovere.

Una storia che, ancora oggi, è importante raccontare per non far cadere nelloblio il coraggio di chi ha provato a cambiare le cose e a combattere un mostro che molti non riescono nemmeno a pronunciare: la Mafia.

RECENSIONE

“chista è terra maliritta. Accussì bedda ca un si po’ tuccari se un semu i patruni”

Sicilia: terra camaleontica, fuori dal tempo, sempre in cerca di un precario equilibrio tra luce e ombra, luogo ciclopico dove il silenzio ha il rumore dell’assenso.

Accecante il sole che l’abbaglia e inonda di polvere luccicante le ville barocche del Gattopardo, i limoneti e le coscienze di piccoli uomini arresi.

Ma questa è la storia di Cosimo Cristina, il primo giornalista suicidato dalla mafia e qui non c’è spazio per gli ignavi, per chi volta le spalle e l’anima, ma solo il coraggio civile di denunciare, di ribellarsi e di perseguire La Verità.

Un uomo senza paura è frutto di sette anni di ricerche approfondite, di documentazione certosina, di scavi sociologici e storici, che hanno riportato alla luce il caso del giornalista siciliano soprannominato D’Artagnan, mescolando verità e fantasia, nel tentativo di colmare con l’intuizione quei silenzi mai rotti.

Romanzo verità mai pedante o didascalico, Un Uomo senza paura ripercorre a ritroso la vita di un uomo entusiasta, animato da grandi sogni e armato di un coraggio incosciente, talmente avvincente che, contro ogni logica, si tifa per un lieto fine.

Francesca La Mantia, figlia della terra siciliana e Angelo Urgo, figlio del profondo Nord, hanno unito i loro talenti e la loro sete di verità per scrollarsi di dosso secoli di omertosa indolenza e dato vita ad un romanzo che ha la potenza d’irrompere nel comodo spazio mentale del lettore, per scuoterlo e renderlo partecipe di una rivoluzione.

“Fare il cronista di nera negli anni ’50 in Sicilia vuol dire portare la cronaca  all’altezza della sfida più radicale della società, spingere il racconto dove nemmeno il neorealismo dell’arte si è spinto: far emergere il male sotto la luce assolata esplorando la dialettica della sua negazione che è il buio”

A traghettare il lettore sulle sponde di questo nerissimo racconto mafioso è Giuseppe Rizzo, professore d’arte, amico e per poco tempo collega di Cosimo Cristina, piegato dal peso della sua coscienza e da un cognome scolpito da mille compromessi.

Giuseppe non è uno da gesti di presenza, è l’uomo del silenzio e, per quanto si sforzi, è nato solo e solo è destinato a restare.

Il suicidio di D’Artagnan non ha mai convinto Giuseppe, ma solo la fiducia riposta nel Vicequestore di Palermo, Angelo Mangano, uomo tenace e ferocemente antimafioso, lo spinge a raccontare la sua verità sul caso di Cosimo Cristina.

Inizia così un racconto fatto di inizi, di piccoli dettagli, di un bruciante senso di colpa che anima ogni parola di Giuseppe, nel disperato bisogno di redenzione e giustizia, per l’amico che ha dato un senso al suo piccolo mondo e alle persone che hanno il coraggio dei sogni.

Una prosa pensante e pensata puntella un narrato fatto di storie, costellato di veri articoli di giornale, di fatti di cronaca mafiosa, di squallidi bassifondi, illuminata da una lucida visione sociologica, che riscrive i contorni di quello che ha spesso un suono vuoto: l’impegno civile.

Un uomo senza paura. D’Artagnan il primo giornalista “suicidato” dalla mafia è la storia del primo giornalista che ha lottato contro la mafia e dalla mafia è stato ucciso. Aveva 25 anni.

Ha dato vita a Prospettive Siciliane, un giornale in cui c’è posto per tutti: ambiziosi, narcisisti, arrabbiati, timidi, purché siano giovani e abbiano il coraggio di dire sempre la verità a tutti i costi.

In Sicilia il prezzo per la rivoluzione si paga con il sangue.

La storia vera di Cosimo s’intreccia con gli eventi che hanno dato i titoli ai quotidiani degli anni ’50 e ’60, con le riflessioni sulla mafia – la mafia è più di un’organizzazione, è una mentalità – da parte di chi è cresciuta in terra mafiosa, come Francesca La Mantia, e s’intreccia con l’arte e la sublimazione  metaforica che l’arte simboleggia.

Più e più volte l’interpretazione critica di un dipinto o di una statua del professore Giuseppe Rizzo acuisce la percezione della reale tragicità della storia principale, portando il lettore su un piano più alto di comprensione ed empatia, amplificando le tenebre nascoste tra le parole … non ricordo… non ricordo…

Notiamo una tensione tra l’angelo e il diavolo nell’attesa che l’uomo faccia la scelta sbagliata. Paradiso o Inferno? Bene o Male? L’immagine è surreale, ma la scelta è spietatamente reale. [ dipinto di Hieronymus Bosch – La morte di un avaro ]

Un uomo senza paura è un romanzo che tutti dovrebbero leggere: per ricordare, per indignarsi, per sentirsi uniti contro un mostro vivo e vegeto, che trova sempre un nuovo abito dentro il quale reinventarsi.

Cosimo ha venticinque anni, due iridi sempre spalancate che irradia continuamente idee in tutte le direzioni. Capita che con il passare del tempo le idee comuni si rafforzino da sé e quelle eccezionali si perdano. Non è chiaro se è la società a volere così o una nostra morbidezza: va a finire che si diventa sempre più mediocri.

Francesca La Mantia e Angelo Urgo ci spronano per non farci cadere in quella inutile mediocrità, raccogliendo con onore la folle e magnifica eredità di Cosimo Cristina.

Onoratissima di avervi incontrati.


Editore: La Corte editore
Pagine: 336
Anno pubblicazione: 2023

AUTORI

Francesca La Mantia, classe 1985, nata a Palermo, vive e lavora tra Milano e Palermo.

Docente di Italiano e  latino, sceneggiatrice e regista cinematografica e teatrale, nel 2015 ha realizzato il film documentario La memoria che resta, che racconta senza orpelli retorici il variegato e sommerso mondo della Resistenza.

Con Gribaudo ha già pubblicato Una divisa per Nino, ambientato durante il regime fascista e la guerra di Etiopia, e La Mia Corsa, ambientato a Palermo in piena guerra di mafia.

Nei mesi da luglio a settembre 2021, l’autrice ha percorso oltre 10.000 chilometri e attraversato 15 regioni per realizzare Prova a prendermi, il tour estivo di presentazione de La mia corsa. La mafia narrata ai bambini, pensato e organizzato per raccontare in tutta Italia l’attualità della lotta contro le mafie.

Nel 2019 viene insignita del premio Archimede 2019, per i giovani talenti del Sud come unica donna.

Un uomo senza paura. D’Artagnan  il primo giornalista “suicidato” dalla mafia è il suo primo romanzo per La Corte editore.

Angelo Urgo

Autore e sceneggiatore. Vive a Milano.

Studente dell’Università Cattolica di Milano, Lettere e filosofia ad indirizzo Linguaggi dei Media.

Prima di intraprendere uno stage in giornalismo in Sudafrica aveva già maturato qualche esperienza nel campo collaborando con riviste settimanali e mensili e scrivendo diversi racconti

Tra i recenti lavori Alpha Bravo Tango (2020) distribuito da 7 Palm Entertainment USA e Seed Boom (2022) documentario sugli attivisti climatici in Senegal.

Thriller Life ha incontrato gli autori e pubblicato l’intervista QUI

Un uomo senza paura di Francesca La Mantia e Angelo Urgo
Concludendo
Romanzo verità incalzante e illuminato, scritto con raffinatezza intellettuale e sociologica. Indispensabile.
Pro
Eventi documentati
Prosa raffinata
Dialoghi intelligenti
Profondità critica
Interpretazione simbolica
Denuncia
Contro
Nulla
4.5
Alla verità
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