
Uccidi con il tuo bambino interiore
Grazie ai principi della mindfulness a cui è ricorso su consiglio della ormai ex moglie, l’avvocato Bjorn Diemel è riuscito a trovare un equilibrio nella sua vita: ha avviato un’attività in proprio, riesce a trascorrere più tempo con la figlia per la quale ha addirittura comprato un asilo gestendolo insieme al suo partner in crime Sascha e il suo rapporto con la moglie è più sereno.
Non tralasciamo però il fatto che, nel frattempo, gestisce ben due clan mafiosi perché nella cantina dell’asilo nasconde il boss di uno dei clan mentre l’altro lo ha ucciso.
Ma il suo equilibrio interiore si è spezzato quando, durante una vacanza in montagna con la famiglia, la sua rabbia ha fatto sì che litigasse con un cameriere tutt’altro che cortese e che, per qualche strana ragione, il ragazzo sia finito in un dirupo rompendosi l’osso del collo.
Bjorn sente che la sua vita sta subendo degli scossoni imprevisti per cui si rivolge di nuovo al suo terapeuta Joschka Breitner chiedendo di nuovo il suo aiuto: perché non riesce più a gestire la rabbia?
Perché non è più in grado di godersi la vita come prima?
La risposta gliela darà il suo coach mentale, seguendo sempre i principi della mindfulness: tutto sta nell’ascoltare e assecondare il suo bambino interiore.
Nel secondo capitolo di questa serie thriller ironica e grottesca ritroviamo Bjorn Diemel che torna ad uccidere ma sempre in modo olistico ma soprattutto in pace con sé stesso.
RECENSIONE
Secondo la teoria psicologica del bambino interiore, dal punto di vista emotivo siamo fatti come una matrioska: quando nella bambola esterna, l’anima adulta, c’è qualcosa che scricchiola, in realtà è il rumore della bambola interna, l’anima del bambino ferita.
Ritroviamo l’avvocato Björn Diemel che ora ha un’attività in proprio, trascorre più tempo con la figlia Emily, che si gode il posto all’asilo che lui ha addirittura comprato insieme all’appartamento e allo studio dove vive e lavora.
Tutti questi privilegi grazie al fatto di aver ucciso Dragan ed averlo sostituito nella sua attività criminale facendo credere al clan che il mafioso fosse ancora vivo.
Sulla carta lui crea la copertura legale per i traffici di droga, armi e prostituzione che Dragan gestiva.
Porta avanti tutto questo ma il suo castello di bugie può crollare da un momento all’altro.
Ciò comporta un accumulo enorme di stress che lo porta a bussare di nuovo alla porta del suo mental coach Joschka Breitner per raccontargli degli improvvisi moti di rabbia che lo perseguitano.
Ma non può certo raccontargli di Boris (il russo che tiene prigioniero negli scantinati dell’asilo da quando l’ha rapito sei mesi prima) e nemmeno del cameriere che ha (in)
volontariamente buttato in un crepaccio delle Alpi mentre era in vacanza con la famiglia.
Lo psicoterapeuta capisce, dal resoconto che Björn fa sull’incapacità e l’inettitudine del cameriere che alla malga non lo ha servito a dovere, quanto questo abbia rovinato il contesto idilliaco della breve vacanza con moglie (ex) e figlia, praticamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso delle sue preoccupazioni.
I suoi ricordi d’infanzia sono in realtà desideri mai realizzati, le sue reazioni esagerate verso il comportamento del cameriere erano, in realtà, i suoi desideri negati durante l’infanzia.
Era il suo bambino interiore che si ribellava.
La cosa più bella della nostra infanzia è il fatto di avere rimosso la maggior parte degli eventi negativi.
Il bambino interiore porta i lividi nell’anima e quelle ferite vengono rimosse ma non guarite.
Il bambino interiore fa parte del subconscio (la nostra parte emozionale, quella che ci fa provare sentimenti, ci permette connessioni con gli altri e si appoggia ai ricordi) non dell’inconscio (la nostra parte più primitiva, quella guidata dall’evoluzione naturale della specie, quella che ha il compito di immagazzinare tutte le esperienze vissute e riportarcele in maniera innata).
Grazie alla scoperta del suo bambino interiore Bjorn trova il modo per canalizzare i sensi di colpa: vivi nel presente, trova il tuo equilibrio, raggiungi la felicità.
E così i vari problemi che insorgono nell’asilo, il fatto che qualcuno abbia scoperto il segreto nello scantinato, dei teppisti che disturbano il suo sonno, richieste di orecchie mozzate e una gran voglia arretrata di sesso vengono messi a tacere grazie alla sintonia che Björn riesce a creare tra il sé del presente ed il sé del passato, anche se questo genera una serie di eventi concatenati davvero esilaranti.
L’arte era trovare un compromesso. Il mio bambino interiore doveva sentirsi protetto. L’adulto non doveva vedere limitata la sua libertà. Non volevo più uccidere. Il mio bambino interiore non voleva uccidere.
Una storia inverosimile ma molto accattivante, a tratti assurda ma proprio per questo geniale.
Perché Dusse sconvolge i canoni del thriller intessendolo di ironia e sarcasmo con una trama che punta, oltre a omicidi, suspense, tensione emotiva e morti ammazzati, anche a temi molto attuali come l’ambientalismo, l’ecosostenibilità, l’eco green ed il politically correct inserendo personaggi che sono divertenti, un po’ delle macchiette che rendono la lettura spassosa.
L’utilizzo della prima persona ci fa entrare in sintonia col personaggio perché siamo tutti un po’ bisognosi di venire a patti col nostro bambino interiore che ci fa ricordare la nostra infanzia e i nostri desideri negati.
Con uno stile semplice, scorrevole, snello ed ironico ci vengono presentati molti spunti di riflessione perché chi, prima o poi, non sente il bisogno di trovare la pace interiore e cancellare le sue paure?
Attraverso la mindfulness, Dusse ha costruito un personaggio molto originale, assurdo e cinico e l’ha fatto usando una satira pungente e allettante ma viene da chiedersi: in quale altri guai lo porterà la meditazione?
Riuscirà a risolvere tutti i suoi problemi presenti e futuri?
Attendiamo quindi un nuovo capitolo dell’avvocato alle prese con i suoi tormenti ed i suoi limiti.
I vostri genitori, quando eravate bambini, avranno compiuto degli errori, ma vi hanno fatto anche un regalo che dovreste assaporare fino alla morte: il dono della vita. Perdonateli.
Traduzione: Lucia Ferrantini
Editore: Giunti
Pagine: 444
Anno di pubblicazione: 2023
AUTORE
Karsten Dusse è nato nel 1973 e vive ad Essen, Germania.
Proviene da una famiglia di giuristi, dopo essersi diplomato al liceo Theodor Heuss di Kewttwig, ha servito un anno ciascuno nell’esercito e nella marina delle forze armate tedesche.
Ha poi studiato giurisprudenza a Bonn e Losanna e ha svolto il tirocinio a Bonn e Los Angeles.
Nel 2003 Dusse ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato a Bonn e oggi si occupa principalmente di diritti di locazione e di proprietà.
E’ autore di vari format televisivi di grande successo.
Il suo romanzo d’esordio Inspira espira uccidi ha scalato le top ten dello Spiegel e conquistato il pubblico italiano.
Presto sarà tratta una serie tv Netflix.
