
Alice nel paese oscuro. Viaggio in un mondo sommerso
Storia a tinte forti di un adolescente, vittima di bullismo, alla ricerca della propria identità nei meandri dell’insidioso mondo del dark web.
Il giovane è attratto da un gioco on line al quale partecipa soltanto chi ha il “coraggio” di affrontare delle sfide per giungere alla purificazione spirituale.
Per curiosità e con l’illusione di risolvere le situazioni di disagio interiore e sociale, si lascia coinvolgere in sette sfide pilotate dall’ideatore del gioco, che, fra le varie, gli propone la sfida più ardua: la blackout challenge.
Il protagonista sarà capace di sopravvivere alla challenge?
Scoprirà mai chi si nasconde dietro uno strano nickname?
RECENSIONE
Alice nel paese oscuro è un viaggio nel web, o meglio nel dark web.
Attraverso la voce narrante del protagonista che non ha un nome, proprio perché è più facile immedesimarsi con lui, viviamo tutte le fasi che lo hanno portato a essere manipolato dal Cappellaio Matto.
Il libro inizia dall’ultima sfida a cui il protagonista deve sottoporsi e in una sorta di viaggio a ritroso, ripercorriamo con lui tutti gli avvenimenti che lo hanno portato lì.
Un ragazzo problematico: ha perso la sorellina, i genitori hanno divorziato dopo la tragedia, il passaggio dalle scuole medie alle superiori sono solo i presupposti per iniziare questo racconto.
La peculiarità di questo romanzo è quella di far sì che il lettore, sia esso adolescente o adulto, possa e debba immedesimarsi in questo ragazzo: dalla sua dipendenza dallo smartphone, alla sua lucidità nel capire che ciò che sta facendo è in qualche modo è sbagliato, fino ad arrivare alla sua incapacità di tirarsi fuori dal gioco.
In un primo momento non riesco a trovare il mio smartphone, in realtà è accanto a me, come sempre. Come tutti i giorni, tutto il giorno. Forse troppo. Non riesco a distaccarmene. Ormai è il mio principale contatto con il mondo; un mondo ben diverso da quello della mia famiglia e della scuola, ma più rassicurante. O forse no! Forse mi sbaglio! Anzi, sicuramente sbaglio! Di certo non rassicurante, ma non riesco a definirlo in altro modo.
Forse la parola giusta è coinvolgente, oppure appagante.
Secondo mio padre sto vivendo dentro un mondo ipnotizzante, così tanto da rendermi schiavo e alienato, come dice lui.
Questo è il punto da cui partire per capire: un mondo appagante, perché è in quel mondo che il nostro protagonista troverà la notorietà, o meglio sarà visibile, dove potrà essere qualcuno.
Ma per farlo dovrà affidarsi al Cappellaio Matto, questa figura ambigua che si dice affetta da mercurismo e di questa patologia dimostra i sintomi: instabilità, disturbi nervosi, cambio repentino di atteggiamento.
Il cappellaio matto c’è sempre per il protagonista, ma i tempi li decide lui: è lui che gestisce la carota e il bastone.
È lui che sa usare benissimo la sottile arma della manipolazione.
Il mostro senza la vittima non esiste, o se esiste, risulta ridicolo. In poche parole, per essere più semplice, mi sento tanto la vittima quanto il carnefice di me stesso.
Ciò che a me ha colpito di questo libro è la raffinata capacità di autocritica del protagonista: sa di essere caduto in una trappola, sa come uscirne, ma non riesce a farlo. Lo dice chiaramente:
le persone si possono controllare attraverso le loro paure
è cosciente del fatto che è stato lui ad affidarsi al dark web, a fornire tutti i suoi dati personali, sa che alcune delle “challenge” che svolge possono avere risvolti penali… ma va aventi per la sua strada.
Per paura?
Per far accrescere la sua popolarità?
Perché sa che nel momento in cui dovesse dire “NO”, lo aspetta la gogna virtuale?
Non dobbiamo dimenticare che il protagonista è un adolescente che ha visto sfaldarsi la sua famiglia dopo la morte della sorellina, è un ragazzo bullizzato a scuola, e lì sul web, ha la sua rivincita.
Alice nel paese oscuro è (anche) una critica al web insano, che molte volte non si trova solo nel dark web, a quella facilità che si ha nel mascherarsi dietro un nick e andare in giro a sparare a zero. Descrive, le trappole a cui gli adolescenti di oggi sono esposti, perché:
l’accesso al dark web non è semplice, ma una volta aperto quel portale, il mondo oscuro finirà per scavalcare il tuo comune senso logico, annebbiandoti i pensieri.
Ecco, più che al Paese delle meraviglie a me ha fatto pensare al Paese dei Balocchi di Pinocchio: un posto in cui non esistono regole esplicite, dove tutto è permesso ma dove, poi, le conseguenze ti raggiungeranno.
Concludo, dicendovi subito che lo svelamento dell’identità del Cappellaio Matto vi lascerà a bocca aperta.
Editore: Atile Edizioni
Pagine: 239
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Laureato in Relazioni Industriali, di professione bancario, Leonardo Torre ama leggere saggistica e narrativa di vario genere.
In passato ha collaborato con alcune testate giornalistiche locali per la pubblicazione di articoli su argomenti di carattere sociale politico.
Nel 2021 ha tenuto una rubrica dal nome “Al Mercato Del Pesce” per un quotidiano on line.
