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Sole e sangue

Un orfanotrofio chiuso da quasi vent’anni, un duplice omicidio dai risvolti macabri. Una caso macabro per l’ispettore Simon Bélage.

Hai paura del buio?

Nel quartiere chic di Pétion-Ville, una specie di Beverly Hills haitiana, sorgono bellissime dimore in pietra circondate da una vegetazione sgargiante, da palme e orchidee.

È la zona in cui risiedono quelli che ce l’hanno fatta, i nuovi ricchi che attirano le invidie della gente comune e di chi vive ai margini.

Lì, per la seconda volta nel giro di una settimana, si è consumato un duplice omicidio dai risvolti macabri. Sulle scene del crimine, infatti, i corpi delle due coppie sono stati ritrovati mutilati e disposti in una posa rituale ai piedi dei loro letti matrimoniali.

La stampa ha già cominciato a parlare di assassinii legati al vudù, ma l’ispettore Simon Bélage, uno stropicciato poliziotto avanti con l’età e fuori forma, ne ha viste di tutti i colori e si rifiuta di credere che gli orribili omicidi siano connessi alle superstizioni del culto.

Con la collaborazione del giovane collega Manus, ha trovato su entrambe le scene del crimine un origami a forma di bara e da quell’indizio parte a caccia di un serial killer in carne e ossa.

Sull’isola caraibica la corruzione e il traffico di bambini provocano più disastri del terribile Baron Samedi, il dio dei morti del pantheon vudù.

Le indagini di Simon, aiutato anche dalla figlia Rachelle, sembrano convergere su un orfanotrofio chiuso da quasi vent’anni, soprannominato la “Gaia tomba”. Quali misteri inconfessabili custodiscono quelle mura?

Simon dovrebbe stare attento. Perché ad Haiti, che di lì a pochi giorni sarà sconvolta dal più terribile terremoto della sua storia, ignorare gli avvertimenti degli spiriti, veri o falsi che siano, può essere molto pericoloso…

RECENSIONE

Ho deciso di leggere questo romanzo perché ho adorato il precedente libro dell’autore, che quasi in punta di piedi, aveva stravolto le regole del thriller classico.

In questo suo nuovo libro, però, c’è un ritorno alle origini, una sorta di tirarsi indietro rispetto al passato.

Loubry, tra passato e presente, tra Haiti e Parigi, ci racconta una storia.

Che se si vuole non è semplice omicidio, ma un cerchio che si apre e si conclude in quest’isola bellissima e maledetta dalle varie conquiste e rappresaglie che l’hanno incastonata in una povertà sempre crescente. 

L’autore ha deciso di raccontare la storia di Haiti non basandosi solo su semplici invenzioni, ma elencando alcune delle ferite che il popolo ha dovuto subire, primo fra tutti il violento terremoto che ha colpito l’isola nel 2010.

Lo stile narrativo dello scrittore, però, non è né lezioso né noioso, anzi, è sempre più piacevole il racconto man mano che la storia prosegue.

Sicuramente in alcuni punti il racconto perde di veridicità o comunque non regala alla storia nulla di nuovo.

L’alternarsi tra passato e presente è un perfetto connubio di quello che il libro vuole presentare.

Tutti i personaggi che incontriamo hanno uno scopo ben preciso per la storia, che come una matrioska presenta al suo interno una nuova storia, un racconto più agghiacciante.

Sicuramente la storia dei sei ragazzi, ognuno con una malformazione, rapiti in strada e poi portati in questo orfanotrofio, è stata  quella che più mi ha tenuto con il fiato sospeso.

Ragazzi con problemi, disfunzionalità, che si ritrovano insieme a badare a loro stessi, attraversano l’inferno per poi caderci di nuovo.

Però badiamo bene, nessuno e dico nessuno sarà degno di essere adorato.

Per il loro passato, per le maledizioni che il popolo è costretto a subire, chiunque di questi personaggi vive una continua lotta tra bene e male, tra giusto e sbagliato.

Quello che ho notato, forse davvero molto spesso, è il fatto di appellarsi al vudù per qualsiasi forma di orrore o prevaricazione che incontriamo durante la lettura.

E anche su questo punto, vorrei avvisare il lettore che alcune scene sono davvero macabre.

Dopo un po’ di giorni dalla fine del romanzo, purtroppo però devo constatare che il libro non mi ha lasciato un granché addosso.

Il finale per quanto con un piccolo colpo di scena, non è stato sensazionale, o comunque da lasciarmi a bocca  aperta, e sicuramente la lettura da metà romanzo diventa un po’ più lenta e fatica a ingranare.

Lo consiglierei?

Comunque sì, perché è una storia scorrevole e con una gran bella trama.

Traduzione: Luigi Maria Sponzilli
Editore: sem
Pagine: 320
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Jérôme Loubry è un autore francese.

Nato nel 1976, con un passato da restauratore, da qualche anno si dedica interamente alla scrittura.

Autore di tre romanzi, tra cui Les Chiens de Détroit, vincitore del premio Plume Libre d’argent 2018, vive in Provenza.

Ha pubblicato per SEM, Perchè hai paura? (2021) con cui si è aggiudicato il premio Cognac per il miglior romanzo francese e Sole e sangue (2023).

Sole e sangue di Jerome Loubry
Concludendo
Lettura veloce, con una gran bella trama, e con un rispetto per la storia di Haiti. Leggere di un paese così diverso da noi per usi e costumi non mi ha allontanata dalla lettura.
Pro
Lettura veloce
Bella trama
Alcune storie davvero ben raccontate
Contro
Dalla seconda parte del libro alcune scene non fattibili con la realtà
Finale veloce e poco esaustivo
3.5
Ben congegnato
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